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I banner davanti ai cantieri disseminati lungo via Po già mostrano le immagini degli hitachi – gli ultimi futuristici tram messi in funzione da Gtt – che non prima di marzo 2025 attraverseranno anche la storica via della città, anello di giunzione tra precollina e Quadrilatero Romano. Nel frattempo, però, è da almeno tre mesi – da quando, cioè, i lavori hanno ufficialmente preso il via – che i commercianti di via Po si trovano a dover fare i conti con le conseguenze di un traffico limitato su tutto il percorso.

«Molti uffici sono andati via negli ultimi anni, il Covid ha fatto la sua parte, incidendo sulle vendite finali», ammette Mauro, titolare di un’iconica libreria di via Po, aperta da ben 25 anni. Uno di quelli che ha assistito alla lenta ma incontrastata desertificazione del commercio in centro, di cui i cantieri in corso sono solo una delle tante cause. Qui, infatti, ancor prima del via ai lavori, per sostenere le attività commerciali era stato stanziato il contributo regionale previsto da bando Duc, che ha elargito nell’ultimo anno più di 300mila euro di risorse a fondo perduto agli esercenti.

Lo scopo? Consentire investimenti mirati: ammodernamento degli esterni, implementazione digitale e abbattimento delle barriere architettoniche. Curiosamente: «più della metà di chi ha goduto dei fondi li ha utilizzati per migliorare o munirsi di un sistema di videosorveglianza», fanno sapere gli uffici di Ascom Confcommercio Torino. Segno forse che sotto i portici ci sarebbe bisogno di maggior sicurezza.

«Era un investimento a cui già pensavamo, per contrastare episodi di microcriminalità davanti alle nostre vetrine», la dichiarazione di un altro commerciante del posto. Complice anche una scarsa attenzione alla manutenzione dei portici, di cui riaffrescatura e pulizia dei lucernari sembrano essere eventi “straordinari”. «Chiederemo l’impegno della Giunta in merito – racconta la titolare di un’edicola coperta della via -. Noi facciamo la nostra parte come volontari ma vogliamo più decoro e abbiamo bisogno di sostegno pubblico», dice ancora.

Ciò non toglie l’importante contributo propulsivo del Duc: «Gli imprenditori sono stati nel complesso soddisfatti. Chi ha deciso di investire nelle proprie attività così ha potuto respirare», commenta Maria Luisa Coppa, presidente di Ascom Confcommercio Torino. «Siamo molto contenti, è la prima volta che investimenti così importanti ricadono sul commercio». «È indubbio che il centro si sia impoverito negli ultimi decenni», svela invece l’assessore al Commercio Paolo Chiavarino. «I mercati, i negozi tradizionali, a taglio familiare e storico, di cui via Po è ricca – circa 120 – sono preziosi. Diamo e continueremo a dare loro sostegno».



 

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