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Il pontino Enrico Tiero, vice portavoce regionale di FdI e presidente della commissione Sviluppo economico e Attività produttive del Consiglio regionale del Lazio, e Daniele Maura, consigliere regionale di FdI hanno ribadito la necessità di “sostenere la proposta della Regione di istituire un regime speciale, esteso alle aree in difficoltà di sviluppo già individuate, confinanti con la Zes Unica, avente le stesse agevolazioni previste per le regioni del Mezzogiorno. Diventa quindi urgente e necessario un intervento affinché almeno il Basso Lazio (Frosinone e Latina), ma anche la provincia di Rieti, possano ricevere il trattamento richiesto. L’auspicio è che si possa avviare un confronto con la Commissione Europea e che venga presa in seria considerazione la richiesta.

Il tema delle agevolazioni al Sud e degli effetti della concorrenza che quelle aree eserciteranno nei confronti delle confinanti province del Lazio meridionale, torna di stringente attualità a fronte di una ripresa produttiva autunnale problematica per molte realtà industriali. Nello scorso ottobre il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, aveva scritto una lettera a Raffaele Fitto chiedendo l’inclusione delle Province di Latina e Frosinone nella Zona Economica Speciale (ZES). La Regione Lazio esprimeva preoccupazioni riguardo all’equità tra le regioni e l’impatto sulle regioni limitrofe, in quanto il Lazio confina con tre delle regioni coinvolte nella ZES Unica: Abruzzo, Molise e Campania. Si teme che gli incentivi al Sud possano penalizzare ulteriormente le regioni già in difficoltà economica, generando uno squilibrio negli investimenti. La Regione Lazio dunque – come ribadito da Tiero e Maura – “propone un regime speciale esteso alle aree in difficoltà di sviluppo confinanti con la ZES Unica, con agevolazioni equiparate a quelle delle regioni del Mezzogiorno. In particolare, si chiede un’attenzione speciale per le imprese nelle province del Lazio meridionale, tra cui Latina, Frosinone e Cassino”.

Tiero

Ad ottobre il presidente Rocca aveva scritto una lettera al ministro Fitto

Vale la pena ricordare che gli occupati nel 2023 in provincia di Frosinone erano 169mila con una flessione dell’1,6% rispetto all’anno precedente, con 2.700 posti in meno. La tendenza con l’arrivo dell’autunno non è certo in miglioramento. La situazione di Stellantis e dell’indotto auto è drammatica. Il gruppo francese – che sta riducendo siti e produzioni in Italia – ha raggiunto nuovi record negativi: gli occupati dello stabilimento di Piedimonte scenderanno per la prima volta nella storia dell’ex più grande fabbrica del centrosud, sotto quota 2500 addetti diretti. Straordinarie anche le 6 settimane di sospensione delle produzioni: un periodo mai così lungo. Si dovrebbe riprendere il 9 settembre. Sempre fermo il sito Saxa Gres di Roccasecca, in attesa di un rilancio che subisce continui slittamenti: ora la dead line che era fissata a giugno, è stata spostata a novembre (con relativa copertura di cassa integrazione autorizzata dalla regione Lazio). L’11 settembre al Ministero del Made in Italy si cercherà di capire se stavolta sarà possibile ottenere un cronoprogramma attendibile. Per il resto sul farmaceutico – nel nord della provincia – c’è sempre attesa da investimenti effettuati o annunciati e speranza di allargare la base occupazionale. Ma è un comparto del tutto particolare che si aggiunge a realtà industriali storiche che resistono al processo di deindustrializzazione, nonostante qualche episodio di riduzione d’organico (come avvenuto lo scorso anno per Sanofi ed Henkel). “Sul chimico-farmaceutico in tanti vogliono investire, mentre l’automotive risente di una crisi mondiale, europea e nazionale – ha riassunto lo scorso luglio la situazione Miriam Diurni, presidente di Unindustria Frosinone -. Oltre ad un contesto geopolitico che non avevamo mai conosciuto. Ci sono quindi due velocità e questo vuoi dire che servirebbero risposte diverse e scelte mirate. Il problema di questo territorio è che i tempi sono sempre lunghissimi e regna sovrano l’immobilismo. Non cambia mai nulla ed è su questo che ho spesso chiamato in causa la classe dirigente politica”.

