Dopo la riunione in Prefettura dei vari sindaci del territorio e del presidente della Provincia Giuseppe Nobiletti con il commissario per il superamento dei ghetti nominato dal Governo, il prefetto Maurizio Falco, amministratori e tecnostruttura sono ancora più confusi. La proroga c’è, il termine del 30 settembre è ormai troppo vicino, ma sono gli Enti che dovranno presentare progetti e planning per smantellare i ghetti di Capitanata.
Chi deve fare cosa? Sembra che i mesi dall’annuncio delle risorse disponibili del PNRR siano trascorsi invano. “Non si tratta di braccia, ma si tratta di persone, di storie – ha rilevato il sindaco di Manfredonia Domenico La Marca -. Il superamento dei ghetti deve essere l’occasione per il primo passo per avviare progetti di inclusione. Noi stiamo apportando delle migliorie insieme al Comune di Foggia, sicuramente abbiamo bisogno delle forze del terzo settore che sono già presenti e operanti nei ghetti. Non siamo un progettificio, abbiamo bisogno di coinvolgere gli abitanti di questi insediamenti”.
Si è ancora molto lontani anche solo da una bozza delle fasi progettuali del superamento dei ghetti in Puglia e dei tre insediamenti della provincia di Foggia, finanziati dal PNRR per oltre 100 milioni di euro, in scadenza il 30 settembre del 2024.
Attingendo ai fondi del PNRR, la politica di “Superamento” intende mettere fine alla proliferazione incontrollata degli insediamenti informali dei migranti spostandone gli abitanti attuali in alcuni centri abbandonati e restaurati all’uopo. Il progetto di ricerca del Politecnico di Bari, come si sa, si è concentrato sul caso emblematico ed esemplare, ossia l’insediamento di Borgo Mezzanone, una vera e propria baraccopoli con i suoi 4000 abitanti recensiti dalle autorità e situato alle porte della città di Foggia.
Il commissario del governo per il superamento dei ghetti, il prefetto Maurizio Falco, prima della riunione in Prefettura ha visitato Borgo Mezzanone e ne è rimasto molto colpito. Nella sua visita ha potuto vedere i vari “negozi” presenti sulla pista e tutta l’illegalità diffusa che tiene insieme la baraccopoli, ricolma di rifiuti.
A fronte di Comuni come quello di Carpino, amministrato dal sindaco Rocco Di Brina, che ha già una idea di come integrare i lavoratori migranti nel settore oleario ristrutturando il patrimonio dismesso del centro storico del Comune garganico, ce ne sono altri ancora molto indietro nella progettazione, nella ideazione e nella stessa immaginazione di un percorso alternativo ai casolari in campagna e alle foresterie.
Il Comune di Manfredonia ad esempio può spendere 3,2 milioni di euro solo per progettare un servizio di trasporto dei migranti dal proprio alloggio al posto di lavoro. Ma secondo quanto lamentato dal sindaco Domenico La Marca e dai suoi dirigenti non ha la struttura adatta per programmare tutto l’iter dell’appalto.
“Come si dà un affidamento diretto da 1 milione di euro? Ci vogliono sei mesi di tempo per trovare il progettista”, è stato il tono di alcuni ingegneri comunali.
“È il Commissario che deve occuparsi della stazione appaltante? Non lo credo, io non posso fare il lavoro dei Comuni. Ci sarà una convenzione con Invitalia che vi darà assistenza, perché la funzione di commissario non può essere quella di un tuttologo. Abbiamo l’onore di scrivere bene il progetto più importante d’Italia, per Borgo Mezzanone”. Sulla proroga il prefetto è stato chiaro.
“Se non c’è una proroga effettiva, cominciare con il commissario acceleratore significa avere un commissario liquidatore, tutti i Comuni lo hanno detto. Aspettiamo, ci sono dei cambiamenti politici a livello europeo, noi ci prepariamo. Dobbiamo migliorare quello che è stato scritto nei progetti, ho invertito l’idea di stare a Roma e son venuto sul territorio a vedere di persona gli insediamenti. Pur non avendo delle conoscenze tecniche de visu si capisce che la misura è nata qui, per quello che c’è a Manfredonia, Cerignola e San Severo. Sono rimasto molto impressionato da quello che ho visto a Borgo Mezzanone, oggi è insostenibile quella situazione, abbiamo un finanziamento importante e dobbiamo farlo fruttare, c’è bisogno di spendere e di dimostrarsi capaci di spendere. Adesso che abbiamo le risorse non c’è alternativa a fare e a fare bene”.
I sindacati hanno in questi mesi rilevato che il superamento dei ghetti non può voler dire erigere altri quartieri e blocchi abitativi, senza una reale integrazione con il resto della popolazione.
Il commissario segue una terza via. “Certamente nessuno ha intenzione di sostituire alle attuali baracche una mezza baracca, non c’è nei progetti. Il concetto di superamento porta con sé dignità del lavoratore, è importante ora avviare la fase 1. Io non ho deciso, non vendo fumo, se fosse per me libererei tutte le somme possibili, perchè quello che ho visto impatta molto emotivamente. Altrove come in Piemonte a Saluzzo ho visto molta organizzazione, che va premiata. Foggia come Napoli Castel Volturno la Calabria sono storicamente caratterizzate per la presenza dei ghetti e dobbiamo cancellarli”.
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