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AgenPress – Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria, già sotto inchiesta per corruzione,  e ai domiciliari dal 7 maggio per corruzione, con l’accusa di violazione alla legge sul finanziamento di partiti in relazione a 50mila euro che sarebbero stati versati da Esselunga alla tv genovese Primocanale per le elezioni comunali del 2022 poi vinte dall’attuale sindaco Marco Bucci, non indagato, è ora accusato di finanziamento illecito.

La vicenda riguarda gli spot elettorali pagati, secondo la ricostruzione della procura di Genova, sottobanco da Esselunga e proiettati sul maxi schermo di Terrazza Colombo, nel capoluogo ligure. Risultano indagati per lo stesso reato anche l’ex braccio destro di Toti, Matteo Cozzani, l’ex senatore e proprietario di Primocanale, Maurizio Rossi, e l’ex consigliere di Esselunga, Francesco Moncada.

L’11 luglio scorso, il Tribunale del Riesame ha respinto il ricorso per la revoca dei domiciliari presentato da Stefano Savi, avvocato difensore di Toti. Nei giorni scorsi, in una lettera al suo legale, il presidente ligure aveva aperto all’ipotesi di dimissioni: “Non mi spaventa rinunciare ad un ruolo a cui pure sono legato. Vedo come una liberazione poter ridare la parola agli elettori, ma la presidenza non è un bene personale”.

“Le esigenze relative al nuovo interrogatorio di garanzia, fissato per domani, ci costringono a rivedere il calendario degli incontri previsti dal presidente Toti, in particolare quello con il vice presidente del Consiglio Matteo Salvini, che sarà posticipato ovvero, data la fittissima agenda di impegni istituzionali, potrebbe svolgersi in remoto, ove i magistrati lo consentano tenuto conto degli impegni dell’alta carica istituzionale”, rende noto l’avvocato Stefano Savi che difende il governatore ligure.

La nuova misura cautelare prevede il divieto “di comunicare con persone diverse da congiunti o familiari conviventi come unica misura adeguata a svolgere una efficace funzione cautelare – dovendo ritenersi del tutto inadeguata l’applicazione di altre misure cautelari – nonché proporzionata alla notevole gravità dei fatti”. Una decisione presa dalla giudice di Genova Paola Faggioni, la stessa che ha firmato la prima ordinanza e che autorizza le istanze della difesa di Toti al quale da settimane vengono concessi incontri politici.

“E’ evidente la permanenza e attualità del pericolo che l’indagato possa reiterare analoghe condotte – peraltro ritenute pienamente legittime e corrette dal predetto – tenuto conto anche del fatto che nel 2025 sono calendarizzate le elezioni regionali e che la campagna per la raccolta dei fondi è già iniziata”, si legge in uno dei passaggi dell’ordinanza con cui il gip di Genova motiva le esigenze cautelari (arresti domiciliari) nei confronti del governatore ligure.

Il pericolo di reiterazione “si configura vieppiù concreto” considerando che Toti “continua tuttora a rivestire le medesime funzioni e le cariche pubblicistiche, con conseguente possibilità che le stesse vengano nuovamente messe al servizio di interessi privati in cambio di finanziamenti. Al riguardo, è anche particolarmente significativo il fatto che, nel corso delle indagini, erano emerse, da parte di Moncada, richieste di interessamento a Toti anche in relazione ad ulteriori pratiche amministrative coinvolgenti competenze regionali e, in particolare, in relazione all’apertura di ulteriori punti vendita Esselunga a Savona e Rapallo. Rimane, pertanto, il pericolo concreto che l’indagato possa continuare ad agevolare gli interessi di tali gruppi imprenditoriali” conclude la gip Faggioni.

 

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