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“Per la Liguria è momento un po’ particolare ma non sono abituato a rinviare e a far finta di niente: rispetto le inchieste in corso ma il mio impegno è che le inchieste non fermino lo sviluppo infrastrutturale di Genova e della Liguria. Il futuro del primo porto italiano non può dipendere da altre categorie politiche o parapolitiche”. Lo ha affermato il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini parlando alla Stazione Marittima Ponte dei Mille di Genova, in occasione di un appuntamento de “L’Italia dei Sì 2023-2032 – Progetti e grandi opere in Italia”, la presentazione itinerante dei progetti infrastrutturali per l’Italia.

“Conto di incontrare Toti il prima possibile” e “parleremo di futuro. E’ strano tenere agli arresti per mesi un governatore eletto e stimato dai cittadini, che tanto ha fatto per la sua terra. Di solito in carcere ci si va dopo una condanna e dopo un processo, non prima”.

“Conto di andare a parlare con Toti di lavoro. Ampliare il porto di Genova significa dare più lavoro, il porto di Genova è una ricchezza per tutta Italia, può diventare uno dei primi porti europei, spero che nessuno voglia bloccare lo sviluppo del porto di Genova, quindi incontrerò Toti il prima possibile, spero. Noi non stiamo ragionando di elezioni in Liguria, stiamo lavorando per amministrare la Regione”.

“Conto che anche a Genova la sovrintendenza dia il suo contributo allo sviluppo della città” nel caso del tunnel subportuale di Genova, “un’opera fondamentale da 1 miliardo di investimento”. Ha affermato il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini. “In Italia quando scavi trovi qualcosa – ha ricordato – l’approccio intelligente è mettere in sicurezza quello che trovi senza bloccare l’infrastrutturazione e lo sviluppo di un territorio”.

“Ho detto ad Autostrade che la Gronda non è una possibilità, è un dovere che hanno nei confronti dei liguri e degli italiani. È chiaro che i costi sono aumentati, però una parte dei miliardi che coloro che gestiscono le autostrade incassano coi pedaggi vada reinvestita in manutenzione e nuove opere mi sembra naturale”. “Della Gronda – ha sottolineato Salvini – si parla da 30 anni e la sinistra non l’ha mai voluta fino in fondo. Il nostro obiettivo è che la società privata Autostrade per l’Italia metta i soldi necessari per quest’infrastruttura utile per togliere traffico e inquinamento e portare ricchezza in Liguria. È chiaro che i costi sono saliti, però rimane un’infrastruttura strategica. È curioso che il Pd, che per 30 anni non l’ha fatta e ha approvato il progetto di cui stiamo parlando, chieda di modificare il suo stesso progetto, però tiriamo dritti. Le inchieste non fermano né me né la Liguria”.

“Oggi – ha concluso il ministro – stanno ancora stimando di quanto sono aumentati i costi. Però coi se e coi ma non si fa nulla. Sto riavviando opere pubbliche ferme da 40 o 50 anni. Vorrei chiedere agli amici del Pd che la Gronda non l’hanno fatta e oggi spiegano a noi come farla di dare una mano anziché proporre nuovi tracciati. È chiaro che oggi i 4,2 miliardi possono essere diventati 6 o 7 ma la Gronda di Genova è un’opera fondamentale”.
“La caccia alle streghe non fa bene a nessuno. Se qualcuno ha sbagliato, è giusto che paghi. Però, guardare con sospetto sia gli imprenditori che i sindaci che gli amministratori fermerebbe il Paese”, ha aggiunto il vicepremier Matteo Salvini, rispondendo poi alle domande dei giornalisti sulla maxi inchiesta che ha portato tra l’altro agli arresti domiciliari per il governatore Giovanni Toti. “Nel mondo non succede spesso che si tenga agli arresti qualcuno eletto dai cittadini prima ancora che inizi un processo, questo è abbastanza particolare- prosegue il leader della Lega- che ci sia pericolo di fuga non penso che riguardi Toti, che sia pericolo di inquinamento delle prove dopo tre o quattro anni di intercettazioni mi sembra curioso, e anche la reiterazione del reato con tutto quello che è accaduto mi sembra che sarebbe l’ultima delle cose che chiunque avrebbe intenzione di fare”.

Per questo, aggiunge il ministro, “siccome il codice penale prevede queste tre fattispecie per tenere agli arresti qualcuno, che gli abbiano confermato gli arresti è curiosa come cosa. Però rispetto quello che fanno e andrò a parlare di lavoro invece che in Regione a casa sua”. Poi, aggiunge, “spero che nessuno voglia fermare lo sviluppo del porto di Genova”.Non poteva non commentare l’inchiesta sulla corruzione che sta scuotendo la Liguria il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, oggi a Genova per “L’Italia del sì”, convegno sulle grandi opere alle Stazioni Marittime. Anche perché più volte si è fatto il suo nome quando si ipotizzavano nuovi incontri per il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, agli arresti domiciliari da maggio.

Toti non ha visto Salvini oggi, ma proprio nelle scorse ore è arrivato il parere favorevole della procura ai nuovi incontri con esponenti politici: “Toti conto di incontrarlo il prima possibile – ha detto il ministro – e parleremo di futuro. È strano tenere agli arresti per mesi un governatore eletto e stimato dai cittadini che tanto ha fatto per la sua terra: di solito in carcere ci vai per una condanna e dopo un processo, non prima”. Ma a Toti verrà chiesto di dimettersi? Salvini taglia corto: “Conto di andare a parlare di lavoro. Non stiamo ragionando di elezioni ma stiamo lavorando per amministrare la Regione Liguria. Oggi c’è il presidente facente funzioni, ci sono tanti sindaci. Per me andare avanti e portare avanti tutti i cantieri aperti a Genova e in Liguria è un dovere, non un hobby”. Neanche su un’eventuale candidatura del suo vice Edoardo Rixi alle eventuali elezioni anticipate si sbilancia: “Non parliamo di elezioni, c’è un governatore eletto”.

 

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