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AIPB, il dibattito tra i principali operatori di mercato, istituzioni e regolatori: “La clientela Private e gli investimenti in economia reale tramite portali on-line”

Si è tenuto oggi 18 febbraio il webinar aperto al pubblico “La clientela Private e gli investimenti in economia reale tramite portali on-line”, un evento per riflettere sul binomio Private Banking ed equity crowdfunding organizzato da AIPB (Associazione Italiana Private Banking). Grazie all’alleanza tra fintech e sistema bancario, le migliori scaleup e PMI italiane possono oggi accedere a un canale di finanziamento alternativo, quello degli investimenti del segmento private a sostegno dell’economia reale, il cui peso appare però ancora troppo limitato rispetto al potenziale.

L’incontro è stato moderato da Alessandro M. Lerro, Presidente dell’Associazione Italiana Equity Crowdfunding e sono intervenuti Antonella Massari, Segretario Generale AIPB, Giancarlo Giudici, Professore ordinario della School of Management del Politecnico di Milano, Antonella Grassigli, CEO & Co-Founder di Doorway, Roberta Sandrone, Responsabile Marketing – Prodotti e Servizi di investimento di Intesa Sanpaolo Private Banking, Alessandro Scortecci, Responsabile della Strategia e Business Development Cassa Depositi e Prestiti Venture Capital, Anna Lambiase, CEO e Founder di IR TOP Consulting, Emma Rita Iannaccone, CONSOB – Divisione Intermediari.

È opinione condivisa che stiamo vivendo un momento di rottura strutturale nella vita sociale, lavorativa ed economica del Paese, che porterà dei cambiamenti che non siamo ancora in grado di prevedereAntonella Massari, Segretario Generale AIPB -. Nonostante le incertezze le parti più produttive e attive della società si stanno interrogando su quale ruolo giocare in questo processo di cambiamento e con quali proposte dare un contributo positivo. Non si può sottrarre a questo impegno il settore che gestisce i patrimoni di individui e famiglie benestanti, che possono decidere di partecipare con i loro risparmi alla crescita del paese e alla migliore allocazione delle risorse disponibili. AIPB rappresenta operatori del settore che gestiscono oltre 900 miliardi di asset finanziari della loro clientela. Nel perseguire questo obiettivo un ruolo cruciale è riconosciuto alla partecipazione del risparmio privato di cui l’Italia è ricca, al finanziamento dell’attività produttiva in un’ottica di medio e lungo termine. Partecipazione ancora contenuta, per ragioni storiche, culturali, regolamentari, e ora resa più problematica dalla crescente incertezza sugli scenari futuri.  Alcuni scenari però si stanno aprendo. Per un maggiore interesse dei capitali privati al finanziamento diretto dell’economia. Alcuni di questi scenari riguardano le nuove sensibilità che stanno nascendo nei risparmiatori, la maturità raggiunta dall’industria della consulenza e della gestione del risparmio e il quadro normativo e tutto ciò che riguarda il crowdinvesting”.

L’esperienza di Intesa Sanpaolo Private Banking – ha spiegato Roberta Sandrone, Responsabile Marketing – Prodotti e Servizi di investimento di Intesa Sanpaolo Private Bankingsi basa sul ruolo che la Banca ha assunto quest’anno da gennaio, quando ha lanciato la prima campagna di equity crowdfunding avvalendosi di ‘BacktoWork’, che la principale piattaforma italiana di crowdinvesting, partecipata dalla capogruppo Intesa Sanpaolo. Con l’operazione “e-novia”, Enterprises Factory, l’obiettivo è stato trasformare la proprietà intellettuale in imprese tecnologiche e i ricercatori in imprenditori. È stata un’operazione molto importante perché stata la maggiore operazione di crowdfunding in Europa e ancora più rilevante se si pensa che l’investimento minimo è stato di 25.000 euro, l’investimento medio di 32.000 euro, abbiamo raccolto in tutto più di 7,6 milioni e hanno partecipato all’operazione oltre 200 investitori. Entro il semestre partirà con ‘BacktoWork’ una nuova campagna di equity crowdfunding quindi la nostra esperienza continuerà”.

Purtroppo il nostro ecosistema del Venture Capital Italiano è sottodimensionato rispetto ad altri paesi – ha affermato Alessandro Scortecci, Responsabile della Strategia e Business Development Cassa Depositi e Prestiti Venture Capital -. In Italia si investono circa 600 milioni di euro all’anno in venture capital, numero piuttosto basso rispetto ai 4 o 5 miliardi della Francia, i 5 o 6 milioni della Germania e 14 milioni in Uk nel 2020. Ci sono limiti nel nostro mercato come il limitato numero di investitori nel venture capital, scarsa partecipazione delle startup a programmi di accelerazione personalizzati. Poca partecipazione delle grosse aziende, che in Italia si limitano a fare programmi di open innovation o qualche acquisizione che abbia immediato impatto sul loro business, però non investono nel venture capital. Poi ci sono un po’ di limitazioni per quanto riguarda la cultura del venture capital e della nuova imprenditorialità. Il nostro piano funzionale prevede appunto di coprire due linee di azione per il raggiungimento del nostro obiettivo: portare il venture capital ad essere un pilastro fondamentale dell’economia del nostro Paese. I questi due pilastri sono: investire la dotazione che abbiamo a nostra disposizione in maniera efficace e il creare i presupposti per una crescita sostenibile nell’ecosistema del venture capital. Per quanto riguarda l’attività di investimento noi abbiamo otto fondi attivi e due in fase di lancio che coprono stanzialmente tutte le fasi del ciclo di vita delle startup”.



 

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