La Calabria, come molte altre regioni italiane, sta affrontando un crescente invecchiamento della popolazione. Per rispondere a questa tendenza, la Regione ha approvato un programma operativo triennale per valorizzare il ruolo degli over 65 nella società. Il piano mira a ritardare l’invecchiamento e a promuovere il contributo che gli anziani possono ancora dare, con l’obiettivo di migliorare la loro qualità di vita e favorire la loro partecipazione economica, sociale e culturale. Il programma, approvato in terza commissione, è ora pronto per l’esame finale in Consiglio regionale.
Un panorama in evoluzione
Secondo gli ultimi dati Istat, l’indice di vecchiaia in Calabria per il 2024 è pari a 189,0, leggermente inferiore alla media nazionale di 199,8, ma in costante crescita. Tra il 2004 e il 2024, l’indice è aumentato di 78,1 punti, superando la crescita nazionale di 64,2 punti. La provincia di Cosenza registra il valore più elevato, con un indice di 199,8, seguita da Catanzaro (198,7) e Vibo Valentia (193,0). Le aree interne, come la Sila e Presila, presentano invece dati più preoccupanti, con un indice di vecchiaia di 290,2, segno di un invecchiamento particolarmente accelerato. Alcuni comuni, come Roccaforte del Greco, nel Reggino, raggiungono picchi allarmanti, con un indice di 1.850,0.
Le linee guida del programma
Il piano triennale è frutto della legge regionale n. 12 del 2018, che promuove il cosiddetto invecchiamento attivo. Le tre linee guida principali del programma sono formazione, socializzazione e inclusione. Gli enti locali, le associazioni e i sindacati di categoria saranno i promotori delle varie iniziative. Il piano prevede percorsi formativi e culturali per gli anziani, modelli abitativi intergenerazionali e progetti di scambio culturale tra giovani e anziani. L’obiettivo è fare degli over 65 una risorsa imprescindibile per il sistema sociale regionale, integrandoli in modo attivo nella vita della comunità.
Le sfide economiche
Nonostante l’ambizioso progetto, permangono incertezze sui fondi necessari per realizzare queste iniziative. Spi Cgil, Uil Pensionati e Fnp Cisl hanno recentemente espresso preoccupazione sulla mancanza di garanzie per quanto riguarda le risorse finanziarie. Gli investimenti previsti dovrebbero essere sostenuti sia da fondi strutturali europei che da risorse proprie della Regione. Tuttavia, senza una chiara disponibilità economica, la realizzazione dei piani annuali attuativi potrebbe risultare problematica.
L’assessore regionale al welfare, Emma Staine, ha recentemente incontrato le organizzazioni sindacali, sottolineando la necessità di chiarire le risorse disponibili prima di avviare il primo piano operativo annuale. Senza una precisa definizione dei fondi, c’è il rischio che il piano rimanga bloccato a livello progettuale, senza concrete azioni sul territorio.
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