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E’ un momento di fermento per i porti del Tirreno settentrionale. Ne è consapevole Giovanni Tognotti, presidente di Spedimar, l’associazione labronica delle case di spedizione che aderisce a livello nazionale a Confetra e Fedespedi. Il settore delle imprese di spedizioni contribuisce all’industria logistica italiana con un fatturato di 33 miliardi di euro e un’incidenza 2,5 sul Pil del Paese.

A che punto è l’interlocuzione delle categorie con le istituzioni sul progetto di Zls? Quali sono i passaggi che mancano e cosa potrà cambiare la nuova Zls per il territorio e per le imprese del settore?

“Spedimar ha sempre avuto un’attenzione particolare al tema, già prima che la legge di bilancio 2018 istituisse ufficialmente le Zls. La Past President Spedimar Gloria Dari è stata forse una delle prime in Italia a parlare di Zes in tutte le loro varie declinazioni, seguendo poi buona parte dell’iter che ha portato alla redazione della proposta tecnica della Regione. Attualmente siamo fermi al Dpcm del 4 marzo scorso che ha costituito l’atto presupposto − atteso sei anni − che definisce la regolamentazione delle Zls del centro-nord. La Regione Toscana ha apportato le modifiche marginali richieste al progetto, sollecitando la conferenza delle Regioni affinché si giunga in tempi rapidi all’effettiva istituzione da parte del Governo. L’Istituzione della Zls e la conseguente modulazione di agevolazioni economiche e amministrative favorevoli alle imprese stimolerà l’insediamento di attività produttive e logistiche (esigenza imprescindibile per Livorno, quale area di crisi complessa) e sarà il terreno su cui l’ascolto e il contributo delle categorie potrà essere davvero fondamentale”.

La professione dello spedizioniere è in evoluzione assieme alla modernizzazione della catena logistica: anche la formazione degli operatori del futuro, in cui Spedimar è impegnata, sta cambiando? In che modo?

“La nostra professione e le nostre aziende sono in continua evoluzione per anticipare le sfide imposte dal contesto geopolitico, dalle dinamiche di mercato e dal peso crescente del tema della sostenibilità nelle sue declinazioni economica, ambientale e sociale. Presupposto indefettibile per affrontare queste sfide è garantire una solida formazione in ambito digitale a tutti i livelli. Lo sviluppo tecnologico rappresenta il vero motore della nostra epoca, imponendo tempi, strutture e organizzazione in funzione di sé medesimo. Lo vediamo nella nostra vita quotidiana e a maggior ragione nel mondo del lavoro, specie in un settore labour intensive quale quello logistico. La competitività può essere mantenuta solo mettendo al centro l’asset rappresentato dalle persone, con una formazione tecnologica allineata ai settori più in voga, la formazione di nuova leadership e lo sviluppo di competenze tecniche trasversali. Spedimar, in sintonia con Fedespedi, ha da tempo adeguato la sua offerta formativa destinata alle aziende per adattarla alle nuove esigenze”.

Rispetto alle delusioni del 2022, come sono andati i traffici di Livorno e Piombino nel 2023? Quali sono i punti deboli e i punti di forza?

“Il Porto di Livorno è caratterizzato attualmente da un quadro in chiaroscuro, con forti differenziazioni tra i vari segmenti di traffici. Senz’altro quello passeggeri e crocieristico sta vedendo una considerevole ripresa, essendo tornato quasi ai suoi livelli massimi raggiunti a metà degli anni ’10. Per quanto concerne invece il traffico commerciale il discorso è più complesso. A fronte di alcuni settori in ripresa − automotive, rinfuse liquide e traffico rotabile − vi sono altri segmenti fondamentali che destano segnali di forte preoccupazione, prodotti forestali e container su tutti. Quest’ultimo in particolare registra nel 2023 un allarmante −11,0% complessivo rispetto al 2022 e pure le prospettive per l’anno in corso appaiono molto negative. Tale dato risente delle congiunture politiche ed economiche internazionali ma sconta anche alcune criticità interne. Quello dei contenitori è un settore che merita di essere protetto e tutelato nel breve e nel medio termine in quanto uno sviluppo non omogeneo di alcune categorie di traffici a scapito di altre costituirebbe un limite e non certo una risorsa per tutta l’economia e le attività, non solo in ambito provinciale ma regionale”.

Per quanto riguarda gli ultimi mesi, qual è l’impatto della crisi del Mar Rosso per i porti toscani?

“Quella del Mar Rosso è l’ultima di una serie di crisi sistemiche che hanno colpito l’industria marittima negli ultimi anni, mettendo sotto stress l’intera catena logistica. Livorno non è stata impattata in modo troppo diretto da questa situazione dato che le rotte seguite dalle merci che scalano il nostro porto riguardano soprattutto gli Stati Uniti e Centro-Sud America e non il Far East per mancanza di servizi diretti dovuta purtroppo alle carenze infrastrutturali. Solo le auto nuove provenienti dal Far East hanno registrato non un vero e proprio calo, ma alcuni disagi per la ritardata consegna dei veicoli. In una visione di sistema la crisi ha però senz’altro avuto effetti indiretti per gli scali portuali dell’Alto Tirreno al pari degli altri porti italiani. Tale situazione di difficoltà rappresenta peraltro il riflesso che gli effetti che le crisi di sistema stanno producendo sul tessuto produttivo locale”.

Dal punto di vista della realizzazione delle infrastrutture al servizio dei traffici e delle banchine del Tirreno settentrionale, a che punto sono i cronoprogrammi delle varie opere?

“Il porto di Livorno aspetta da anni che siano portate a compimento le opere necessarie per il proprio sviluppo e le proprie connessioni sia a mare che a terra. Grazie al Pnrr su molti di questi progetti è stata data un’accelerazione significativa. Darsena Europa in primis, su cui sta convergendo un impegno coordinato delle Istituzioni a tutti i livelli: sono notizie di questi giorni l’ottenimento – finalmente! – del via libera definitivo della Commissione Via-Vas del Ministero dell’Ambiente e il finanziamento di 90 milioni di euro ottenuto dalla BEI, segno tangibile che vi è l’interesse forte a portare l’opera a compimento entro il termine previsto del 2028. Procedono i lavori presso il microtunnel all’ingresso del canale industriale, coi lavori di rimozione delle vecchie tubature Eni il che consentirà di iniziare i lavori di allargamento del canale di accesso per permettere il transito delle navi full container di lunghezza superiore ai 330 metri. Fondamentali anche i lavori per la realizzazione dello scavalco ferroviario, che collegherà il porto all’Interporto Vespucci di Guasticce con tempi di realizzazione previsti entro il 2025. Per le altre opere, assolutamente necessarie, di connessione ultimo e penultimo miglio ferroviari (bypass di Pisa e raccordo Interporto-Corridoio ScanMed) si rimane in attesa di una definizione chiara delle tempistiche, anche se sembra confermato l’impegno del Governo a recuperare nei prossimi provvedimenti di finanza pubblica tutte le coperture necessarie per questo progetto strategico”.

 

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