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La Cgil Basilicata ha deciso di scendere in campo contro l’aumento dei costi della politica in Basilicata. La sigla sindacale ha infatti lanciato una petizione online su Change.org per chiedere l’abrogazione della legge regionale 23/2024 proposta del neo presidente Marcello Pittella, che ha portato a un incremento di quasi il 30% delle spese per il personale dei gruppi consiliari regionali.

Le motivazioni

Con questa legge, infatti, è stato stabilito che ogni consigliere regionale possa disporre di un contributo annuo di 75.000 euro per le spese di personale, con un conseguente aumento della spesa complessiva di quasi mezzo milione di euro. Inoltre, anche i gruppi consiliari composti da un solo consigliere hanno diritto a un contributo aggiuntivo di 5.000 euro.

Inoltre, ha eliminato l’obbligo dei consiglieri regionali di destinare almeno 1/3 delle somme percepite a titolo di spese per l’esercizio del mandato, per l’instaurazione di rapporti contrattuali di lavoro, sottraendo pertanto tali somme dalla specifica destinazione e rendendo meno trasparente l’utilizzo delle risorse.

La crisi economica

Secondo la Cgil Basilicata, questo aumento è del tutto ingiustificabile, soprattutto in un momento in cui la regione sta affrontando numerose difficoltà economiche e sociali. «Non si può aumentare i costi della politica mentre i cittadini fanno i conti con la crisi economica e la precarietà del lavoro», ha dichiarato un rappresentante della Cgil Basilicata. «Chiediamo ai consiglieri regionali di fare un passo indietro e di annullare questa legge». Pertanto l’appello è a sottoscrivere la petizione affinché il Consiglio regionale tutto faccia un passo indietro.

I numeri

In sole 24 ore dalla sua pubblicazione online, sono stati oltre 200 i lucani che hanno firmato la petizione. Di questo se n’era parlato già a fine agosto quando lo Spi Cgil Basilicata, insieme al Coordinamento per la Democrazia Costituzionale e il mondo associativo, stava pensando di dare il via alla raccolta firme per chiedere l’abrogazione della legge, così come previsto dall’articolo 17 dello Statuto della Regione Basilicata. «Un atto vergognoso, una brutta pagina per la politica lucana – secondo il segretario generale dello Spi Cgil Basilicata, Angelo Summa – che mostra tutta la sua incoerenza e indifferenza nei confronti del territorio».



 

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