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Sì proprio lui, da oltre 30 anni editore, laureato in sociologia a Trento,ex br, ora82enne, che ha voltato pagina fondando, quando era ristretto a Rebibbia, con Stefano Petrella, Nicola Valentino un cantiere di riflessioni, ricerche con la casa editrice ‘’Sensibile alle foglie’’. Realtà della quale abbiamo gia parlato a novembre 2008 in occasione della presentazione a Matera del libro ‘’Barelle’’ di Nicola Valentino presso il Centro integrato polivalente (Cip) del rione Serra Rifusa della Asl4.. Stavolta, nell’ambito del premio Energheia, c’è l’editore Renato Curcio che, giovedì 5 settembre, alle 19.00, presso l’Archivio di Stato, parlerà del tema ‘’ L’intelligenza artificiale nelle pratiche di vita’’ . Un intervento che incuriosisce, in relazione alle capacità di analisi socio economica di Curcio, su un tema di stretta attualità, come quello dell’intelligenza artificiale, che può sembrare trito e ritrito. Del resto mette un po’ tutti sul ” Chi va la?”, visti anche i ritardi del Belpaese nel settore nella tutela e gestione di dati sensibili, spesso oggetto di attacchi hacker ( le Asl di Basilicata ne sono state un esempio) che sono il tormentone e la preoccupazione di cittadini, aziende, enti di Stato. E con le guerre globali le preoccupazioni aumentano, soprattutto quando la gestione delle ”conoscenze” , delle ”informazioni” sono nelle mani di privati, degli oligopoli del web, dei social o della cibernetica come riporta una contributo di Renato Curcio sulla pagina web di Energheia, che pubblichiamo più avanti. . La politica, del resto, spesso va a rimorchio di intese e pressioni internazionali, di impronta capitalistica per usare un termine spesso dimenticato, ma che è l’emblema del fallimento di un modello e di un sistema che hanno alimentato differenze, distanze, discriminazioni tra il gotha dei super ricchi, sempre più ricchi dalle pandemie alle guerre , dall’informazione allo sfruttamento delle fonti energetiche, e i poveri sempre più poveri con il restringimento di spazi di democrazia. Guardatevi intorno e fate i conti, al ribasso, di come sia ridotta l’Unione europea, pressata da svolte autoritarie e negazioniste. Del resto c’è poco da stare allegri, dopo che il Massachusetts Institute of Technology (Mit) ha classificato più di 700 i rischi collegati all’intelligenza artificiale (IA) . Il database, aggiornabile,che è accessibile al pubblico, mette in chiaro l’esistenza di ‘’problemi’’ a causa della mancanza di una ‘comprensione condivisa dei rischi dell’Intelligenza artificiale che può ostacolare la nostra autonomia decisionale e indirizzarci o obbligarci a fare altro. E quando si porta il cervello all’ammasso e altri decidono per noi la frittata è fatta. Una strapotere da tenere d’occhio e, se possibile gestire, cion regole e tanta consapevolezza. Serve una reazione, una ”resistenza”’ e, soprattutto, conoscenza di quanto sta accadendo e potrebbe accadere. Come con le armi del buon senso e della propria razionalità, naturalmente, cercando di stimolare, svegliare le menti assopite o appiattire di quanti si sono rifugiati nella dimensione isolazionista e alienante del virtuale, dimenticando la forza liberatoria del reale e del ragionare con la propria testa.Tornare in piazza…facendo lavorare i cinque sensi e tanta creatività, che l’intelligenza artificiale non ha.

dal sito web di Energheia
Le interferenze del Capitalismo cibernetico nelle pratiche di vita quotidiana. Incontro con Renato Curcio
3 Agosto 0225 by Energheia
L’intelligenza artificiale (AI, Artificial intelligence) è una tecnologia informatica che rivoluziona il modo con cui l’uomo interagisce con la macchina, e le macchine tra di loro. In sintesi l’AI è il processo attraverso cui le macchine e i sistemi informatici simulano i processi di intelligenza umana. Le applicazioni specifiche dell’IA includono sistemi come l’elaborazione del linguaggio naturale, il riconoscimento vocale e la visione artificiale.

L’IA fornisce ad un robot qualità di calcolo che gli permettono di compiere operazioni e “ragionamenti” complessi, fino a poco tempo fa caratteristiche esclusive del ragionamento umano, in poco tempo. Grazie all’intelligenza artificiale è possibile (almeno questo l’obiettivo ultimo) rendere le macchine in grado di compiere azioni e “ragionamenti” complessi, imparando dagli errori. Oggi in Italia e nel mondo l’intelligenza artificiale viene utilizzata in azienda e non solo, per svolgere compiti che all’uomo richiederebbero molto tempo.

La programmazione dell’intelligenza artificiale necessita di tre abilità cognitive:

apprendimento,
ragionamento,
autocorrezione.

In generale, i sistemi di IA funzionano grazie al fatto che riescono a processare enormi quantità di dati, creando correlazioni e modelli usati per fare previsioni. Questo processo consente a un chatbot di produrre scambi di informazioni realistici o a uno strumento a imparare a riconoscere le immagini.

Il percorso nell’infrastruttura di Internet proposto nel testo, mette in evidenza le sovraimplicazioni che gravano sulle nostre pratiche quotidiane e i cambiamenti antropologici che esse comportano. Alle sovraimplicazioni del sistema geopolitico di novecentesca memoria si sono affiancate negli ultimi decenni le limitazioni e gli indirizzi propri del capitalismo cibernetico. Il quale, con l’implementazione dell’Intelligenza Artificiale, e nella crescente ibridazione tra gli umani e le macchine, caratterizzata dal ribaltamento del rapporto tra gli umani e gli strumenti di cui si servono, ci conduce verso una mutazione socio-antropologica tanto potente quanto incognita nei suoi destini. Ne deriva altresì un nuovo paradigma disciplinare: è alle macchine dotate di Intelligenza Artificiale che viene trasferito il compito di attuare automaticamente la stimolazione, la sorveglianza, la registrazione, la valutazione dell’obbedienza e l’eventuale segnalazione delle traiettorie comportamentali “non riproduttive dell’esistente” o comunque “non docilmente o passivamente allineate” alle Autorità di vario grado. Una sovraimplicazione perciò cibernetica, di cui sono qui esposti esempi nei settori dell’informazione e della comunicazione, dei social network e della progettazione delle città, volendo continuare a credere che una maggiore consapevolezza sociale sappia alimentare una resistenza attiva e creativa allo stato di cose presente.
RENATO CURCIO BREVE NOTA BIOGRAFICA

Renato Curcio, Laureatosi in Sociologia all’Università di Trento è stato fondatore delle Brigate Rosse, catturato nel gennaio 1976 e rilasciato il 1998. Nel 1990, mentre era ancora in carcere, insieme a Stefano Petrella e Nicola Valentino, ha fondato una casa editrice chiamata Sensibili alle Foglie, per la quale ha pubblicato numerosi titoli su questi temi: L’impero virtuale, 2015; L’egemonia digitale, 2016; La società artificiale, 2017, L’algoritmo sovrano, 2018; Il futuro colonizzato, 2019, Identità cibernetiche, 2020, Il capitalismo cibernetico, 2022.

 

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