Estate, inflazione e consumi. Una sintesi facile quando c’è voglia di svago e relax. Ma come andranno le cose per bar e ristoranti dopo le vacanze? Il nuovo taglio dei tassi d’interesse da parte della Bce, atteso a settembre, quando inizierà anche la riduzione da parte della Fed è una “manna dal cielo” per bar e ristoranti. Se da una parte gli investimenti saranno più accessibili e meno costosi, incentivando l’espansione delle attività, dall’altra i tassi bassi potranno stimolare i consumi (che valgono due terzi del Pil italiano). Lino Stoppani, presidente di Fipe, si mostra ottimista all’Adnkronos all’indomani dell’annuncio di Jerome Powell sul taglio dei tassi d’interesse minimizzando i timori sul «rischio d’inflazione: C’è sempre, ma il taglio sarà fatto con moderazione e gradualità».
Cosa succederà in autunno
Bar e ristoranti – ricorda – stanno cercando di rialzare la testa dopo gli choc degli ultimi anni. «Questi esercizi – spiega – hanno affrontato anni difficili, costretti a fare i conti con debiti accumulati durante la pandemia e una lenta ripresa». Piccole e medie imprese, spesso in difficoltà per i costi di finanziamento, potrebbero trovare finalmente le risorse necessarie per avviare nuovi progetti o ampliare le proprie attività: «Anche perché – dice Stoppani – l’incidenza degli oneri finanziari in settori come il nostro, uscito dall’emergenza pandemica con maggiore stock di debito, sarà inferiore».
«Ci sarà un aumento dei consumi»
Ma non finisce qui.
La minore pressione sui costi finanziari stimolerà anche un aumento dei consumi. «Con tassi più bassi – dice il presidente di Fipe – le famiglie avranno rate di mutuo più leggere e un potere d’acquisto potenzialmente maggiore, il che si tradurrà in maggiori spese per pranzi e cene fuori». Il circolo virtuoso è chiaro: più soldi nelle tasche dei consumatori si traducono in maggiore afflusso nei locali, e una ripresa più rapida per un settore che ha patito una lunga stagnazione.
«Ne avrà beneficio anche il bilancio pubblico – dice Stoppani – dove il costo dell’ingente debito toglie risorse che potranno essere più utilmente destinate alla riduzione del dl’indebitamento o per finanziare politiche economiche vicino ai bisogni di imprese e famiglie».
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