Le elettriche restano al di sotto del 4% delle immatricolazioni mentre i punti di ricarica, soprattutto sulle autostrade, crescono senza sosta: rispetto al 2022 sono quasi raddoppiati. E solo quattro Nazioni in Europa sono messe meglio
Il monitoraggio trimestrale dell’associazione Motus-E conferma che la (supposta) mancanza di colonnine per la ricarica – al di l che certi territori sono ben coperti e altri no – sia un aspetto errato nello spiegare la povert del mercato delle auto elettriche in Italia: al 30 giugno, stando al monitoraggio trimestrale , risultavano installati 56.992 punti a uso pubblico, in crescita di 11.782 unit nei 12 mesi, di 6.314 unit dall’inizio dell’anno e di 2.828 nell’ultimo trimestre. In due anni, il numero dei punti quasi raddoppiato, partendo da 30.704. Interessante il confronto con i dati pi aggiornati per la quota di elettrico sul mercato, il periodo gennaio-luglio 2024: la quota delle immatricolazioni (dati Unrae) stata del 3,8% sul totale, esattamente la stessa del 2023 mentre nel 2022 era al 3,6%
Primi i Paesi Bassi
Per capire ulteriormente, ha senso leggere il rapporto EAFO (l’European Alternative Fuels Observatory) da cui si evidenzia che in EU i punti di ricarica ad accesso pubblico hanno superato quota 700 mila, a fine giugno. C’ stato un incremento significativo sia dei punti di ricarica in AC, pari a 630.113 unit, sia in DC con 103.028 punti di ricarica. Meglio di noi, guardando al numero puro, ci sono unicamente Paesi Bassi, Germania, Francia e Belgio. Paesi Bassi e Belgio, insieme alla Danimarca sono i migliori calcolando il numero delle colonnine ogni 10mila abitanti ma ancora pi importante guardare a Germania e Francia che hanno rispettivamente una quota di auto elettriche sul mercato totale intorno al 18% e al 13% ma con circa 90mila e 85mila colonnine. A conferma che l’Italia ha i punti di ricarica, ma non le auto elettriche.
Roma e Milano in testa
Tornando all’ultimo monitoraggio e-Motus, si nota la crescita delle installazioni lungo le autostrade, dove sono presenti 963 colonnine (erano 657 un anno fa e 235 alla fine di giugno 2022), di cui l’85% di tipo veloce in corrente continua e il 62% supera i 150 kW di potenza. Il 41% delle aree di servizio autostradali dotato gi di infrastrutture adeguate. Quanto alle regioni, sempre la Lombardia ad avere il maggior numero di punti di ricarica (10.902 punti di ricarica, +3.245 negli ultimi 12 mesi), davanti a Piemonte (5.775 punti, +1.261), Lazio (5.641 punti, +1.290), Veneto (5.508 punti, +1.088) ed Emilia-Romagna (4.720, +754). Tra le Province, Roma rimane al primo posto (4.451 punti, +1.052), seguita da Milano (3.618 punti, +1.074), Napoli (2.839 punti, +212), Torino (2.641 punti, +634) e Brescia (1.681 punti, +216).
Si spera nel PNRR
Per il futuro, si guarda al Pnrr che prevede solo l’installazione di oltre 41.000 punti di ricarica ad alta e altissima potenza, ma anche la loro connessione alla rete e l’attivazione entro fine 2025. Attualmente, il 17,9% dei punti installati in attesa di collegamento e attivazione. E-Motus secondo il presidente Fabio Pressi, segnala un lieve rallentamento delle installazioni nell’ultimo trimestre, un fenomeno legato alla decisione degli operatori di attendere lo sblocco degli ultimi bandi per i fondi del Pnrr. Per centrare gli obiettivi del Piano sar determinante il contributo di tutti gli attori coinvolti, dalle municipalit ai distributori di energia elettrica, chiamati anch’essi a un impegno eccezionale. In questo senso, mi auguro che la Piattaforma Unica Nazionale dei punti di ricarica per i veicoli elettrici possa dare vita, in prospettiva, anche a un efficace strumento per la pianificazione della rete, come avviene in altri Paesi Ue.
14 agosto 2024 (modifica il 14 agosto 2024 | 11:06)
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