diIvana Zuliani
Poche luci e molte ombre per le università toscane secondo la classifica annuale del Censis, che analizza gli atenei italiani
Poche luci e molte ombre per le università toscane secondo la classifica annuale del Censis, che analizza gli atenei italiani, dividendoli in categorie in base al numero di iscritti ed esaminando vari fattori, dagli alloggi alle aule, dall’occupabilità alle borse di studio. Le tre realtà toscane — Firenze, Pisa e Siena — peggiorano tutte la propria posizione rispetto al rilevamento precedente. L’handicap più grave? Le borse di studio, inadeguate.
Tra i «mega» Atenei statali (oltre 40 mila iscritti) Pisa è al sesto posto (su nove) con un punteggio di 82,8 (due posizioni in meno dell’anno scorso). Punti di forza sono la comunicazione e i servizi digitali (90), quindi le funzionalità e l’efficienza del sito e dei social, i punti deboli le borse di studio (punteggio 77) e i posti in aula, biblioteche e laboratori (punteggio 77).
«Anche se siamo leggermente calati, per servizi e occupabilità tradizionalmente ci posizioniamo bene e questo è confermato», spiega Giuseppe Iannacone, prorettore vicario dell’Ateneo pisano. «Sulle strutture siamo consapevoli di dover migliorare, ma essendo un’Università concentrata in città, non è facile trovare spazi. Sono in corso investimenti però per edifici nuovi». Anche l’internazionalizzazione (stranieri iscritti, programmi all’estero, corsi in inglese), non ha portato a un punteggio alto (75), ma «negli ultimi anni abbiamo fatto molto, nelle prossime classifiche avremo posizioni migliori».
L’Università di Firenze, sempre nella classifica tra i mega Atenei, scivola all’ottavo e penultimo posto, perdendo due posizioni, con un punteggio medio di 82,3. Pessima la performance sulle borse di studio (67), mentre i risultati migliori riguardano comunicazione (93) e occupabilità degli studenti (90), ovvero il tasso di occupazione dei laureati nel 2022 a un anno dal conseguimento del titolo. L’Ateneo fiorentino si posiziona al secondo posto dopo Pisa per i servizi offerti (80), ma forse perché i punteggi dei mega Atenei su questo fronte è basso. Nessun commento dal Rettorato di piazza San Marco.
Tra le università statali di medie dimensioni, Siena strappa un buon quinto posto (su 16) con una media di 90,5 punti. Ma lo scorso anno era al terzo posto, nel 2022 al primo. A un’eccellente performance sulle strutture (103) a tirare giù l’asticella sono di nuovo le borse di studio (83).«A pochi giorni dall’apertura delle immatricolazioni per il nuovo anno accademico non posso che dirmi soddisfatto per la presenza dell’Ateneo nelle prime posizioni», commenta il rettore senese Roberto Di Pietra. Ancora una volta siamo fra i primi Atenei in Italia e al primo posto in Toscana: Unisi è un’ottima scelta, testimoniata dalla presenza stabile anche in altre rilevazioni internazionali».
Il caso delle borse di studio (quindi i contributi spesa degli atenei e dell’ente regionale del diritto allo studio per interventi a favore degli studenti e e i premi di laurea o studio con finanziamento da parte di privati) e dei servizi (ovvero i pasti erogati, i posti e contributi alloggio per i fuori sede) suscita la reazione del pisano Iannacone: «Tutti e tre gli Atenei toscani sono migliorati per i servizi ma calati per le borse, ma entrambe le voci sono legate all’Azienda regionale per il diritto allo studio (Dsu, ndr): sono dati che andranno attenzionati».
Non è forse un caso se pochi giorni fa Dsu ha annunciato per il 2024-25 l’aumento del valore delle borse del 5,4% e l’innalzamento delle soglie Isee da 25 a 27 mila euro per gli aventi diritto, allargando quindi la platea dei possibili beneficiari (si stima) di 1.700 studenti.
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