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Una lettera aperta ai partiti del campo progressista con la richiesta di fare fronte comune. Questa l’iniziativa lanciata da Genova che osa e Arci in vista delle elezioni regionali che si svolgeranno a ottobre 2024 dopo le dimissioni di Giovanni Toti nell’ambito dell’inchiesta sulla corruzione in Liguria. Le due associazioni chiedono che le “priorità del campo largo siano decise dal basso” attraverso un “percorso di partecipazione che ha lo scopo di dare un contributo di priorità e idee al centrosinistra e di favorire la costruzione di una comunità larga di persone, di sinistra, unite intorno a priorità condivise”. Le primarie popolari, fanno sapere, si apriranno lunedì 5 agosto con un questionario. A settembre sarà convocata una assemblea pubblica per validare quanto emerso e per consegnarlo alla persona che sarà candidata dal centrosinistra. Di seguito il testo della lettera aperta.

La lettera aperta di Genova che osa e Arci

“La Liguria è la dimostrazione di come l’intreccio di interessi tra pochi, politici e imprenditori, determini un sistema economico non democratico e inclusivo e che alimenta le diseguaglianze.

Il caso Ermini di pochi giorni fa ha rivelato quanto il problema sia trasversale e diffuso. Dimostrando però anche la voglia del centrosinistra, grazie all’impegno di una parte del suo gruppo dirigente, di spezzare questo meccanismo. 

Il problema però esiste e deve essere affrontato al di là dell’impegno dei singoli, prevedendo una serie di regole chiare. Per questo settimane fa vi abbiamo rivolto un appello, vi abbiamo chiesto alcuni impegni, come decidere di rinunciare a finanziamenti da imprese e imprenditori, promuovere una legge sulle lobby, tagliare davvero i ponti col sistema “Toti”, a partire dal non ricandidare quelle persone vi hanno avuto rapporti diretti. 

In questi anni Toti, così come Bucci, hanno rifiutato il confronto e disprezzato il dialogo, chiusi nelle loro stanze ascoltavano solo i pochi della loro cerchia. Le intercettazioni, al di là della loro rilevanza penale, hanno mostrato il perché: pochi imprenditori privilegiati hanno sfruttato i loro soldi e la loro influenza per determinare le priorità e mettere i loro interessi prima dei bisogni delle persone. 

Il campo largo, alla sua nascita, deve dimostrare di agire in modo del tutto differente: regole chiare per garantire una politica al servizio delle persone e apertura all’ascolto per realizzare una Liguria egualitaria e solidale.

Noi vogliamo dare un contributo e abbiamo deciso di lanciare delle “primarie popolari”,  offrendo alle persone uno strumento per partecipare, indicare le priorità politiche, i temi e gli ambiti più urgenti. 

Sappiamo che non è possibile costruire una società più giusta agitando la bacchetta magica, soprattutto dopo quasi dieci anni di governo della destra. L’incapacità di definire priorità condivise porta a scrivere programmi che sono compilazioni, liste della spesa di temi. Tanti sono i temi urgenti e importanti, ma non è possibile agire su tutti allo stesso tempo e con la medesima efficacia.

Con le primarie popolari vogliamo contribuire a costruire una comunità larga di persone, di sinistra, unite intorno a priorità condivise in modo consensuale, cooperativo e solidale.

Fino a settembre raccoglieremo le risposte di chi vorrà partecipare, le valideremo in una assemblea pubblica aperta e poi le presenteremo alla persone che sarà candidata”.

Genova che osa, Arci Liguria

 

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