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La manovra finanziaria per il 2025 sta prendendo forma, e il governo Meloni sta delineando un pacchetto di misure che punta a sostenere l’economia attraverso un mix di sgravi fiscali, incentivi per l’occupazione e sostegno alle famiglie. La crescita economica, con indicatori positivi come l’aumento dell’occupazione e l’export in espansione, offre al governo la fiducia necessaria per proseguire nella direzione intrapresa. Tuttavia, il bilancio 2025 sarà plasmato anche dalle limitate risorse disponibili e dalla necessità di mantenere l’equilibrio finanziario, elementi che impongono scelte precise e mirate.

 

Sgravi fiscali e incentivi all’occupazione

Il governo si prepara a confermare alcune delle misure più significative già in vigore, concentrandosi in particolare su quelle che incentivano le assunzioni e sostengono l’occupazione. Tra queste, la maxi-deduzione fiscale per le imprese che assumono, attualmente in scadenza a fine anno, sembra destinata a essere prorogata. Questa misura, particolarmente efficace nel ridurre il costo del lavoro per le aziende, è stata uno dei pilastri della politica economica del governo Meloni, e il suo rinnovo appare ormai una certezza.

Un altro punto di discussione riguarda i cosiddetti fringe benefit, cioè i benefici accessori concessi ai dipendenti, spesso sotto forma di buoni o agevolazioni fiscali. Attualmente, esistono due soglie di esenzione, una di 1.000 euro per tutti i lavoratori e una più elevata di 2.000 euro per coloro che hanno figli a carico. Il governo sta valutando l’ipotesi di uniformare queste soglie, fissando un tetto unico che potrebbe variare tra i 1.500 e i 2.000 euro. Questa misura mirerebbe a semplificare il sistema e a estendere il beneficio a un numero maggiore di lavoratori, rafforzando così il potere d’acquisto delle famiglie.

 

Risorse e privatizzazioni

Definire il contenuto della legge di bilancio per il 2025 non sarà semplice, considerando che le risorse a disposizione appaiono limitate rispetto alle ambizioni del governo. Il sottosegretario all’Economia, Federico Freni, ha indicato un impatto stimato della manovra pari a 25 miliardi di euro, una cifra che richiede un’attenta pianificazione delle spese. Un elemento cruciale sarà il nuovo Piano strutturale di bilancio (Psb), che sostituirà la tradizionale Nadef e fornirà una cornice finanziaria dettagliata per la manovra, oltre a fissare gli obiettivi di spesa per i prossimi cinque anni.

In questo contesto, il governo potrebbe rivedere anche il piano di privatizzazioni, che già in primavera aveva subito una riduzione delle aspettative, con un target complessivo dello 0,7% del PIL per il triennio 2024-26, pari a circa 14 miliardi di euro. Al momento, solo 3 miliardi sono stati incassati, e potrebbero essere necessarie nuove mosse per raggiungere l’obiettivo. Tra le opzioni al vaglio, ci sono la cessione di quote di società pubbliche come Mps, Fs, Enav e Eni, oltre a una possibile liberalizzazione dei porti. La questione di Poste Italiane, invece, rimane in sospeso, con un cambio di rotta che ha ridotto il potenziale incasso.

 

Focus su famiglie e lavoratori: confermato il bonus mamme

Un altro capitolo importante della manovra riguarda le famiglie e i lavoratori. La premier Giorgia Meloni ha sottolineato l’importanza di concentrare le risorse disponibili nel sostegno alle imprese che assumono e nel rafforzamento del potere d’acquisto dei lavoratori. In quest’ottica, oltre alla conferma della riduzione del cuneo fiscale e dell’Irpef a tre aliquote, si punta a estendere lo sgravio fiscale per le lavoratrici madri anche alle autonome

Il bonus mamme, destinato alle lavoratrici madri e inserito nel bilancio con uno stanziamento di 500 milioni di euro per il 2024, è stato oggetto di voci su una possibile cancellazione. Tuttavia, il sottosegretario Freni ha chiarito che “nei piani del governo c’è un incentivo alla natalità e un supporto alle lavoratrici madri, escludendo dunque l’ipotesi di un taglio a questo bonus.

 

Il dossier pensioni

Sul fronte delle pensioni, la situazione appare più complessa. La Lega continua a spingere per l’introduzione di “Quota 41“, mentre Forza Italia preferisce concentrarsi sull’aumento delle pensioni minime. La questione delle coperture finanziarie necessarie per attuare queste riforme alimenta il dibattito interno alla maggioranza e preoccupa le opposizioni, che temono una nuova stagione di tagli. Il presidente dei senatori del Partito Democratico, Francesco Boccia, ha espresso “grande preoccupazione per i conti pubblici, invitando il governo a riferire in Parlamento sulle scelte future.

 

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