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Per le famiglie si avvicina (e per alcune è già arrivato) il momento di farsi carico dei costi per l’iscrizione dei figli al centro estivo.

Un vero e proprio salasso, con le rette che solitamente vanno dai 60 ai 150 euro a settimana (a seconda dell’orario, come pure della zona) senza alcuna possibilità di beneficiare di misure di supporto nazionali come nel caso del bonus per gli asili nido.

In realtà un bonus che riconosce il rimborso per il costo dei centri estivi è esistito fino a qualche anno fa. Era stato introdotto durante la pandemia per dare sostegno alle famiglie che con la chiusura delle scuole avevano la necessità di rivolgersi a queste strutture. Ma si è trattato di una breve parentesi: con l’eccezione del bonus Inps che si rivolge ai dipendenti e pensionati della Pubblica amministrazione, il cui bando è attualmente attivo, e alcune misure riconosciute da enti locali e privati, oggi non esistono dei veri e propri bonus per centri estivi.

Quando il centro estivo è organizzato da associazioni sportive dilettantistiche o centri sportivi, il costo sostenuto può essere portato in detrazione con la possibilità di recuperare circa 40 euro della spesa sostenuta.

Se invece il servizio è offerto dagli asili nido ed esclusivamente per i figli di età fino a 3 anni, è possibile ricorrere al bonus nido per recuperare una parte dei costi necessari per la frequenza nei mesi estivi, tuttavia per i figli di età superiore le possibilità per recuperare una parte del costo sostenuto sono alquanto limitate.

Bonus centri estivi Inps

Anche quest’anno l’Inps ha messo a disposizione dei propri assicurati – dipendenti e pensionati della Pubblica amministrazione – una misura che consente di recuperare tutta o una parte del costo sostenuto per l’iscrizione al centro estivo.

Nel bando attualmente ancora aperto, con la possibilità di farne domanda entro il 26 giugno prossimo, vengono stanziate le risorse per riconoscere 3.000 contributi dal costo massimo di 100 euro a settimana. Se ne può fruire per i figli di età fino ai 14 anni, da giugno a settembre.

L’importo è condizionato in base all’Isee: solo chi ha un’attestazione che non supera gli 8.000 euro avrà diritto al contributo settimanale nella misura piena. Per chi ha un’attestazione più elevata scatta una riduzione percentuale, fino a un massimo del 20% (spettano così solo 80 euro) per chi ha un Isee superiore a 56.000 euro.

A tal proposito, di seguito trovate il bando con tutte le istruzioni per fare richiesta del bonus.

Bando Inps bonus centri estivi 2024

Clicca qui per scaricare.

Bonus centri estivi regionali

Sono molto poche anche le misure di sostegno a livello regionale. Lazio, Lombardia, Veneto e Campania non sono solite pubblicare bandi per il pagamento di un contributo per la frequenza ai centri estivi. E lo stesso vale per altre Regioni.

Ma c’è un’eccezione. Dal 3 giugno al 15 luglio – grazie a uno stanziamento di 7 milioni di euro – è possibile richiedere un bonus centri estivi se residenti in Emilia Romagna.

Spetta alle famiglie, anche monogenitoriali, in cui entrambi i genitori risultino occupati e residenti in Emilia Romagna. Possono farne richiesta, direttamente al Comune di residenza, anche le famiglie in cui uno o entrambi i genitori sono in cassa integrazione, mobilità o disoccupati, a patto che risulti un Patto di servizio attivo sottoscritto con il Centro per l’impiego.

E ancora, possono farne richiesta le famiglie in cui anche un solo genitore risulta impegnato in modo continuativo in compiti di cura (caregiver) ma solo quando nel nucleo familiare è presente una persona con disabilità grave o non autosufficiente.

Per la richiesta è necessario un Isee entro i 24 mila euro; non ci sono limiti invece per le famiglie in cui sono presenti disabilità. Spetta per i figli dai 3 anni (nati nel 2021) e i 13 anni (nati nel 2011); il limite è di 300 euro a figlio, nel limite di 100 euro a settimana.

Bonus centri estivi comunali

Anche i singoli Comuni possono prevedere dei contributi a sostegno per le famiglie, tuttavia generalmente non si tratta di rimborsi quanto più di rette agevolate per i centri estivi comunali in favore di quelle famiglie con Isee basso.

È raro invece che il Comune preveda dei veri e propri rimborsi: in ogni caso consigliamo di fare sempre un controllo presso i servizi sociali per verificare se esistono o meno misure di questo tipo.

Bonus centri estivi enti bilaterali

C’è un altro organo che è solito riconoscere bonus per centri estivi e che per questo va consultato prima di prendere qualsiasi decisione in merito: si tratta degli enti bilaterali, costituiti da associazioni datoriali e dai sindacati, che hanno come scopo quello di garantire servizi e prestazioni in diversi settori, compresa la tutela della genitorialità.

Per questo motivo tra le tante misure riconosciute ai dipendenti impiegati in aziende aderenti all’organismo spesso ci sono anche bonus centri estivi.

Ad esempio, l’ente bilaterale terziario della provincia di Padova riconosce un rimborso del 50% dei costi sostenuti (fino a un importo massimo di 200 euro), mentre l’ente bilaterale commercio, servizi e terziario della Provincia di Venezia eroga un bonus di 150 euro (lordi) per l’iscrizione di un figlio al centro estivo, 250 euro se i figli sono almeno due (le richieste aprono dal 15 giugno).

Quindi, se Regione e Comune non prevedono alcun contributo di questo genere, vi consigliamo di chiedere informazioni in azienda prima di rassegnarvi a riguardo, anche perché la frequenza ai centri estivi potrebbe rientrare anche nei fringe benefit.

 

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