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FERMO Due anni di indagini, sopralluoghi a ripetizioni nei cantieri fra Fermano, Maceratese e Ascolano, intercettazioni dei messaggi whatsapp, fino a quando l’inchiesta è stata chiusa e ha portato all’ordinanza delle misure cautelari. Un lavoro lungo e certosino che ora attende i riscontri con i primi interrogatori dei coinvolti.

Le fasi

Si tratta dell’indagine sulla maxi frode di due società edili che tra il 2021 e il 2022 avrebbero sfruttato in maniera fraudolenta gli incentivi dei superbonus varati per ridare ossigeno al settore dell’edilizia e, più in generale, all’economia e all’occupazione anche attraverso i successivi eco-bonus e sisma-bonus, generando crediti inesistenti per 3 milioni.

Nel mirino degli inquirenti Salvatore Perricciolo, il 44enne calabrese – da tempo gravitante nel Fermano – che era già stato arrestato in Slovenia due settimane fa dai carabinieri del Ros per un traffico di droga (è in carcere a Padova).

Gli accertamenti sono stati compiuti dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di finanza di Ancona e coordinati dalla Procura di Fermo e, come abbiamo riferito ieri, hanno portato anche ad altri 5 provvedimenti. Determinante, per gli investigatori, seguire le mosse di Zofia Ewa Poradzisz, 43 anni, di origine polacca e compagna di Perricciolo, socia unica e amministratrice della società Opus Domus, costituita nell’aprile 2021 e nel giro di pochi mesi capace di emettere fatture sospette dagli importi consistenti, mentre lo stesso boss si trovava ancora agli arresti domiciliari per altri reati e quindi impossibilitato a effettuare operazioni di questo genere. Tra l’altro emerge che nell’autunno dello stesso anno, e attraverso la medesima società, Perricciolo aveva acquistato due Porsche, una Cayenne e una Panamera. Operazioni contestuali a un’altra raffica di fatture, a volte anche per cifre superiori ai 200mila euro, che hanno spinto le fiamme gialle a vederci più chiaro.

I coinvolti

Fra gli indagati figurano l’ingegnere Davide Cesarini, 57 anni, di Porto Sant’Elpidio, ora ai domiciliari, la stessa compagna del boss, l’operaio edile Giuseppe Acquavella, 54, originario di Napoli e domiciliato a Porto Sant’Elpidio, Giuseppe Spurio Ruiti, 58, residente a Tolentino e consulente per l’impiego nella stessa Tolentino e Pier Luigi Lunghi, 67, architetto residente in Abruzzo, a Martinsicuro. Fra gli avvocati Massimo Di Bonaventura, Maria Beatrice Indiveri, Gabriele Cofanelli e Renato Coltorti.



 

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