Utilizza la funzionalità di ricerca interna #finsubito.

Agevolazioni - Finanziamenti - Ricerca immobili

Puoi trovare una risposta alle tue domande.

 

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito
#finsubito news video
#finsubitoagevolazioni
#finsubitoaste
01_post_Lazio
Agevolazioni
News aste
Post dalla rete
Zes agevolazioni
   


Il contributo unificato è un’imposta obbligatoria che grava sulle cause civili, amministrative e tributarie, inclusi i contenziosi di lavoro, previdenza e pubblico impiego. In alcuni casi, quando l’impugnazione viene respinta, dichiarata inammissibile o improcedibile, è previsto il recupero del cosiddetto “doppio contributo unificato”.

Recentemente, la Direzione degli affari interni del Ministero della Giustizia ha chiarito le modalità di applicazione di questa procedura nelle cause di lavoro e previdenza. Questo articolo analizza la risposta fornita dal Ministero della Giustizia, sottolineando i criteri e le circostanze che determinano l’obbligo di versare questo ulteriore contributo.

Cos’è e come funziona il contributo unificato nelle cause di lavoro

Il contributo unificato è una tassa che si applica all’avvio di procedimenti giudiziari e il suo importo varia in base al tipo e al valore della causa. Nelle cause di lavoro, previdenza e pubblico impiego, esistono particolari esenzioni legate al reddito del ricorrente. In particolare, se il reddito dell’impugnante è inferiore al triplo di quello previsto per l’ammissione al patrocinio a spese dello Stato, egli può beneficiare dell’esenzione dal pagamento del contributo unificato al momento dell’iscrizione a ruolo della causa.

Tuttavia, in casi specifici, se l’impugnazione viene respinta, dichiarata inammissibile o improcedibile, il ricorrente può essere tenuto al pagamento del doppio contributo unificato. Questo meccanismo è previsto dall’art. 13, comma 1-quater del DPR n. 115/2002 e serve come deterrente contro impugnazioni infondate o strumentali.

Leggi anche: Vertenza sindacale: significato, quando farla e costi da sostenere

Il parere del Ministero della Giustizia

La Direzione degli affari interni del Ministero della Giustizia ha recentemente risposto a un quesito formulato dalla Corte di Cassazione riguardante la debenza del doppio contributo unificato nelle cause di lavoro. Il Ministero ha chiarito che il momento cruciale per determinare l’obbligo di versare il contributo unificato, e di conseguenza il doppio contributo, è quello dell’iscrizione della causa a ruolo.

Se al momento dell’iscrizione a ruolo, il ricorrente era tenuto al pagamento del contributo unificato (cioè non rientrava nelle esenzioni previste), e successivamente l’impugnazione viene respinta o dichiarata inammissibile o improcedibile, scatta l’obbligo di versare il doppio contributo. In altre parole, è il contesto economico e giuridico al momento dell’iscrizione a ruolo che determina l’obbligo di recupero.

Quali sono le condizioni per l’applicazione del Doppio Contributo Unificato

Il Ministero ha sottolineato che il doppio contributo unificato non può essere recuperato se al momento dell’iscrizione a ruolo il ricorrente era esente dal pagamento del contributo unificato iniziale. Ad esempio, se il ricorrente beneficiava di un’esenzione perché il suo reddito rientrava nei parametri previsti dall’art. 9, comma 1-bis del DPR n. 115/2002, non sarà obbligato a pagare il doppio contributo, anche se l’impugnazione viene respinta o dichiarata inammissibile o improcedibile.

Questa distinzione è fondamentale, poiché stabilisce una linea chiara tra coloro che sono tenuti al pagamento e coloro che, grazie alle loro condizioni economiche, ne sono esenti. La regola, quindi, tutela i soggetti economicamente più deboli, garantendo che non siano gravati ulteriormente in caso di esito negativo dell’impugnazione.

Implicazioni pratiche per i ricorrenti

Per i ricorrenti, questo chiarimento ha importanti implicazioni pratiche. È essenziale che chi intende avviare un’azione legale in ambito lavorativo comprenda le proprie responsabilità finanziarie già al momento dell’iscrizione a ruolo. La possibilità di dover pagare il doppio contributo unificato rappresenta un rischio significativo, soprattutto per chi non beneficia di esenzioni.

Gli avvocati, dal canto loro, devono informare i propri clienti circa la possibilità di dover affrontare questo costo aggiuntivo in caso di esito negativo dell’impugnazione. La chiarezza sul proprio stato economico al momento dell’iscrizione a ruolo può prevenire spiacevoli sorprese e garantire una gestione più consapevole del contenzioso.

Conclusioni

La risposta del Ministero della Giustizia fornisce un chiarimento importante sul recupero del doppio contributo unificato nelle cause di lavoro, previdenza e pubblico impiego. La regola generale è che l’obbligo di versare il doppio contributo dipende dalle condizioni economiche del ricorrente al momento dell’iscrizione a ruolo della causa. Se il contributo unificato iniziale era dovuto, il rischio di dover pagare il doppio contributo in caso di esito negativo dell’impugnazione è reale.

Per i ricorrenti, soprattutto quelli che non beneficiano di esenzioni, è cruciale essere consapevoli di questa possibilità e prepararsi adeguatamente. Questo chiarimento normativo serve non solo a orientare meglio gli operatori del diritto, ma anche a garantire una maggiore equità nel sistema giudiziario, evitando che soggetti economicamente svantaggiati siano ulteriormente penalizzati in caso di contenziosi lavorativi.

 

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Informativa sui diritti di autore

La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni:  la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.

Vuoi richiedere la rimozione dell’articolo?

Clicca qui

 

 

 

Per richiedere la rimozione dell’articolo clicca qui

La rete #dessonews è un aggregatore di news e replica gli articoli senza fini di lucro ma con finalità di critica, discussione od insegnamento,

come previsto dall’art. 70 legge sul diritto d’autore e art. 41 della costituzione Italiana. Al termine di ciascun articolo è indicata la provenienza dell’articolo.

Il presente sito contiene link ad altri siti Internet, che non sono sotto il controllo di #adessonews; la pubblicazione dei suddetti link sul presente sito non comporta l’approvazione o l’avallo da parte di #adessonews dei relativi siti e dei loro contenuti; né implica alcuna forma di garanzia da parte di quest’ultima.

L’utente, quindi, riconosce che #adessonews non è responsabile, a titolo meramente esemplificativo, della veridicità, correttezza, completezza, del rispetto dei diritti di proprietà intellettuale e/o industriale, della legalità e/o di alcun altro aspetto dei suddetti siti Internet, né risponde della loro eventuale contrarietà all’ordine pubblico, al buon costume e/o comunque alla morale. #adessonews, pertanto, non si assume alcuna responsabilità per i link ad altri siti Internet e/o per i contenuti presenti sul sito e/o nei suddetti siti.

Per richiedere la rimozione dell’articolo clicca qui