Ci sono anche Ivan Levytskyi e Bohdan Heleta, padri della congregazione del Santissimo Redentore, tra le 10 persone rilasciate dalla Russia in uno scambio di prigionieri con l’Ucraina. I due sacerdoti erano stati arrestati il 16 novembre 2022 e per un lungo periodo non si erano ricevute notizie. Nell’annunciare con un post su X la liberazione di questo gruppo di persone, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha scritto: «Sono grato a tutti coloro che hanno aiutato. Ringrazio la nostra squadra che lavora per liberare i prigionieri. Vorrei anche riconoscere gli sforzi della Santa Sede per riportare a casa queste persone».
I due redentoristi erano rimasti nei territori occupati
Analoghi sentimenti sono stati espressi anche dal primate e capo della Chiesa greco cattolica ucraina, sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, che ha ringraziato Papa Francesco, il cardinale Pietro Parolin e l’intero corpo diplomatico vaticano. Un ringraziamento particolare è stato indirizzato al cardinale Matteo Zuppi, che aveva più volte sollecitato la liberazione dei due religiosi, e all’arcivescovo Visvaldas Kulbokas, nunzio apostolico in Ucraina. Ciascuno di loro, si legge in un comunicato della Chiesa greco-cattolica ucraina, ha dato un inestimabile contributo personale affinché questo evento diventasse realtà.
Nel comunicato si ricorda anche che i sacerdoti Ivan Levytskyi e Bohdan Heleta avevano scelto di rimanere con la loro comunità nei territori temporaneamente occupati svolgendo il loro ministero sia per la comunità greco-cattolica sia per quella cattolica romana. Erano stati arrestati con l’accusa di essere in possesso di armi. Recentemente il primate e capo della Chiesa greco cattolica ucraina aveva ricevuto la conferma che i due redentoristi erano ancora in vita.
Ascolta il nunzio Kulbokas sulla liberazione dei due sacerdoti su Vatican News
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