Mirella Emiliozzi, ex deputata in quota Movimento 5 Stelle ed ora candidata alle elezioni europee sempre sotto il vessillo pentastellato.
Quali sono le tre emergenze marchigiane che porterebbe sui tavoli dell’europarlamento se venisse eletta?
«Infrastrutture, tutela delle piccole e medie imprese e progetti per la rivitalizzazione delle zone interne e dei borghi storici».
Partiamo dalla prima.
«La nostra regione soffre di un gap infrastrutturale che la rende difficilmente raggiungibile. Il governo del M5S ha presentato in Ue osservazioni sull’esigenza di estendere e potenziare la rete transeuropea (Ten-T) nelle regioni adriatiche e è riuscito a inserire 5 miliardi nella legge di bilancio 2021 per il completamento della linea ferroviaria Adriatica».
Quanto alle Pmi?
«Per le Pmi, la presenza del M5S ai tavoli dell’Ue può fare una grande differenza. Mi sono sempre impegnata per l’adozione di piani di azione a sostegno della competitività attraverso finanziamenti per la ricerca e l’innovazione e ho anche presentato un disegno di legge per istituire una sorta di ZES tagliata su misura. Ora sono pronta a battermi con forza perché l’Ue abbatta la concorrenza sleale al Made in Italy e il dumping fiscale».
E sulle aree interne non si sta facendo abbastanza?
«La rivitalizzazione dei borghi e delle zone rurali è una mia vecchia battaglia condotta sia sul territorio che in commissione esteri. Esistono già delle linee di finanziamento Ue, ma occorre lavorare sodo per incrementarle le risorse».
Le Marche non esprimono un parlamentare europeo dal 2004: cosa l’ha spinta a candidarsi?
«Proprio questo. Oltre allo spirito di servizio, che è un po’ il faro di tutta la mia esperienza politica. Dobbiamo essere consapevoli che è proprio in Europa che vengono prese decisioni più impattanti sulle nostre vite. Ogni opera possibile oggi in Italia è grazie ai soldi del Pnrr portato dal M5S. Per questo è importante che tutti i marchigiani vadano a votare ed eleggano candidati che abbiano dimostrato di avere veramente a cuore l’interesse di tutti i cittadini».
Il M5S non ha brillato alle Europee del 2019 in termini di voti: a quali percentuali puntate stavolta? E con quali temi pensate di invertire il trend?
«I sondaggi ci danno intorno al 15% e credo sia una percentuale piuttosto veritiera. Il M5S è l’unico a battersi per la pace, presupposto per ogni altro tipo di benessere. Il M5S è anche l’unico partito a battersi per la giustizia e l’equità sociale, per il popolo e non per banche, lobby e poteri forti. Vogliamo un’Europa dei popoli e non della finanza. E vogliamo dare un futuro ai nostri ragazzi».
Dal risultato della consultazione europea dipenderanno anche i rapporti di forza con il Pd: crede che il campo largo sia un progetto fattibile?
«Come sempre noi facciamo alleanze sui programmi e sugli obiettivi. Laddove questo non sia possibile, ognuno prosegue per la propria strada. Questo modo di procedere forse non porta a risultati immediati, ma sono certa che prima o poi la coerenza tra ciò che diciamo e ciò che facciamo sarà evidente a tutti e porterà buoni risultati al M5S. E soprattutto ai cittadini».
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