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La nomina di Raffaele Fitto a vicepresidente esecutivo della Commissione Ue e Commissario alle Politiche di coesione e sviluppo (che svolge il compito di gestire il portafoglio dei fondi di coesione Ue e delle riforme) rappresenta motivo di grande soddisfazione per la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

“Un riconoscimento importante che conferma il ritrovato ruolo centrale della nostra Nazione in ambito Ue, l’Italia torna finalmente protagonista in Europa”, scrive la premier sui social.

La sfida di Fitto sarà innanzitutto quella di assicurare un efficace utilizzo dei fondi europei nella direzione del rinnovamento e della crescita, favorendo quell’ accelerazione sollecitata da più parti e indispensabile alla realizzazione del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza).

Ricordiamo che per finanziare il PNNR l’Italia riceverà dall’Unione europea 194,4 miliardi di euro entro il 2026. Di tale somma, 71,8 miliardi di euro sono sovvenzioni a fondo perduto (da non restituire), i rimanenti 122,6 miliardi dovranno essere restituiti senza, però, al momento conoscere con esattezza né i tassi di interesse a cui tali prestiti sono concessi, né gli altri costi (come, ad esempio, quelli amministrativi sostenuti dalla Comunità europea indebitandosi sui mercati internazionali).

Da una parte, dunque, accumuliamo debiti e costi che si andranno ad aggiungere al debito pubblico nazionale che sfiora i 2946 miliardi di euro, dall’altra siamo di fronte una ineguagliabile opportunità di porre basi solide e durature per uno sviluppo economico, sociale e culturale del nostro Paese.

La sfida è quella di investire in maniera efficiente e irreprensibile l’enorme mole di denaro che è arrivata e arriverà dalla Comunità Ue, ma, allo stato dei fatti, nella gestione e spesa dei fondi europei il nostro Paese sembra in affanno.

Dal 13 agosto 2021 al 2 Luglio 2024 l’Italia ha ricevuto 123 miliardi di euro in cinque rate. Di tale cifra siamo riusciti a spendere meno della metà.

La Presidente della Commissione Europea ha, in più occasioni, pungolato il governo italiano invitandolo ad impiegare i fondi europei e dichiarato l’impossibilità di rinviare l’attuazione del PNRR  oltre il 2026.

Gli investimenti riguardano molteplici ambiti tra cui l’efficientamento energetico, la messa in sicurezza e il consolidamento delle strutture edilizie in zone sismiche, la realizzazione e il potenziamento delle linee di collegamento ad alta velocità con l’Europa del Nord, la valorizzazione del territorio, la costruzione di asili nido e scuole dell’infanzia, il potenziamento della sanità pubblica. Tutti obiettivi straordinari, pregevoli, indispensabili la cui realizzazione, però, sembra mostrare continui intoppi normativi, di rendicontazione e verifica, di squilibrio tra offerta e domanda (con conseguente bassa partecipazione delle imprese alle gare).

Alcuni progetti e opere hanno un ritardo così consistente da ritenere impossibile il raggiungimento dei loro obiettivi nei tempi consentiti. Diversi investimenti, inoltre, generano sdegno e delusione perché sprecati in sagre, feste ed eventi culturali di nessuno o scarso valore e impatto sul territorio.

La sfida del Vicepresidente e Commissario Raffaele Fitto è, quindi, quella di garantire e pretendere maggiore elevatezza e responsabilità da parte di chi gestisce la res publica per evitare che un’ottima possibilità di rilancio si trasformi in un macigno posto sulle spalle delle future generazioni.

Vincenzo Tumminello

 

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