Maxi operazione della Guardia di Finanza di Latina, con 11 misure cautelari per frodi legate a finanziamenti sul Decreto rilancio del 2020, che serviva ad aiutare le imprese durante la crisi pandemica. La base dell’organizzazione si trovava a Formia ma questa era ramificata in provincia di Salerno, e ha portato alla creazione e commercializzazione di falsi crediti di imposta quantificati in oltre 79 milioni di euro. L’attività viene svolta nell’ambito di un’indagine condotta dalle Fiamme Gialle di Formia, che stanno dando esecuzione a un provvedimento del G.I.P. presso il Tribunale di Cassino con cui sono state disposte 11 misure cautelari personali, di cui 4 ai domiciliari, nonché 7 con l’obbligo di presentazione quotidiano alla Guardia di Finanza competente per dimora, in quanto gravemente indiziati di appartenere al sodalizio criminale.
Nell’ambito dell’operazione, svolta con il supporto di sei reparti territorialmente competenti, nonché della componente aerea del Corpo e del supporto tecnico delle unità cinofile c.d. “cash-dog” di Fiumicino e Ciampino, sono in corso 33 perquisizioni ed è stato disposto il sequestro dei falsi crediti, di beni mobili ed immobili, assetti societari, denaro e preziosi per le fattispecie di reato contestate dalla Procura di Cassino, di cui agli artt. 416, 640-bis e 648 ter-1 c.p., ovvero “Associazione per delinquere”, “Truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche” e “Autoriciclaggio”. Risulterebbero costituire il sodalizio diversi soggetti, alcuni pluripregiudicati, anche per reati tributari, tra i quali un soggetto, principale esponente, con condanna per estorsione e rapina.
L’indagine trae origine dal mirato monitoraggio di alcuni componenti del nucleo centrale dell’associazione, dediti in passato alla perpetrazione di frodi fiscali secondo lo schema classico dell’emissione di fatture false a favore di imprenditori compiacenti, illeciti già oggetto, di recente, di altra misura cautelare reale da parte dei giudici. In particolare, da una specifica analisi di rischio dei dati relativi a presunte “cessioni di crediti d’imposta” da parte dei soggetti sospettati di appartenere all’organizzazione, svolta mediante l’utilizzo delle banche dati operative in uso al Corpo, corroborata dalle informazioni e dagli elementi acquisiti grazie a indagini e riscontri dinamici sul territorio e la valorizzazione delle segnalazioni per operazioni sospette, è stata appurata l’inesistenza dei crediti in parola, stante la totale assenza di requisiti.
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