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Goletta Verde di Legambiente presenta i risultati del monitoraggio delle acque delle coste del Veneto. Su 11 punti campionati, due sono risultati essere oltre i limiti di legge: la foce del fiume Adige, tra i comuni di Chioggia e Rosolina (Rovigo), e la spiaggia a destra della foce del Po delle Tolle in località Barricata, nel comune di Porto Tolle (Rovigo).

Il monitoraggio è stato presentato a bordo di Goletta Verde, ormeggiata a Caorle, nella giornata di sabato 10 agosto, con la presenza dell’assessore all’ambiente di Caorle Mattia Munerotto e della portavoce di Goletta Verde Martina Palmisano, assieme a Giulia Bacchiega, vicepresidente Legambiente Veneto, e a Maurizio Billotto di Legambiente Veneto orientale.

L’attività di prelievo e campionamento è stata svolta il 16 luglio su 4 punti in mare e 7 in corrispondenza delle foci dei corsi d’acqua. I due punti oltre i limiti di legge, è stato spiegato, sono ritenuti “fortemente inquinati”. I risultati sono peggiorati rispetto agli ultimi due anni, quando tutti i punti campionati erano risultati a norma. A far emergere un quadro diverso, molto probabilmente, sono state anche le differenti condizioni meteo: nel 2022 e nel 2023 il periodo precedente ai campionamenti è stato caratterizzato dalla siccità, mentre quest’anno si sono registrate forti piogge.

Osservato speciale

L’osservato speciale, dunque, è il punto di prelievo presso la foce del fiume Adige. La dicitura di “osservati speciali” è relativa a quei punti storicamente critici per i quali Legambiente ha deciso di ripetere i prelievi anche nei mesi che precedono il passaggio della campagna, a supporto della fotografia scattata nei mesi estivi. «Il punto attenzionato viene campionato dal 2010 e ha mostrato diverse volte superamenti anche molto importanti dei limiti di legge», spiega l’associazione. Negli ultimi due anni (2022 e 2023) era risultato nei limiti di legge, probabilmente proprio a causa delle scarse piogge.

«La foce dell’Adige – spiega Giulia Bacchiega – è per noi una spia che lampeggia da tanti anni, ma ora è arrivato il momento di agire. Il punto campionato tra Chioggia e Rosolina, per quanto riguarda gli enterococchi, è risultato fortemente inquinato, con parametri dalle 3 alle 4 volte superiori a quelli consentiti. Ci preoccupa anche lo stato morfologico dell’Adige, perché ha scarsa capacità di assorbire e far defluire le acque in caso di piena. Oltretutto abbiamo osservato che, in caso di forti piogge, gli impianti di depurazione entrano sotto stress e non riescono a svolgere a pieno la loro funzione di depurazione delle acque reflue e degli scarichi industriali. E se il fiume esonda, è bene ricordarlo, queste acque contaminate da batteri fecali, pfas, pesticidi e altri inquinanti, finiscono nelle nostre strade, case, campi, orti e giardini».

Martina Palmisano continua: «Con l’arrivo di Goletta Verde anche in Veneto abbiamo la possibilità di informare cittadini e cittadine sulla qualità delle acque della costa. La forza della campagna di Legambiente risiede anche nel dato storico: il monitoraggio va avanti da tanti anni e si ha l’opportunità di confrontare dati odierni con quelli degli anni passati. Due punti oltre i limiti di legge devono essere un campanello d’allarme per chi è deputato al controllo e alla gestione della filiera della depurazione e della rete fognaria. Bisogna aumentare i controlli e, soprattutto, sfruttare i ben 22 interventi ammessi a finanziamento dal Pnrr proprio per migliorare la depurazione delle acque reflue ed efficientare la rete fognaria».

Mucillagine in Alto Adriatico

Sulle coste dell’Alto Adriatico sono visibili ad occhio nudo grosse chiazze di colore verde-marrone. Si tratta della mucillagine prodotta dalle microalghe, che emerge in superfice dai fondali marini: un fenomeno che in sé è naturale e non ha nessuna conseguenza per la salute pubblica, ma che è diventato imponente negli ultimi tempi a causa dell’eccessivo apporto di nutrienti (come azoto e fosforo) provenienti dal bacino del fiume Po, che alimentano una maggiore secrezione delle microalghe presenti nei fondali. Il processo si chiama eutrofizzazione: se troppo nutrite, le microalghe acquatiche crescono in modo eccessivo producendo grandi quantità di biomassa che, decomponendosi, rende l’ambiente inospitale per pesci e molluschi.

I nutrienti sono una diretta conseguenza del loro uso in agricoltura e negli allevamenti di bovini e suini. Le forti piogge dei mesi scorsi in tutto il bacino del Po hanno di fatti dilavato i terreni agricoli di queste sostanze arrivate in Adriatico attraverso il fiume Po. Secondo i più recenti dati pubblicati dall’Istat, le regioni del Nord si intestano un consumo di fertilizzanti che rappresenta il 62% del dato nazionale per l’azoto e del 58% per il fosforo. Stesso discorso per gli allevamenti intensivi: nel Nord si concentra il 67% di bovini e il 90% dei suini allevati in tutta Italia. Il tutto si traduce in un grosso peso per l’Adriatico, in termini di azoto e fosforo. Uno studio di Autorità di Bacino del Po e le università di Ferrara, Parma e Torino ci dice che 251mila tonnellate di azoto finiscono ogni anno nei fiumi e nelle falde e da qui, nell’alto Adriatico mentre il quantitativo di fosforo ammonta a 73mila tonnellate all’anno.

Focus depurazione

Quest’anno ricorrono i trent’anni della Legge Galli che, nel 1994, rivoluzionò l’organizzazione del servizio idrico integrato, prevendendo una gestione unitaria e integrata per l’insieme dei servizi di captazione, adduzione e distribuzione di acqua ad usi civili, di fognatura e depurazione delle acque reflue. È proprio quest’ultima la parte del ciclo su cui si concentrano le campagne di Goletta Verde e Goletta dei Laghi. La depurazione resta uno dei tasti dolenti nel nostro Paese, con 910 agglomerati per i quali sono state rilevate situazioni di non conformità ai requisiti della Direttiva sulle acque reflue (91/271/CE). Secondo gli ultimi dati disponibili del Mase (dicembre 2023), nel Veneto ci sono ancora 4 agglomerati in procedura di infrazione (Borca di Cadore, Falcade, Isola della Scala e Venezia) con un carico complessivo generato pari a 110.225 abitanti equivalenti (principalmente relativi all’agglomerato di Venezia).

Nel Pnrr sono stati individuati interventi di ammodernamento delle reti fognarie italiane e di adeguamento dei sistemi di depurazione che andranno, in parte, a sanare queste non conformità, in parte a costruire nuove infrastrutture ove prima mancavano. Il decreto ministeriale del 9 agosto 2023 individua 176 progetti che riceveranno il finanziamento dei fondi stanziati. Per la regione Veneto, in particolare, sono 22 gli interventi ammessi a finanziamento, che renderanno conformi complessivamente circa 940.000 abitanti residenti.

 

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