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alla riattivazione dei dissalatori di Gela e Porto Empedocle, alimenta la speranza che, per il futuro, un’altra emergenza siccità come quella che ha caratterizzato gli ultimi mesi, possa essere gestita con soluzioni più tempestive. Il dimezzamento dei tempi previsti aiuta a sperare in una prospettiva migliore.

Il governatore avrebbe voluto il metodo ponte di Genova, ma il governo centrale ha risposto di no, conferendo i poteri al commissario straordinario nazionale per la crisi idrica, che si chiama Nicola Dell’Acqua. Per l’assessora regionale al Territorio e Ambiente Giusi Savarino in ogni caso la sinergia tra governo nazionale e governo regionale continua a dare i suoi frutti, e a proposito della riattivazione dei dissalatori parla di risultato molto importante per la Sicilia e, in particolare, per la provincia di Agrigento. 

“I due dissalatori di Gela e di Porto Empedocle – dice Savarino – saranno fondamentali per l’approvvigionamento idrico dell’Agrigentino. Finalmente possiamo guardare al futuro con maggiore serenità. Adesso l’obiettivo è quello di rendere operativi gli impianti entro la prossima estate. Poi Schifani ha detto che sono disponibili i fondi per rifare l’intera rete idrica della Sicilia. “Dobbiamo fare di tutto e di più – ha aggiunto – perché si possa sopperire alle deficienze del passato, e credo che la Sicilia sia stata particolarmente colpita da fenomeno siccità rispetto ad altre regioni”. Schifani ha evidenziato di avere trovato una situazione in cui molte dighe sono in disarmo o quanto meno non collaudate, in alcune i fondali sono pieni di sabbia e andrebbero ripuliti. Serve una manutenzione straordinaria e invieremo al ministro Matteo Salvini un elenco di priorità che vogliamo attuare”. 

Nel frattempo sono 19 i progetti di depurazione e lavori di fognatura approvati dalla giunta di governo e ammessi al finanziamento di oltre 61 milioni di euro dei fondi Pnrr assegnati alla Regione Siciliana grazie all’accordo di programma quadro con il ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica. Si tratta di opere selezionate dal Mase, ricadenti nei territori di Caltanissetta, Palermo, Catania e Agrigento; 17 interventi rientrano nella lista prioritaria e 2 in quella di riserva. “Con questi interventi – dice il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani – i territori delle quattro province saranno in grado di gestire meglio i disagi della crisi idrica”. “Sulla base delle domande presentate dal dipartimento Acqua e rifiuti – afferma l’assessore dell’Energia e dei servizi di pubblica utilità Roberto Di Mauro – abbiamo ottenuto un finanziamento di oltre 61 milioni”. I primi lavori saranno quelli dell’Ati di Caltanissetta, a cui sono stati destinati 21 milioni di euro. La stessa cifra alla provincia di Palermo, con numerosi impianti di collettamento di comuni. Tredici milioni sono stati destinati all’Ati di Catania, mentre quella di Agrigento si dovrà accontentare di cinque milioni e mezzo di euro. Somma che servirà ad effettuare i lavori di adeguamento tecnologico e normativo dell’impianto di depurazione dei reflui urbani per un importo di 1 milione nell’agglomerato di Alessandria della Rocca; a realizzare i lavori per la messa in esercizio e l’adeguamento del depuratore di Racalmuto per un milione e mezzo e, infine, i lavori per l’adeguamento dell’impianto di depurazione di contrada Trinità per un importo ammesso a finanziamento di circa 3 milioni di euro nell’agglomerato di Naro.

Dalle parti di Sciacca si confida che l’assessore Di Mauro suggerisca il primo bando utile a permettere al comune di Sciacca di incamerare gli oltre 30 milioni che servono per rifare la rete idrica colabrodo della città.

 

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