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Export in calo in Piemonte. Stando ai dati di Unioncamere, nel primo semestre del 2024 il Piemonte ha registrato un valore delle merci esportate pari a 31,4 miliardi di euro, con una contrazione del 4,6% rispetto all’analogo periodo del 2023. Una caduta che ha interessato in special modo i settori di specializzazione.

Il risultato è frutto di una riduzione del 2,1% segnata già nel primo trimestre, seguita da una diminuzione ancora più intensa delle vendite oltre confine registrata nel periodo aprile-giugno 2024 (-6,8%). Nello stesso periodo il valore delle merci importate è stato pari a 23,7 miliardi di euro, il 10,2% in meno rispetto al semestre gennaio-giugno 2023. Col che il saldo della bilancia commerciale segna un +7,7 miliardi di euro, in crescita rispetto ai 6,5 dell’anno prima.

Export. A Torino calo superiore alla media regionale. Bene Cuneo, Novara, Vercelli e VCO

Il calo registrato a livello complessivo è frutto di andamenti territoriali eterogenei. Il capoluogo regionale, che genera il 44% delle esportazioni regionali, accusa un decremento superiore a quella media piemontese (-10,8%). Cuneo, seconda per contributo fornito alle vendite oltre confine, ha, invece, messo a segno un incremento tendenziale del 5,2%. La dinamica positiva accomuna anche i territori di Novara (+4,8%), Vercelli (+9,1%) e Verbano C.O. (+1,1%). Alessandria (-3,3%), Asti (-5,7%) e Biella (-14,2%) sono invece in flessione.

Nonostante le flessioni, il Piemonte è quarta regione in Italia per l’export

A livello nazionale, nel I semestre del 2024 l’export in valore ha mostrato una flessione del 1,1% su base annua. Pur avendo registrato un risultato complessivamente più negativo della media, il Piemonte si conferma la quarta regione esportatrice, con una quota pari al 9,9% dell’export nazionale.

Gian Paolo Coscia: “Favorire innovazione e internazionalizzazione per sostenere l’export”

“È evidente che il contesto economico internazionale sta mettendo a dura prova il nostro tessuto produttivo – dichiara Gian Paolo Coscia, presidente di Unioncamere Piemonte – Nonostante questo scenario sfavorevole, il Piemonte dimostra una certa resilienza, grazie alla buona performance dei settori alimentare e tessile. Questi comparti, storicamente legati al nostro territorio, confermano la loro vitalità e la capacità di adattarsi ai cambiamenti del mercato globale”. Coscia sottolinea la necessità di azioni immediate e coordinate a sostegno delle imprese piemontesi, in particolare quelle più esposte alla crisi. “Occorre favorire l’innovazione e la digitalizzazione delle imprese, investire in ricerca e sviluppo, facilitare l’accesso al credito, promuovere la formazione professionale, agevolare l’internazionalizzazione, semplificare la burocrazia”.

Export. In flessione i mezzi di trasporto e la meccanica. In crescita aerospazio, alimentari, bevande e tessile

I mezzi di trasporto rappresentano, anche nel periodo gennaio-giugno 2024, il settore più rilevante per il commercio estero piemontese, generando poco meno di un quarto del totale delle esportazioni (23,2%). Questo comparto, che nella prima parte del 2024, ha segnato una forte contrazione anche in termini di produzione industriale, registra nel I semestre 2024 una consistente flessione delle vendite oltre confine (-16,2%). Risultato che risente della diminuzione della vendita di autoveicoli (-29,7%). La componentistica autoveicolare flette del 2,0%, mentre continua la fase espansiva dei prodotti dell’aerospazio (+4,1%). L’industria meccanica si colloca in seconda posizione per incidenza sull’export regionale (18,2%) e conta una flessione più contenuta (-0,8%) rispetto al I semestre 2023.

In terza posizione, con una quota del 13,1%, si trovano i prodotti alimentari e delle bevande che, in controtendenza e in continuità rispetto ai primi tre mesi dell’anno, realizzano una crescita del 3,6%. Il comparto tessile evidenzia un aumento delle vendite all’estero del 12,3%,grazie all’ottima performance dell’abbigliamento (+28,2%) e degli articoli in pelle (+45,0%). I prodotti tessili sono, invece, in contrazione (-13,3%).

Verso i mercati Ue il 60 per cento dell’export piemontese

Nei primi sei mesi del 2024 i mercati dell’Ue-27 hanno assorbito il 60,1% dell’export regionale, mentre una quota pari al 39,9% è diretta ai Paesi extra Ue-27. Quanto alla dinamica, i due bacini hanno registrato flessioni di pressoché analoga intensità: le prime sono diminuite del 4,8% rispetto al I semestre 2023, le seconde del 4,1%.

Francia e Germania primi partner per l’export piemontese

Nel dettaglio dei singoli Paesi comunitari, Francia e Germania si confermano rispettivamente primo e secondo mercato di destinazione delle vendite oltre confine, con quote rispettivamente pari al 15,3% e 13,5%. Entrambi scontano, però, flessioni del valore delle merci piemontesi importate superiori alla media (Francia -7,8%; Germania 11,7%). Segue la Spagna, cui è destinato il 6,0% delle esportazioni locali, in calo del 2,5% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente. Quarto mercato comunitario è la Polonia, che, con una dinamica in controtendenza rispetto alla media, segna un aumento del del 14,1%, grazie alle buone performance registrate dai mezzi di trasporto e dall’alimentare.

Tra gli altri Paesi, si segnala la diminuzione particolarmente intensa delle vendite dirette in Belgio (-17,2%), a fronte, invece, di dinamiche positive registrate in Romania (+2,8%) e, soprattutto, in Irlanda (+10,8%).

Export in calo anche fuori dalla Ue

Spostando l’attenzione al di fuori dei confini dell’Ue-27, gli Stati Uniti si confermano il principale mercato di sbocco, generando una quota dell’8,3% dell’export regionale, seguiti da Regno Unito e Cina, che determinano rispettivamente il 4,2% e il 3,1% delle vendite oltre confine. Mentre calano le vendite dirette negli Stati Uniti (-6,3%) e nel Regno Unito ( -9,1%), il mercato cinese registra un aumento del 20,5%, frutto dell’ottima performance del comparto tessile. Quanto agli altri Paesi, le esportazioni destinate in Svizzera (-14,9%) e Brasile (-11,3%) flettono più della media regionale. Sono in controtendenza Messico (+19,3%) e Canada (+17,7%).



 

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