ASCOLI L’obiettivo dell’Arengo sul fronte commerciale, adesso, è potenziare l’offerta cittadina e, in particolare, quella del centro storico, incentivando con agevolazioni in fase di studio possibili aperture delle tipologie mancanti o presenti in misura molto marginale.
Il punto di partenza
L’intenzione del sindaco Fioravanti, in condivisione con l’assessore al commercio Laura Trontini e sulla scia del percorso avviato insieme al predecessore Nico Stallone nella precedente legislatura, è quella di ripartire dalla prima mappa-censimento messa a punto – grazie al Suap dell’ente – e presentata alla città nello scorso mese di aprile per poi attivare tutte le leve fiscali o premiali possibili per incentivare l’apertura di nuove attività del no food assenti o quasi sotto le cento torri.
L’esempio di Bologna
In tale direzione, l’amministrazione comunale con gli uffici preposti sta studiando possibilità e procedure che altre città, come ad esempio Bologna, hanno già sperimentato. Il nodo da sciogliere è quello di favorire il potenziamento di negozi e tipologie non presenti in determinate zone e, contestualmente, cercando di riequilibrare l’offerta complessiva che vede, specie nella zona nevralgica del centro, ovvero quella tra piazza del Popolo viale De Gasperi e lo Squarcia (inclusa piazza Arringo), un esubero di attività food. Tra le ipotesi di incentivi già ventilate e in fase di valutazione, eventuali agevolazioni fiscali (Tari) o un contributo premio per chi apre una delle attività mancanti e la tiene aperta almeno per 3 anni.
I vuoti da colmare
Nello scenario attuale del commercio nel centro storico ascolano, con un totale di 415 attività presenti (182 negozi di varia tipologia, 121 unità del settore food, 42 attività di servizi alla persona, 42 attività alimentari e 29 attività artigianali e professionali), è emerso che ci sono tipologie del tutto assenti, come ad esempio quelli per la vendita di animali, quelli di articoli per bambini o di giocattoli, quelli di fumetti-comics e videogiochi e, ancora, quelli di articoli per il giardinaggio o di prodotti agricoli.
Inoltre, per quel che riguarda i servizi alla persona, non ci sono centri benessere e sul fronte delle attività artigianali e professionali, mancano in centro fabbri, elettrauto, gommisti, vetrai e attività di tolettatura animali. In totale, 10 tipologie di attività del tutto assenti in centro storico, affiancate da altre tipologie presenti con una sola unità. Ovvero 1 negozio di musica-strumenti musicali, 1 di apparecchi acustici, 1 merceria, 1 di abiti da lavoro, 1 ferramenta-utensileria-hobbistica, 1 di borse e pelletteria, 1 sala da thè-cioccolateria-latteria e 1 liutaio. E su questo fronte l’Arengo intende lavorare, lasciando comunque aperte le porte anche ad eventuali nuove catene nazionali.
Le zone piu food
Al contrario, l’ideale sarebbe riuscire a limitare nuovi insediamenti food nella zona a maggiore concentrazione di pubblici esercizi e altre attività legate a cibo e bevande, ovvero quella che ricomprende tutta l’area delimitata a nord da corso Mazzini a ovest a partire dal tratto di via del Trivio dietro Palazzo dei capitani, quindi includendo piazza del Popolo e corso Trieste, per arrivare ad est fino alla chiesa del Carmine, ma anche tutta la zona ex Carisap, il Lungo Castellano, corso Vittorio Emanuele, viale De Gasperi e la zona dello Squarcia e piazza Matteotti. In quest’area, per il settore food risultano presenti 58 attività così suddivise: 19 bar, 16 ristoranti-trattorie, 8 pizzerie, 7 paninoteche-friggitorie-pub, 5 gelaterie-yogurterie, 2 Kebab, 1 pasticceria, 1 sala da tè-cioccolateria-latteria. L’obiettivo, come detto, è integrare e migliorare l’offerta commerciale del centro storico ascolano.
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