Solo uno degli indagati ha deciso di rispondere alle domande degli inquirenti. A ottobre la decisione sui rinvii a giudizio per il filone parallelo
Inchiesta Alto Calore: sono iniziati gli interrogatori in Procura nell’ambito del secondo filone, quello dei presunti corsi fantasma organizzati dall’ente gestore del servizio idrico in Irpinia. Le indagini riguardano l’ipotesi di indebita richiesta di fondi legati al post-Covid e l’uso di fatture false per ottenere esenzioni fiscali.
La Guardia di Finanza aveva notificato, nei giorni scorsi, gli inviti a comparire a Michelangelo Ciarcia, ex amministratore unico dell’Alto Calore, Pantaleone Trasi, ex collaboratore dell’amministratore, Gerardo Santoli, rappresentante legale della Cat Servizi, e Raffaele Castagnozzi, intermediario della stessa società. L’ unico indagato ad aderire alla richiesta di interrogatorio è stato l’ex funzionario dello staff della presidenza dell’ente, Pantaleone Trasi. Accompagnato dal suo difensore di fiducia,
il penalista Marino Capone, Trasi ha risposto a tutte le domande dei pm, chiarendo la sua posizione rispetto alle accuse contestate dalla Procura. All’uscita dall’interrogatorio è stato il legale a spiegare il motivo della scelta da parte del suo assistito: «Trasi ha voluto chiarire la sua posizione. Credo che abbia fornito anche degli spunti investigativi i quali potranno formare oggetto di riscontro da parte degli inquirenti».
Ha presenziato, ma ha deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere, Raffaele Castagnozzi. Rinuncia a comparire per Gerardo Santoli, difeso dall’avvocato Luigi Petrillo. Ha deciso di non sottoporsi all’interrogatorio anche l’ex amministratore unico di Alto Calore, Michelangelo Ciarcia, difeso dall’avvocato Nello Pizza, che all’uscita da Palazzo di Giustizia ha spiegato le ragioni della scelta del del suo assistito: «L’ex presidente di Alto Calore ha sempre dimostrato grande disponibilità nel rispondere alle domande degli inquirenti. In questa fase, tuttavia, non riteniamo possibile fornire una risposta, in quanto dobbiamo prima prendere visione degli atti relativi a questo secondo filone d’indagine, che, peraltro, è collegato al primo. Al momento non intendiamo presentarci proprio per questo motivo; è evidente che abbiamo bisogno di avere una comprensione più completa della vicenda, così da poter intervenire in maniera precisa e puntuale sulle richieste future. Ora dobbiamo attendere che la Procura ci comunichi quali saranno i prossimi sviluppi. Da parte di Ciarcia c’è la massima fiducia nella magistratura e, naturalmente, la piena disponibilità a chiarire la propria posizione». Peculato, malversazione di erogazioni pubbliche, tentata truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche ed emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti le ipotesi di reato per cui nei giorni sono stati eseguiti due decreti di sequestro preventivo nei confronti della società Alto Calore Servizi Spa e di una società che aveva rapporti con l’ Alto Calore per una somma di 376.711,75 euro. Ad eseguire i due decreti i militari del nucleo di polizia economico finanziaria agli ordini del tenente colonnello Alessio Iannone. Le indagini coordinate dai pm Vincenzo Russo e Luigi Iglio avrebbero fatto emergere come la stessa società Alto Calore era stata ammessa a beneficiare del finanziamento pubblico per 454.912,50 euro nell’ambito del fondo Nuove competenze, fondo pubblico nato per contrastare gli effetti economici dannosi dell’epidemia Covid-19, con lo scopo di permettere alle imprese di adeguare le competenze dei lavoratori destinando parte dell’orario alla loro formazione rimborsando il costo delle ore di lavoro in riduzione destinate alla frequenza dei corsi. Per cui avrebbe ottenuto nel settembre del 2021 l’anticipazione del contributo nella misura del 70% dell’importo finanziato, pari a euro 318.438,75 materialmente erogati dall’ INPS su mandato di ANPAL (Agenzia Nazionale Politiche Attive del Lavoro, competente sull’erogazione), non destinava il contributo ricevuto alle finalità previste, mai procedendo ad organizzare e svolgere realmente i corsi di formazione in presenza che aveva dichiarato di voler svolgere. Si tratta della seconda inchiesta relativa alla gestione dei corsi di formazione all’ Alto Calore. C’è infatti un primo filone d’indagine che ha portato alla richiesta da parte della procura di tredici rinvii a giudizio nei confronti di altrettanti indagati. Il gup Giulio Argenio deciderà il prossimo 18 ottobre.
16 settembre 2024
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