Meloni: «L’Italia cresce più di altri. Ora priorità alla sicurezza e alle pensioni minime» #finsubitoagevolazioni

Un’intervista non esattamente incalzante nei toni, anzi quasi una chiacchierata tra amici («Come sei elegante, bello quel vestito», gli dice lei) tra Paolo Del Debbio e Giorgia Meloni, dalla quale vengono fuori comunque alcuni punti fermi di quello che impegnerà il governo nei prossimi mesi.
È andata in onda su Rete 4 e la premier dice che sarà «la sicurezza» la priorità dopo la manovra, con la lotta all’immigrazione clandestina, e naturalmente guardando al miglioramento delle condizioni di vita degli italiani che già — come da dati Istat — sono in crescita. Quindi avanti con gli aiuti alle famiglie, taglio del cuneo fiscale, aiuti alle imprese che assumono i giovani. E anche con l’indicizzazione per le pensioni minime, «una delle nostre priorità», assicura: «In questi due anni abbiamo lavorato alla rivalutazione piena delle pensioni fino a 2.270 euro e quella al 120% per le minime», facendo «crescere meno quelle molto alte», operazione «equa che continueremo a fare».
 
Non dà particolari la leader di FdI, ma rivendica i meriti del suo governo oltre a quelli di «imprese e lavoratori»: «La manovra sarà ispirata al buon senso e alla serietà. La stagione dei soldi gettati dalla finestra e dei bonus è finita». E quindi «tutte le risorse disponibili devono essere concentrate nel sostegno alle imprese che assumono e creano posti di lavoro e per rafforzare il potere di acquisto delle famiglie e dei lavoratori».
 
L’Italia «che è sempre stata il fanalino di coda dell’Europa, oggi cresce più della media dell’Eurozona, più di Francia e Germania, l’occupazione è la più alta dai tempi di Garibaldi, il tasso di disoccupazione il più basso». E questo perché il governo attira investimenti grazie a «credibilità internazionale e stabilità». Il taglio delle tasse «dipenderà dalle risorse che avremo», è molto cauta la Meloni, così come l’assegno unico per i figli: ci si deve battere tutti «anche l’opposizione» per impedire che la Ue apra la procedura di infrazione per l’Italia sull’inclusione dei lavoratori stranieri: «Se lo fosse non avremmo le risorse».
 
Da qui si passa al tema immigrazione, anche se il conduttore non solleva lo spinosissimo tema dello scontro sullo Ius scholae, nel giorno in cui FI fa sapere che sta lavorando a un provvedimento e FdI e Lega continuano a opporsi. La Meloni assicura che gli sbarchi sono diminuiti «del 64% rispetto all’anno scorso» per la nuova impostazione che l’Italia sta dando anche in Europa. E ribadisce che la Bossi-Fini sarà cambiata perché troppi stranieri vengono fatti entrare «dalle mafie» attraverso i decreti flussi e poi non assunti: una truffa.
 
A Elly Schlein che la accusa di impoverire il Paese, di volerlo dividere con l’autonomia replica che questa è stata decisa nel lontano 2001 dalla sinistra e che il suo governo la sta solo applicando ma tenendo conto dei livelli minimi di prestazione, che «non creeranno affatto disparità tra Nord e Sud» ma il contrario.
 
Ci sono poi due passaggi personali. Il primo è la rabbia che ancora prova perché alcuni giornali hanno segnalato la sua «sparizione» per alcuni giorni durante l’estate: «Io non vado all’estero per essere sempre reperibile. Nessuno può mettere in dubbio la mia responsabilità. Sono sempre stata con i giornalisti appollaiati davanti casa, si doveva sapere pure quello che mangiavo. Possibile che un premier non può avere un minimo di privacy? Chiederò a Schlein come ha fatto a sparire per tre settimane…».
 
Chiaro che un premier è diverso da un leader dell’opposizione, ma il conduttore la conforta, poi cerca di trascinarla nella polemica sull’omicidio di Sharon Verzeni da parte di un ragazzo italiano di seconda generazione. Lei non ci casca e dice che qui «la sicurezza c’entra poco, non viveva ai margini, era integrato. È più simile al caso del ragazzo che ha sterminato la famiglia», con l’agghiacciante aggiunta dell’accoltellamento del fratellino. E qui Meloni fa una riflessione su «una generazione che forse non stiamo capendo», che meriterebbe un discorso serio: solitudine, social, fragilità, droghe. Temi «enormi, che non possiamo sottovalutare». E che saranno centrali con l’avvento dell’Intelligenza artificiale, che rischia di distruggere anche «posti di lavoro». Forse anche per questo ha in programma a New York un incontro a porte chiuse con Elon Musk proprio su possibili investimenti nei settori dello spazio e dell’intelligenza artificiale e da lui riceverà il Global Citizen Award dell’Atlantic Council.

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