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Dall’incontro tra ministero delle Imprese e del Made in Italy e Acc non emerge abbastanza chiarezza sui piani per il futuro dello stabilimento di Termoli. La joint venture vuole più tempo per implementare una nuova tecnologia che taglierebbe i costi di produzione del 20-30%

crediti: Mimit

Urso: ricollocheremo i fondi PNRR previsti per la gigafactory di Termoli

Troppe incertezze offuscano il futuro della gigafactory di Termoli (e quello delle auto elettriche in Italia). Prima la decisione del produttore europeo di batterie per auto Acc, joint venture tra Stellantis, Mercedes e TotalEnergies, di congelare gli investimenti sull’impianto. Era lo scorso 4 giugno. Poi il rinvio a “fine 2024 – inizio 2025” ogni nuova decisione. Ieri la conferma durante l’incontro con ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso: non possiamo ancora sciogliere le riserve e assicurare che le risorse per convertire il sito in Molise arriveranno.

Il Mimit ha quindi deciso di limitare i danni e riprendersi il denaro promesso ad Acc per co-finanziare la nuova vita della gigafactory di Termoli. Urso ha annunciato che riallocherà i fondi previsti “verso altri investimenti coerenti con la transizione energetica del comparto”. Si tratta, infatti, di fondi del PNRR, che devono essere impiegati entro il 2026.  

Le ragioni dietro l’addio (per ora) al progetto di Termoli

Perché è saltato il piano di investimenti per la gigafactory di Termoli? Le ragioni addotte dai rappresentanti del consorzio, durante il tavolo al Mimit, non sono diverse da quelle sventolate all’inizio dell’estate.

Le ragioni dietro lo stop all’investimento di Acc/Stellantis per la gigafactory di Termoli sono ufficialmente 3:

  • mutato contesto di mercato dell’auto elettrica,
  • incertezze sulla domanda futura di componenti per l’industria automotive,
  • possibilità di adottare nuove tecnologie produttive per la realizzazione di batterie meno costose del 20-30%.

I primi due punti richiamano la traiettoria di penetrazione delle auto elettriche nei mercati europei. Secondo Acc, il rallentamento in atto significa che le previsioni di alcuni anni fa erano troppo rosee e che gli EV cresceranno meno del previsto. Ci sono poi, con tutta evidenza, cambiamenti anche nel quadro politico, con le pressioni crescenti per rinviare la data dello stop ai motori endotermici, oggi fissata al 2035.

Leggi anche L’Italia apre lo scontro in Europa sulla transizione all’auto elettrica

Il terzo punto è quello su cui si è concentrato di più il governo italiano. La nuova tecnologia per abbattere il costo delle unità prodotte, una volta inserita da Acc nel piano industriale, potrebbe ricevere “ulteriori fondi, di altra natura” dall’esecutivo, ha precisato Urso.

Gigafactory in Molise: investimenti e obiettivi di produzione

La gigafactory di Termoli doveva essere il più grande investimento industriale in Italia per la transizione all’elettrico nel settore automotive. Si parla di cifre superiori ai 2 miliardi di euro, con cui trasformare l’ex sito Fiat/Stellantis in un impianto in grado di produrre batterie per auto elettriche. Con una stima di 40 GWh di batterie, abbastanza per rifornire 800mila EV ogni anno. Il finanziamento pubblico previsto era di 370 milioni di euro.

 

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