Più fondi per i crediti d’imposta al Sud e bonus assunzioni potenziato

Intanto, pochi chilometri più a sud c’è la possibilità di ottenere i nuovi bonus assunzionali per i contratti stabili sottoscritti dal 1° settembre per giovani, donne e Zes (tre bonus previsti dal decreto Coesione): si completa così il quadro di incentivi all’occupazione ridisegnato dal governo Meloni, e in particolare dalla titolare del Lavoro, Marina Calderone. Si passa a sostegni mirati a determinate categorie (considerate più svantaggiate), spiegano dall’esecutivo. Quanto ai bonus assunzionali va precisato che si tratta di una misura di decontrobuzione per le imprese che assumono personale under 35 in tutta Italia, ma con massimale più elevato nel Mezzogiorno, e di un’analoga agevolazione dedicata alle nuove imprese avviate da giovani under 35 disoccupati. Risorse aggiuntive sono state stanziate dal Governo con il decreto legge omnibus del 10 agosto scorso proprio per la Zes unica: 1,6 miliardi in più nell’anno corrente da destinare al credito d’imposta. Insomma a Frosinone, Cassino, Latina e Formia-Fondi non si sta per nulla tranquilli.

“L’ultimo Rapporto sull’economia delle Regioni elaborato dallo Svimez mostra un Centro Italia in difficoltà. In particolar modo l’unica Regione che forse riesce a salvarsi è il Lazio – spiega il presidente Tiero -. Ma mentre Roma resta un microcosmo a parte, nelle province di Frosinone e Latina c’è un peggioramento molto rilevante della situazione economica e sociale. Il Lazio è passato dal 34° all’85° posto in Europa per reddito pro capite in soli vent’anni. Non ha attecchito il sistema industriale che venne trapiantato negli anni Settanta con la Cassa per il Mezzogiorno. Molte di quelle multinazionali sono andate via. Altre non si sono aggiornate e sono crollate. Il Lazio sta affrontando difficoltà crescenti. L’ultimo rapporto di Bankitalia sull’economia della regione mostra un calo dell’attività industriale e una riduzione delle esportazioni reali, che sono tornate ai livelli del 2019. Appare evidente che occorre mettere mano a questa situazione”.

Ciociaria e Pontino a rischio forte concorrenza da incentivi

“Insieme al consigliere Tiero – ha spiegato Maura – abbiamo presentato una mozione che chiede l’inserimento del territorio di Rieti e delle province del Basso Lazio nella ‘Zes unica’. La provincia di Rieti, insieme al Basso Lazio, non è soltanto un territorio fuori dai benefici della Zes, ma è confinante con aree che ne andranno a beneficiare. Si creeranno condizioni di concorrenza molto forti che potrebbero portare ad accentuare un processo di delocalizzazione di imprese che, a distanza di pochi chilometri, avrebbero l’opportunità di vantaggi competitivi rilevanti. L’auspicio è che si possa far comprendere alle istituzioni europee della necessità ed urgenza di realizzare queste aree cuscinetto e che vengano compresi i territori del Lazio in maggiore sofferenza. Sono convinto che solamente facendo un gioco di squadra tra Regione, Lazio Innova, Comuni ed imprese si potranno cogliere opportunità importanti per il rilancio economico delle nostre aziende”.

Guido D’Amico, presidente di Confimprese Italia, insiste da sempre: “L’estensione della Zona economica speciale alle province di Frosinone e di Latina avrebbe rappresentato la svolta per i territori del Basso Lazio. Questo non è accaduto. Ma da qualche parte bisogna ripartire. Però la sensazione è sempre la stessa e cioè che, svanito l’entusiasmo dell’effetto annuncio iniziale, si ripiombi nell’immobilismo totale”. Concludendo, bene la posizione della regione Lazio ma probabilmente non basta ed è il momento, per Frosinone e Latina, di comprendere che occorre mobilitarsi, perché stavolta la battaglia è di quelle che uniscono in una sfida decisiva per la tenuta del tessuto produttivo ed occupazionale.

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