Senatore Franco Silvestro si aspettava questo boom di firme per chiedere il referendum contro l’Autonomia differenziata?
«Anzitutto, ricordo che è stato possibile perché il governo di centrodestra ha autorizzato la raccolta di firme in digitale: avrei voluto vederli raccogliere firme sulle spiagge… Si sono messi in 17 tra partiti, gruppi, lobbies, come nella foto che hanno fatto scattare. Non mi pare un risultato eccezionale. Vedremo al voto, sempre se la Corte Costituzionale ammetterà il referendum. In ogni caso dovrebbero convincere 13 milioni di elettori astensionisti che hanno già bocciato questa politica, Pd compreso».
L’opposizione sostiene che questa riforma azzopperà il Mezzogiorno: lei cosa dice?
«Le disuguaglianze tra Nord e Sud sono figlie della riforma del titolo V della Costituzione e di venti anni di governo di sinistra. Dobbiamo trovare la strada politico-istituzionale per rideterminare la parità tra cittadini italiani nati in diversi luoghi del Paese».
Dalla Campania, che è prima per firme presentate, è arrivato un segnale forte: come rassicurare i cittadini che temono la riforma?
«Come ha spiegato al vostro giornale il segretario Tajani, Forza Italia sarà il partito che garantirà il Sud sull’Autonomia. Gli ordini del giorno approvati con le nostre proposte tutelano innanzitutto il Meridione. E grazie all’Osservatorio delle Regioni, varato proprio da Fi, vigileremo affinché l’Autonomia differenziata venga ben applicata. Il vero rischio per il Sud è schierarsi a difesa dell’esistente, cioè di un Paese a due livelli, come fa la sinistra. Invece un cambiamento mirato e garantito può innescare la fuoriuscita dal sottosviluppo economico».
Lei presiede la commissione degli Affari regionali, che si occupa anche dei Lep: cosa si sta facendo per mettere le giuste garanzie affinché tutte le regioni partano con le stesse garanzie?
«La commissione sta dando un contributo importante in tal senso. A luglio abbiamo completato un ciclo di audizioni sui Lep in tutte le Regioni. E’ stato giusto confrontarsi sull’argomento con le autonomie locali, gli ordini professionali e l’associazionismo, e con quei corpi intermedi che la Riforma del titolo V della Costituzione del 2001 ha riconosciuto come preesistenti allo Stato repubblicano».
Intanto le Regioni governate dalla Lega hanno chiesto ufficialmente le deleghe: insomma vogliono partire subito.
«L’Emilia Romagna di Bonaccini e Schlein sua vice, aveva chiesto le deleghe insieme alle Regioni governate dal centrodestra. Ora le contraddizioni per la virata opportunistica del Pd emergono e l’ala di Enrico Morando dice apertamente che opporsi all’Autonomia è sbagliato. Altri lo pensano ma non sono ancora usciti allo scoperto».
Non teme che il referendum, qualora passasse il voto contro l’Autonomia, si tramuti in uno scossone per il governo e la sua maggioranza?
«Il premier Meloni ha già chiarito come l’esito del referendum, se si farà, non influirà sul governo. Un referendum non sarebbe un giudizio di Dio. Ma la conferma o meno di una riforma avviata dalla sinistra e largamente condivisa».
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