Assoutenti: senza interventi il bonus casa può tornare al 36%
ROMA. Come lo scorso anno. L’ipotesi di una tassa sugli extraprofitti delle banche e delle società energetiche riaccende la tensione nella maggioranza. La caccia alle risorse per finanziare gli interventi nella Manovra deve fare i conti con il vero e proprio muro alzato da Forza Italia: «Noi siamo assolutamente contrari alla tassa sugli extraprofitti, l’abbiamo detto fin dall’inizio, ma non abbiamo avuto nessuna segnalazione di questa direzione. C’è il nostro no, ma il ministro Giorgetti non ne ha mai parlato. La considero un periodo ipotetico dell’irrealtà», avverte il ministro degli Esteri e segretario di Forza Italia, Antonio Tajani. Il Governo lavora alle linee guida della prossima legge di Bilancio mentre si appresta a varare in Consiglio dei ministri, martedì prossimo, il Piano strutturale a medio termine da inviare a Bruxelles. La priorità scelta dalla maggioranza è la proroga del taglio del cuneo fiscale fino a 35mila euro, già in vigore da maggio 2023, con il tentativo di ampliare il provvedimento in misura ridotta fino a 55-60mila euro. E poi la conferma dei provvedimenti varati con la finanziaria dello scorso anno: risorse per i contratti e gli straordinari alle forze dell’ordine e il personale sanitario, agevolazioni sui mutui per gli under 36 sull’acquisto della prima casa. Si punta anche a destinare 2 miliardi aggiuntivi alla sanità. Il Governo è pronto a mettere nero su bianco un piano per la natalità con la detassazione per i nuclei più numerosi tramite un intervento sull’assegno unico o delle detrazioni fiscali specifiche.
Ma lo scoglio restano le risorse limitate. Tra le fonti di finanziamento della Manovra, come annunciato dalla premier Giorgia Meloni, ci sarà un drastico ridimensionamento dei bonus. In questo senso un allarme lo lancia Assoutenti: il 2025 rischia di essere un anno di tagli ai bonus, spiega l’associazione di consumatori, che segnala come il settore edilizio e della casa sarà quello più interessato dai tagli, con numerosi bonus che – senza interventi in Manovra – spariranno o saranno fortemente ridimensionati. Si va dai bonus mobili e bonus decoder (che rischiano di finire) al bonus ristrutturazione (che potrebbe scendere dal 50% al 36%), ma c’è anche la carta Cultura.
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