TRIESTE – Il Friuli-Venezia Giulia punta sul futuro del lavoro, investendo oltre 100 milioni di euro per supportare l’occupabilità e la formazione professionale. È quanto emerso dalle dichiarazioni dell’assessore regionale al lavoro, Alessia Rosolen, che ha presentato i dati occupazionali dei primi mesi del 2024 durante una conferenza stampa.
Rosolen ha illustrato le strategie messe in campo dalla Regione per sostenere i lavoratori attraverso i programmi Gol (Garanzie di occupabilità dei lavoratori) e PiAzZa (Piano di azione zonale per l’apprendimento), che prevedono percorsi formativi per l’aggiornamento e la qualificazione professionale. Gli investimenti regionali sono rafforzati anche dal contributo del Fondo Sociale Europeo, che gioca un ruolo cruciale nel finanziare le attività formative.
Settori in difficoltà e aree di crescita
Nonostante l’impegno della Regione, l’industria rimane un settore critico. Nel 2024, si è registrata una diminuzione di 4.200 posti di lavoro nel comparto industriale, evidenziando una sfida significativa per il sistema economico regionale. “L’area dove registriamo la maggior criticità è l’industria”, ha dichiarato Rosolen, sottolineando come questa sofferenza debba essere affrontata con interventi mirati.
Al contrario, i dati relativi al settore dei servizi dipingono un quadro più positivo. Con un incremento di 9.400 nuovi posti di lavoro, i servizi sono stati il vero traino dell’occupazione regionale. Anche il settore delle costruzioni ha mostrato segnali di ripresa, con 2.400 occupati in più. Questi dati indicano come, nonostante le difficoltà in alcuni comparti, la dinamica occupazionale del Friuli-Venezia Giulia stia lentamente migliorando.
Tasso di disoccupazione e gender gap
Un altro dato significativo riguarda il tasso di disoccupazione, che si attesta al 3,4%. Questo valore, se confrontato con la media nazionale, posiziona il Friuli-Venezia Giulia tra le regioni con i più bassi tassi di disoccupazione in Italia. Tuttavia, emergono ancora differenze marcate tra uomini e donne. Il gender gap nell’occupazione è una delle questioni più urgenti: il tasso di occupazione maschile è del 75,8%, mentre quello femminile si ferma al 64,5%, con una differenza del 11,3%.
Rosolen ha evidenziato come questa disparità sia una priorità su cui intervenire. “Bisogna lavorare su giovani e donne”, ha dichiarato, sottolineando come l’obiettivo sia non solo aumentare il numero di posti di lavoro, ma anche migliorare la qualità delle opportunità offerte.
Il mercato del lavoro: giovani e donne al centro
L’attenzione della Regione è concentrata in particolare sulle categorie più vulnerabili del mercato del lavoro: giovani e donne. Gli investimenti e i contributi regionali sono stati orientati proprio a favorire l’inserimento di queste fasce di popolazione, che rappresentano, secondo l’assessore, il futuro demografico e lavorativo della regione. “Gli uomini sono già alla piena occupazione”, ha spiegato Rosolen, riferendosi al fatto che il tasso di disoccupazione maschile è al 3%, contro il 3,8% delle donne.
In questo contesto, si è verificato un aumento dei contratti a tempo determinato, in particolare per i giovani e le donne, un dato che l’assessore ha definito coerente con l’andamento del mercato del lavoro. “Quando si fanno entrare nel mondo del lavoro i giovani e le donne, non lo si fa immediatamente con il tempo indeterminato”, ha aggiunto Rosolen, sottolineando l’importanza di garantire comunque prospettive stabili nel lungo termine.
Gli incentivi alle aziende: promuovere il tempo indeterminato
Uno degli strumenti più importanti per incentivare le assunzioni a lungo termine è il sistema di contributi alle aziende che scelgono di assumere con contratti a tempo indeterminato. “Stiamo intervenendo in maniera sostanziale”, ha dichiarato Rosolen, facendo riferimento alle misure già in atto per incoraggiare la stabilizzazione dei lavoratori.
Questi contributi sono pensati per aiutare le imprese a superare la resistenza iniziale nell’offrire contratti permanenti, soprattutto in un contesto in cui il mercato del lavoro è ancora dominato dall’incertezza. In questo modo, la Regione intende creare un ambiente favorevole alla crescita economica e alla sicurezza occupazionale.
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