ANCONA – Terremoto del 2022, il parlamento proroga lo stato di emergenza fino a settembre 2025. A darne notizia è il commissario regionale di Forza Italia Francesco Battistoni. «Con il Dl Ricostruzione – afferma l’onorevole – approvato in Senato e passato al voto conclusivo della Camera, il parlamento ha approvato una serie di misure che vanno incontro alle esigenze dei territori delle Marche colpiti dagli eventi calamitosi e che, grazie al decreto, potranno accedere ad ulteriori agevolazioni per la ricostruzione e per la messa in sicurezza dei territori».
Battistoni, che è anche vicepresidente della commissione ambiente, entra nello specifico: «La prima novità è quella di avere prorogato fino a settembre 2025 lo stato di emergenza per alcune zone delle Marche tra cui le province di Ancona e Pesaro-Urbino, dei comuni di Camerino, di Montecassiano e di Treia, insieme ad altre in provincia di Macerata, dando all’azione commissariale un tempo adeguato a poter consolidare le misure già in atto fino a compimento». Il deputato prosegue: «Accanto a questa misura vengono introdotte una serie di modifiche alla disciplina della ricostruzione nei territori colpiti dagli eventi calamitosi, riconoscendo come novità assoluta un contributo ai privati che abbiano subito danni ai beni mobili. Una misura fortemente voluta da Forza Italia e che movimenta risorse pari a 560 mln di euro». Inoltre «nei territori dove fosse impossibile la ricostruzione degli edifici danneggiati, il decreto prevede che possano essere destinati al rimborso fino al 100 per cento delle spese occorrenti per l’acquisto di aree edificabili alternative o di immobili immediatamente disponibili nello stesso comune dove si trova l’abitazione danneggiata. Questa misura di assoluta novità e di buon senso – conclude l’onorevole Battistoni – va proprio nella direzione di incentivare la ricostruzione privata e di intervenire in modo più tempestivo e efficace in caso di calamità, con l’obiettivo di permettere alla popolazione di poter rientrare nelle proprie abitazioni, abbandonando lo stato di incertezza e di precarietà presente e che in molti territori, soprattutto quelli maggiormente danneggiati, è una forte criticità».
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