Le piccole e medie imprese registrano risultati positivi sui mercati internazionali. Nel 2023 i valori dell’export nelle regioni Puglia, Basilicata e Molise sono aumentati del 3,5%, attestandosi a quota 14,3 miliardi di euro. Un elevato contributo viene dalla Puglia (oltre 10 miliardi di euro di export) che vede ai primi posti per vendite all’estero i settori agro-alimentare, automotive e meccanica, seguiti da farmaceutica, gomma e plastica, moda, legno-arredo, aerospazio, chimica. I dati sono contenuti in uno studio del dipartimento ricerche di Intesa Sanpaolo, diffuso in occasione della tappa barese di ‘Imprese Vincenti’, in programma dalle 17.30 a villa Romanazzi Carducci. I tre territori analizzati rientrano nella direzione regionale di Intesa Sanpaolo guidata da Alessandra Modenese. Nel 2023 le esportazioni della Basilicata hanno sfiorato i 3 miliardi di euro, con un peso importante dei flussi del settore automotive, mentre l’export del Molise è salito a quota 1,2 miliardi grazie al balzo registrato da chimica, automotive e agro-alimentare. Alla buona dinamica dell’economia italiana ha contribuito anche la forte ripresa degli investimenti che tra il 2016 e il 2023 hanno registrato un aumento pari al 35,7% a prezzi costanti in Italia (+20,2% per la Basilicata, +40,7% per la Puglia, +50,8% per il Molise). L’Italia ha fatto decisamente meglio rispetto ai principali competitor: la Francia ha messo a segno un progresso del 19,2%, la Spagna ha mostrato una crescita del 14,3%, mentre la Germania si è fermata al +4,5%. Si tratta – evidenzia lo studio di Intesa Sanpaolo – di un cambio di passo significativo rispetto al recente passato: basti pensare che tra il 2008 e il 2016 “i nostri investimenti si erano ridotti del 22,4% (-15,4% per la Basilicata, -22,5% per la Puglia, -43,6% per il Molise), mentre quelli tedeschi erano saliti del 9,9%”. Industria 4.0 (dal 2017) e Superbonus (dal 2021) “spiegano questa performance, sintesi del balzo delle costruzioni (+47,1% nel periodo 2016-2023), ma anche della dinamica degli investimenti italiani in macchinari, mezzi di trasporto e Ict (+29,3%) e in beni immateriali (ricerca, sviluppo e software; +20,2%)”.
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