È iniziata pochi minuti dopo le 15 alle autolinee di Latina la manifestazione organizzata dall’associazione Comunità indiana del Lazio per Satnam Singh, il bracciante trentunenne abbandonato davanti casa dal suo datore di lavoro dopo aver perso il braccio destro in un incidente avvenuto in un’azienda agricola di borgo Santa Maria.
Al corteo, che si è poi spostato in piazza della Libertà, dove si svolgono gli interventi dei rappresentanti della comunità indiana e dei sindacati, è presente la Fai Cisl, la Uila-Uil, la Usb, oltre a decine di appartenenti alla comunità indiana arrivati da tutto il Lazio (Latina, Aprilia, Cisterna, Sabaudia e Terracina) e non solo.
“Siamo pronti a gridare per dire basta ad uno sfruttamento che dura da secoli” le parole dal furgone che guidava il corteo.
La manifestazione a Latina
Le bandiere dei sindacati sventolano nel corteo
Alla manifestazione ha partecipato anche Coldiretti, con una delegazione nazionale e locale. “Quanto accaduto è una tragedia intollerabile che inorridisce il mondo agricolo e conferma la necessità di combattere il caporalato attraverso pene severe e controlli rigorosi” si legge in una nota. “Controlli che colpiscano il lavoro nero e lo sfruttamento, per tutelare la dignità dei lavoratori e contrastino il tentativo delle agromafie di estendere il proprio controllo sul settore agroalimentare, sfruttando le persone e soffocando l’imprenditoria onesta. Coldiretti, ricordando quanto l’organizzazione abbia sostenuto fortemente la legge contro il caporalato, è pronta a dare il proprio contributo nel dialogo con il Governo e con i sindacati”.
Sul palco ha preso la parola Onofrio Rota, segretario generale della Fai Cisl. “Satnam – ha detto – non è morto per un incidente sul lavoro, è stato ucciso dalla brutalità di un sistema. Un sistema marcio che umilia le persone, le loro famiglie e le stesse imprese sane che operano nella legalità.” “Però attenzione – ha aggiunto -, se oggi siamo qui è perché il dolore e la rabbia devono trasformarsi in qualcos’altro, devono diventare proposta, partecipazione, solidarietà, azione: non siamo più disposti ad assistere a una politica lenta, burocratica, cieca, mentre la criminalità invece corre e ci vede benissimo”.
“Noi da qui, oggi – ha detto anche Rota – dobbiamo pretendere risposte strutturali e cambiare le cose. Ecco perché dobbiamo darci un cronoprogramma, come abbiamo chiesto al Governo, per fare alcune cose con tempi certi: superiamo i decreti flussi, favoriamo l’emersione degli immigrati, superiamo la Legge Bossi Fini, diciamo basta alle cooperative senza terra, introduciamo la decontribuzione per le imprese che si iscrivono alla Rete del lavoro agricolo di qualità, coinvolgiamo gli enti bilaterali nel reperimento della manodopera, utilizziamo le tecnologie delle Forze dell’Ordine per incrociare i dati. E poi rendicontiamo i soldi del Pnrr stanziati per i braccianti: dove sono i 200 milioni programmati per superare i ghetti? A Latina spettano quasi 4 milioni e 400 mila euro: dove sono, come verranno spesi, con quali tempi? Noi a tutto questo dobbiamo avere risposte”.
Nel servizio dell’inviata Isabella Di Chio le interviste a Matilde Celentano, sindaca di Latina; Maria Innamrato, vice sindaca di Cisterna di Latina; Gerardo Stefanelli, presidente della Provincia di Latina; Gurmuk Singh, presidente Comunità indiana del Lazio.
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