“I residenti di Bergiola devono essere informati che il Museo della Memoria non si farà perché il Presidente PD Eugenio Giani, non ha stanziato gli ultimi 500 mila euro che aveva promesso quando era intervenuto in sala di rappresentanza del comune di Carrara, in occasione della ricorrenza dell’evento delle donne del 7 luglio”. L’annuncio viene dal coordinatore provinciale della Lega Nicola Pieruccini che spiega; “E? scritto nella delibera di giunta 267 del 9 Agosto 2024 che approva il progetto ma “stante l’assenza di completa copertura finanziaria” viene lasciato fermo lì. Come Lega ci chiediamo: vale la pena di prendere in giro per due anni consecutivi i familiari delle vittime dell’eccidio, facendo credere loro di voler realizzare un Museo e una Foresteria? Da chi sarà gestito il tutto? È evidente che si sia trattato solo di propaganda partigiana ed antifascista, senza alcuna sostanza. A Carrara abbiamo già tre musei da portare avanti e finora è stato fatto con scarsissimi risultati: uno di questi, infatti, il Museo Civico del Marmo è chiuso da due anni. Noi della Lega proponiamo di realizzare, al posto del museo a Bergiola, un centro di socializzazione gestito dai residenti, visto che in paese non c’è più nemmeno la scuola materna e gli anziani non hanno un luogo dove ritrovarsi. In questi giorni tra l’altro abbiamo letto le ultime farneticanti esternazioni: “Siamo fiduciosi che entro il prossimo 16 settembre, giorno in cui ricorrerà l’80esimo anniversario dell’eccidio, si potranno installare le impalcature propedeutiche alla realizzazione dei lavori di restauro”, anche se, un mese fa, diceva che la commemorazione si sarebbe svolta con il cantiere dei lavori aperto. Il 16 Settembre i militanti della Lega saranno presenti per verificare se veramente l’assessore Lorenzini avrà il coraggio di far finta che i lavori inizieranno e avrà messo le impalcature per gettare fumo negli occhi ai bergiolesi e ai familiari delle vittime dell’eccidio. La politica di sinistra della Arrighi e del PD, hanno portato avanti l’idea del Museo della Memoria, come marcatore sociale e vettore generativo in quanto veicolo di dissenso contro il fascismo delle destre, invece avrebbero dovuto essere promotori di forme di aggregazione e facilitatori di reciproco riconoscimento. La scatola vuota del Museo che, per resistere nel tempo dovrebbe essere vissuto, non è un convivere proficuo per il paese, perché il progetto è stato calato dall’alto e rischia di essere paternalistico e, in ultima analisi, controproducente per la comunità. Inoltre, per la realizzazione del Museo alla Memoria sono state effettuate manovre finanziarie estemporanee per coprire il mancato contributo della Regione Toscana, ma non hanno retto perché le promesse fatte dai tanti politici che hanno cavalcato l’onda della “memoria “ non sono mai state mantenute. Del resto il Presidente Giani appartiene al PD, che non è stato di parola nemmeno per i primi 500 mila euro che erano stati promessi nel 2022 per essere dati nel 2023. Perché non fare chiarezza? In conclusione i politici del PD devono assumersi le loro responsabilità: dopo le corone di alloro , le fasce tricolori, i discorsi al vento e le promesse, speriamo che rimettano i conti a posto e non arrivino a sminuire del tutto la memoria delle persone che aspettano di essere degnamente ricordate. Secondo la Lega, la questione va posta sulla costruzione di un senso comune di appartenenza e sulla creazione di nuovi orizzonti simbolici, spazi pubblici e stanze aperte al confronto dentro un Centro di socializzazione. In che modo il museo può sedere al tavolo di questa discussione? Quale contributo può offrire? Arrighi e tutta la sinistra partigiana ed antifascista se ne facciano una ragione e si mettano al lavoro per cambiare il progetto e trovare i soldi”.
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