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E’ tutto pronto per l’edizione numero 8 di “Un calcio al Diabete”, l’ormai consolidato appuntamento organizzato da Agd Umbria, l’associazione che dal 1976 si prodiga per aiutare le famiglie dei giovani con diabete di tipo 1. Da una parte il torneo di calcio a 5 tra squadre provenienti da molte regioni italiane composte da ragazzi affetti dalla specifica patologia; dall’altra seminari di approfondimento con ospiti e addetti ai lavori sulla malattia, i progressi nella ricerca e l’attività divulgativa sull’argomento: eccoli i due significativi che sabato 7 settembre renderanno Perugia la capitale dell’attività di sensibilizzazione sul diabete di tipo 1 coinvolgendo realtà istituzionali, scientifiche e sportive. La giornata prenderà il via dal primo mattino (ore 9) con il fischio d’inizio del torneo di calcio a 5 presso il campo sportivo “Luca Arcelli” di Ponte della Pietra al quale partecipano 8 squadre in rappresentanza di Trentino, Friuli Venezia Giulia, Marche, Toscana, Puglia e Umbria. Poi le finali, previste alle ore 18.

Sul fronte convegnistico, invece, l’appuntamento è per le 15, presso il Centro Sportivo FIGC – LND di Prepodove è prevista la sessione di seminari (con rilascio di crediti ECM) sul tema “Sport, salute, benessere e diabete nei giovani”. Tra i relatori, Riccardo Calafiore, presidente della Fondazione per la Ricerca sul Diabete; Cristina Cucchiarelli, dottoressa in Scienze Motorie a Roma; Enza Mozzillo, ricercatrice preso il Dipartimento di Scienze Mediche Traslazionali all’Università degli Studi di Napoli Federico II e responsabile del Centro Regionale di Diabetologia Pediatrica all’Ospedale “Federico II” di Napoli; Maurizio Del Vecchio, professore associato di Pediatria presso l’Ospedale San Salvatore di L’Aquila; Giuseppe Fatati, presidente di “ItalianObesity”; e Valentina Martini, psicologa e psicoterapeuta.

Nella stessa location, a seguire, la serata di gala e di beneficienza nel corso della quale verranno raccolti fondi per la cura deldiabete di tipo 1 e si procederà alla premiazione sia delle squadre che dei giovani calciatori distintisi neltorneo sia delle varie personalità intervenute. “La nostra associazione – spiega il presidente di AGD Umbria, Massimo Cipolli– si impegna da sempre per facilitare la formazione e l’educazione, in sinergia con il servizio sanitario, sulle tematiche legato al diabete di tipo 1 e questo evento ne è un esempio tangibile. Ancora una volta abbiamo raccolto attenzione e disponibilità da importanti interlocutori scientifici, amministrativi e politici, volte a coltivare la diffusione della “cultura del diabete, indispensabile per una adeguata continuità terapeutica dei pazienti ed utile a far crescere i nostri bambini sani e sereni”.

Un importante riscontro è infatti stato registrato nel prologo alla manifestazione, andato in scena mercoledì scorso in occasione della presentazione presso la Sala della partecipazione del Consiglio regionalein cui alla presenza anche di Federico Serra, presidente dell’Osservatorio dello sport, si è cercato di fare anche il punto sulla ricerca, con la nuova frontiera per la cura del diabete rappresentata dalle cellule staminali e dal potenziale aiuto derivante dall’intelligenza artificiale. Al dibattito hanno dato il loro contributo la governatrice umbra, Donatella Tesei; l’assessore allo Sport del Comune di Perugia Pierluigi Vossi; il presidente di AMD e FeSDIRiccardo Candido; il presidente della Società Italiana Diabete Pediatrico (SIEDP) Valentino Cherubini; il vice presidente del Comitato regionale umbro della FIGC-LND Claudio Tomassucci; la vice presidente di AMD Umbria Roberta Celleno; il dottorando dell’UniPg, Michelantonio De Fano;Riccardo Calafiore, presidente della Fondazione per la ricerca sul diabete;Maria Giulia Berioli del Servizio regionale di Diabetologia pediatrica dell’Azienda ospedaliera di Perugia; e la podista azzurra, ambasciatrice Fesdi, Anna Arnaudo. Durante l’incontro è stato proiettato anche un video messaggio della senatrice Daniela Sbrollini, altro presidente dell’intergruppo parlamentare obesità e diabete.

“Lo sport deve avere un ruolo centrale nella vita di tutti, per accompagnare terapie e cure adeguate”, ha detto la governatrice Tesei ricordando gli interventi della Regione per sostenere le famiglie, ad esempio, nel far praticare attività sportive ai figli sin da giovanissimi e per istituire le palestre per anziani. L’assessore comunale allo sport Vossi ha invece sottolineato l’importanza di formare trainer e allenatori e la necessità di programmare gli eventi insieme agli esperti di salute e diabete e ai tecnici sportivi”

Un importante contributo alla riflessione nel rapporto tra sport e diabete, stili di vita corretti e sanità, è stato fornito poi dagli esperti intervenuti. In particolare, il professore Riccardo Candido ha sottolineato la valenza sociale dello sport, che in ambito diabetologico va personalizzato, e il concetto di squadra indispensabili per affrontare il diabete di tipo 1, specie nei giovani”. Un concetto ribadito da Valentino Cherubini per il quale “l’informazione è essenziale e servono azioni concrete, tra cui abbassare la problematica dello stigma: abbiamo informato arbitri di calcio di serie C rispetto alla presenza di calciatori con diabete di tipo 1 perché l’attività va calibrata per durata, età e tipologia, senza pregiudizi”. A fare il punto sulla ricerca, il professor Riccardo Calafiore: “La cura resta l’obiettivo della ricerca e il futuro è rappresentato dalle cellule staminali, ma si tratta di studi complessi e costosi: negli Stati Uniti è stato speso un miliardo di dollari al riguardo…”

A chiudere gli interventi, la dottoressa Berioli che ha da poco coordinato l’ultimo campo scuola proposto dall’Agd Umbria e che si è chiuso martedì ad Avigliano Umbro (“E’ considerata un’attività ambulatoriale esterna nei confronti di ragazzi che vivono un’esperienza bella e positiva in cui la preparazione e la collaborazione tra vari ambiti aiutano”) e la podista azzurra Anna Arnaudo che ha portato la propria testimonianza di sportiva rivolgendosi ai ragazzi perché “più siamo e più possiamo cambiare le cose, condividendo la gioia di poter continuare a fare sport anche in presenza di questa patologia” e lanciando l’appello a “superare il Regio decreto del 1933 che non consente a persone con diabete di essere tesserate con  gruppi sportivi militari: una vera discriminazione”.

 

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