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La Fondazione Antonio Bruno, qualificato punto di riferimento in Campania per la formazione nel comparto della meccanica, passa da 3 a 5 sedi e annuncia 150 nuovi iscritti, tra Avellino, Grottaminarda, la Valle Caudina, Frattamaggiore e Salerno. Sempre in Campania, sbarca a Napoli MaMe (Manifattura Meccanica) di Ercolano, con un corso di impiantistica che partirĂ  a novembre presso l’ITT Marie Curie mentre a Bari la Fondazione Cuccovillo, stesso settore e ottime referenze, fa numeri ancora maggiori: da 320 iscritti è giĂ  adesso sicura di arrivare entro fine mese a quota 600, come anticipa il direttore Roberto Vingiani. In Abruzzo, l’Its Meccanica di Lanciano raddoppia e amplia ulteriormente il nuovo corso in cybersecurity aperto a Chieti mentre in Sicilia, la giunta regionale ha deciso di destinare 6,7 milioni al potenziamento degli 11 poli formativi esistenti nell’isola. E proprio ieri il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha firmato il decreto con cui assegna 55 milioni a 19 nuove Fondazioni in quasi tutta Italia. Insomma, è davvero impossibile non concordare con Guido Torrielli, coordinatore nazionale della rete che associa 120 Istituti Tecnici Superiori (sui 143 totali in Italia) quando sottolinea che «al Sud si registra un processo di notevole espansione degli ITS», e dei relativi corsi biennali per studenti diplomati che hanno un’elevatissima percentuale di occupabilitĂ . Torrieri annuncia anzi che «l’obiettivo è di arrivare entro i prossimi 3 anni ad una cifra di iscritti compresa tra i 50mila e gli 80mila in tutta Italia, almeno il doppio di adesso. Ecco perchĂ© il contributo del Mezzogiorno, sia pure ancora inferiore a quello del Nord, risulterĂ  determinante». 

Il cambio di paradigma

Tira aria di cambio di paradigma anche qui, dunque, in un contesto formativo che sembra piĂ¹ che mai decisivo da un lato per garantire alle aziende il personale qualificato di cui vanno a caccia, spesso senza successo; e dall’altro, di impedire o quanto meno rallentare la fuga dei giovani dai territori di residenza. L’offerta formativa degli ITS, dalla meccatronica alla cybersecurity, dall’agroalimentare all’energia, dalla moda all’aerospazio, si è estesa parecchio anche al Sud con livelli di occupabilitĂ  notevoli: giĂ  lavorano, con contratto nazionale, 19 dei 20 partecipanti al corso del Bruno chiuso a fine luglio a Grottaminarda, al Cuccovillo siamo a un livello di assunzioni pari al 92% dei ragazzi formati. Sono dati costanti, non performance occasionali anche se ad abbassare le medie contribuiscono i casi di ITS che non riescono a tenere il passo, che perdono iscritti (un fenomeno che almeno fino al recente passato riguardava soprattutto il Sud, come emerge da vari monitoraggi) e devono rinunciare ai finanziamenti. «Con la spinta del Pnrr la situazione è decisamente cambiata – spiega Bruno Scuotto, responsabile della rete ITS per la Regione Campania, la seconda in Italia dopo la Lombardia con 16 Fondazioni registrate – Il Piano di ripresa e resilienza ha stanziato 1,5 miliardi per questo settore puntando ad accorciare le distanze tra l’Italia e Paesi come la Germania e la Francia che hanno un numero di iscritti nettamente superiore. Sono altresì previste specifiche risorse per l’allestimento di laboratori all’interno delle aule che rafforzerĂ  la parte pratica dei corsi, che giĂ  ora non è inferiore al 60%, e agevola il passaggio dei giovani studenti nelle aziende».

Per non accennare alla prospettiva che si apre per alcuni lavori, come quelli artigianali, che altrimenti avrebbero ben poca possibilitĂ  di resistere: «L’ITS di Capodimonte a Napoli è l’ultima speranza per salvare la tradizione delle nostre ceramiche una volta che gli artigiani piĂ¹ anziani non riusciranno piĂ¹ a tramandarla», dice Scuotto.

C’erano 9 Fondazioni fino a pochi anni fa, in Campania, oggi, come detto, siamo a quota 16 e l’interesse per gli ITS cresce anche nelle aree interne dove trovare 25 studenti diplomati (è la soglia ideale per allestire una classe), dopo avere rinunciato magari ad iscriversi all’universitĂ , non è mai un’impresa facile. Eppure, ci si riesce come dimostrano i circa 40 ragazzi che ad aprile hanno partecipato al test per il corso del Bruno aperto ad Airola nella Valle Caudina. La Puglia, per la veritĂ , ha dimostrato di avere una marcia in piĂ¹ al Sud: è la regione leader per numero di iscritti, oltre mille, e soprattutto una delle prime in assoluto in Italia per vivacitĂ  nel rapporto con le aziende del territorio (il 67% degli ITS pugliesi ha almeno 50 imprese con cui lavora in sinergia, con innegabili spazi di occupabilitĂ  per i propri iscritti). «Con gli Its anche in Italia si è sperimentato quanto in Germania funziona giĂ  da piĂ¹ di 30 anni e cioè l’applicazione pratica delle competenze sul lavoro dice Emilio De Vizia, presidente di Confindustria Campania e di Confindustria Avellino – In Campania, l’esperienza della Fondazione Bruno, nata a Grottaminarda nel 2018 sotto l’impulso fattivo di Confindustria Avellino, rappresenta un’eccellenza a livello regionale ed è tra le migliori in tutto il Mezzogiorno perchĂ© alle spalle ha aziende sane, ben radicate sul territorio ed è diretta da uomini che lavorano e hanno lavorato per imprese importanti». Della serie: il Sud per le aziende del Sud non è sempre un’utopia. 



 

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