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Per fine anno prevediamo una produzione di 75-80 mila auto allo stabilimento Stellantis di Melfi. È quanto ha spiegato ad “Agenzia Nova” il presidente di Confindustria Basilicata, Francesco Somma. Una cifra “lontana dal picco” potenziale di 350 mila macchine che si sono prodotte in passato. Dopo l’estate, “la ripartenza di Stellantis – ha sottolinato Somma – è all’insegna del rallentamento delle attività e questo ci fa essere pessimisti per il futuro: anche i turni di lavoro sono stati ridotti da tre a due. Nel 2025 verranno interrotte le produzioni di Renegade e Compass, mentre verranno avviati i nuovi modelli elettrici, che però non sembrano avere una grande domanda e questo non riguarda solo Stellantis”.

Il presidente di Confindustria Basilicata ha fatto presente che la domanda per i veicoli elettrici è crollata appena sono terminati gli incentivi, di conseguenza “le aziende dell’indotto ne subiscono le conseguenze. Le aziende stanno andando avanti con ricorso agli ammortizzatori sociali in deroga e quindi ci aspettiamo, se non ci fosse un’inversione di tendenza sui volumi, periodi di crisi ancora più acuta. La Regione, insieme a Confindustria e i sindacati, ha inoltrato una richiesta al governo nazionale per l’esonero del contributo addizionale per gli ammortizzatori sociali a carico delle aziende dell’indotto Stellantis, ricadenti nell’area di crisi complessa. Siamo in attesa anche di un piano industriale che impegni Stellantis ad aumentare i volumi per il 2025”.

Per Somma, è necessaria anche una risposta alle richiesta da parte di Stellantis di riduzione dei costi energetici: “questa scelta ideologica di fermare l’endotermico al 2035 è troppo ambiziosa, era facile prevedere che avrebbe creato un disastro in termini di sostenibilità economica e sociale. Ci auguriamo che ci sia un rapido ripensamento, per poter tornare a produrre macchine endotermiche Euro 6. La vera decarbonizzazione si può raggiungere più facilmente sostituendo il vetusto parco auto circolante con l’Euro 6, salvando le filiere produttive e l’ambiente. Se tutte le macchine Euro 2 e 3 le sottilissimo con Auto 6 avremmo un impatto sulle emissioni climalteranti anche maggiore dell’eventualità in cui tutte le macchine fossero elettriche”.

Il presidente di Confindustria Basilicata ha espresso preoccupazione per l’indotto di Melfi: “sono state messe in campo misure difensive, come l’area di crisi complessa che consentono ammortizzatori in deroga, ma si tratta di una condizione necessaria ma non sufficiente. Bisogna continuare a produrre le auto e garantire a Stellantis un costo di produzione più basso, con un intervento sui costi dell’energia”. Se la situazione non dovesse cambiare, “bisognerà pensare a un progetto di riconversione che riguardi le aziende dell’indotto e un ‘upskilling’ e ‘reskilling’ del personale degli esuberi”, ha concluso Somma.

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