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TRENTO. Dura presa di posizione della Cgil contro il tentativo di introdurre un’«indennità differita». Di fatto si tratta di una rendita vitalizia bella e buona, la cui gestione tornerà nelle mani del consiglio regionale, riportando l’orologio indietro al 2014, quando sull’onda dello scandalo dei vitalizi attualizzati, la giunta d’allora, guidata da Ugo Rossi e Arno Kompatscher, decise di eliminare i vitalizi per i consiglieri in carica e per i futuri eletti, rimpiazzandoli con il contributo per la pensione complementare gestita da un fondo pensioni scelto dal consigliere.
 

“La Lega  – si legge in un comunicato del sindacato – ci riprova. A distanza di due anni da quando in piena estate la maggioranza regionale di centrodestra aveva tentato di garantire ai politici regionali adeguamenti automatici delle indennità in barba a migliaia di lavoratori e pensionati colpiti dall’inflazione e dall’erosione del potere d’acquisto, oggi gli esponenti del Carroccio provano addirittura a reintrodurre, sotto mentite spoglie, i vitalizi. Un privilegio inaccettabile che testimonia ancora una volta la distanza della Lega dalla vita reale e dalla gente che a parole dice di voler rappresentare”.

“Mentre a Roma il Governo Meloni-Salvini sembra intenzionato a irrigidire ulteriormente il sistema pensionistico, visto che si vocifera di un innalzamento da 20 a 25 anni dei contributi minimi per poter accedere alla pensione di vecchiaia, grazie ad una proposta di legge di un consigliere del Carroccio i politici locali potrebbero garantirsi un vitalizio con soli 5 anni, anche non continuativi, di presenza in consiglio regionale”.

” In pratica ad una lavoratrice, magari precaria, magari con buchi contributivi legati alla nascita dei figli, per andare in pensione serviranno 4 o 5 volte in più di anni di contributi rispetto ad un consigliere regionale, che già oggi gode di trattamenti figurativi per l’accredito di contributi oltre a ricchi versamenti specifici per la previdenza complementare”.

”Intanto di quota 41 per i comuni mortali da dopo le elezioni non si parla più, di flessibilità in uscita per donne e soggetti deboli nemmeno, le garanzie del pieno recupero dell’inflazione per le pensioni sono diventate miraggi, ma a Trento la Lega tenta di rispolverare un privilegio per pochi, i politici, gli stessi che a Roma non sono in grado di gestire la previdenza di lavoratrici e lavoratori lanciando allarmi sulla tenuta demografica del sistema pensionistico. Ma questo per lor signori non vale”.

”Chiediamo quindi che la Giunta Regionale e la sua maggioranza disconoscano questa proposta di legge e che piuttosto si garantisca la piena attuazione della cancellazione dei vitalizi voluta dal centrosinistra con il recupero di tutte le risorse non debitamente percepite dagli ex consiglieri”.



 

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