Un Piemonte progressivamente sempre più povero, negli ultimi cinque anni a fronte di un’indigenza che conta quasi 1,3 milioni di persone in condizioni di estrema difficoltà soltanto nel Nordovest. Una realtà che si accompagna ad un indicatore del divario sociale che, pur con una crescita più contenuta, continua a segnalare una contesto sociale sempre più fragile. Da qui le strategie messe in campo dalla Fondazione Compagnia di San Paolo che, oggi, ha presentato un “programma quadriennale” da 700 milioni di euro. Il presidente, Marco Gilli e il segretario generale, Alberto Anfossi hanno illustrato i primi orientamenti del Piano Strategico 2025/2028. Le linee guida per il nuovo ciclo di programmazione pluriennale si concentrano su strategie, priorità e obiettivi da perseguire, nonché sui programmi e strumenti di intervento che saranno implementati.
Indicatori di Povertà Assoluta – Dati Nord Ovest 2019-2022
Il nuovo Piano Strategico, che verrà presentato ufficialmente durante la Giornata della Compagnia a gennaio 2025, prevede incontri con gli stakeholder nell’autunno 2024. Con un’ipotesi di erogazioni che superano i 700 milioni di euro nei prossimi quattro anni, il Piano intende affrontare in modo rigoroso e flessibile le grandi sfide dei prossimi anni, come la crisi climatica, la transizione tecnologica, la crisi demografica, la povertà e le disuguaglianze. «Gli scenari che si prospettano nei prossimi anni quali la crisi climatica, la transizione tecnologica, la crisi demografica, i flussi migratori, la povertà e le disuguaglianze sociali e soprattutto l’incertezza che li caratterizza richiederanno di elaborare il Piano Strategico 2025/2028 da un lato fondato su un’analisi rigorosa dei risultati ottenuti negli anni precedenti, dall’altro con la necessaria flessibilità per adattarsi al contesto e alle opportunità che potrebbero presentarsi» ha sottolineato Gilli evidenziando «l’importanza della coesione sociale e del contrasto alle diseguaglianze».
La Fondazione Compagnia di San Paolo, ha detto Gilli, è un’istituzione solida, ancorata a principi di integrità e trasparenza, che si avvale di competenze di altissimo livello in termini di governance e struttura. «Con il contributo di tutti stiamo individuando alcuni aspetti metodologici trasversali agli Obiettivi Cultura, Persone e Pianeta che ispireranno il prossimo Piano Strategico: Mobilization & Partnership, Learning, Advocacy e Internationalization».
Ecco gli approcci del “piano”
Mobilization & Partnership: mobilitare risorse aggiuntive e realizzare un effetto leva moltiplicativo.
Learning: rafforzare la capacità di acquisire ed elaborare dati per valutare l’impatto delle proprie policy ed assumere decisioni basate sull’evidenza.
Advocacy: mettere a disposizione degli enti del territorio le conoscenze acquisite per amplificarne l’impatto e avviare iniziative su scala più ampia in partnership con gli enti pubblici, in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030.
Internationalization: avviare progetti e programmi che attraggano investimenti strategici e competenze qualificate.
Coerentemente con gli obiettivi del Piano Strategico 2021-2024, negli ultimi quattro anni la Fondazione ha erogato 710 milioni di euro, con un impatto stimabile sul territorio di 35 miliardi. La capacità di mobilitare risorse aggiuntive, a fronte di un’ipotesi di oltre 700 milioni di euro di erogazioni anche per il quadriennio 2025-2028, rimarrà un obiettivo prioritario.
«Il Piano Strategico 2025/2028 terrà conto delle lezioni apprese nel quadriennio precedente che sono delineate nel Documento di fine mandato 2024 e indicherà la strategia futura con priorità e obiettivi da perseguire» aggiunge Alberto Anfossi. «La programmazione strategica precedente ci lascia in dote molte cose. Una è la consapevolezza dell’opportunità di lavorare a due velocità: programmazione e interventi a lungo termine; risposta a emergenze e rapide variazioni di contesto. Nei prossimi anni, a un lavoro diffuso e attento volto al cambiamento sistemico e allo sviluppo organizzativo, potremo affiancare selezionati progetti di taglia più grande che abbiano un potenziale trasformativo».
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