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diPaolo Grassi

Da qui un quinto delle 500 mila adesioni digitali pro-referendum. Poi Lazio e Lombardia

«Volete voi che sia abrogata la legge 26 giugno 2024, n. 86, “Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione”?». Il muro delle 500 mila firme digitali pro referendum — ma sommando quelle sinora raccolte nei gazebo, in spiaggia o finanche in chiesa il dato cresce, eccome — è caduto nella mattinata di ieri. Poco dopo mezzogiorno , per la precisione. Premesso che la piattaforma online è stata attivata il 26 luglio scorso, è bastato meno di un mese per raggiungere le adesioni necessarie alla presentazione del quesito lanciato con l’obiettivo di cancellare la norma voluta (innanzitutto) da Calderoli. Naturalmente, come detto prima, i promotori dell’iniziativa — il Comitato al cui vertice direttivo c’è Giovanni Maria Flick — si dicono certi che anche le firme raccolte direttamente da sindacati, partiti e associazioni sono tantissime.

Il record

Il risultato ottenuto via rete, ad ogni modo, vede la Campania primeggiare nel gruppo di testa delle regioni italiane. A ieri le adesioni digitali erano già oltre quota 97 mila. Un quinto del totale. «In poche settimane – dice soddisfatto il segretario generale Cgil regionale e di Napoli, Nicola Ricci – è stato conseguito un risultato straordinario. E la Campania, non solo con le oltre 97 mila firme digitali, ma anche grazie alle 13 mila raccolte ai banchetti promossi dalla nostra organizzazione, ha dato un contributo importante superando, in totale, le 110 mila adesioni. Tuttavia non è il tempo di fermarsi; bisogna proseguire nella raccolta firme. Se con i nostri referendum, da soli, abbiamo superato quota 1 milione — ha aggiunto Ricci — con questa grande alleanza democratica che si sta battendo contro l’ingiusta e iniqua legge sull’autonomia differenziata dobbiamo andare oltre quest’obiettivo. Come già annunciato, dalla prossima settimana continueremo ad essere nelle piazze e nei luoghi di lavoro: questa legge spacca il Paese e impoverisce il Sud e la Campania». Adesso «ci aspetta una lunga campagna elettorale per portare i cittadini e le cittadine alle urne la prossima primavera per dare la bocciatura definitiva a questa legge».




















































Centro e Nord

«Grande entusiasmo per il risultato online: in meno di un mese 500 mila firme raccolte ma la sorpresa saranno le adesioni ai banchetti che saranno altrettanto numerose e ci prepareranno a portare a votare tante persone per il sì all’abrogazione di questa pessima legge che divide il Paese è aumentata le diseguaglianze». Lo dice Giovanni Sgambati, leader Uil Campania e Napoli. Campania capofila del «no» all’autonomia differenziata, dunque. Ma il trend in questo senso era già delineato da giorni. Chi dopo? Al secondo posto nella graduatoria più aggiornata delle firme online c’è il Lazio (58 mila e 500 sempre alla tarda mattinata di ieri), poi la Lombardia (55 mila e passa, quindi oltre il 10% del dato complessivo); la Sicilia (quasi 46 mila); la Puglia (poco meno di 44 mila). E ancora: Emilia Romagna (circa 31,5 mila), Toscana (oltre 28.600), Calabria (più di 26.200), Piemonte (quasi 24.500) e Veneto (18.638). Come dire: una mappa delle adesioni pro referendum non certo individuabile con il solo Mezzogiorno. Anzi.

«Per l’Italia unita»

«Una firma per l’Italia unita e libera». È scritto sul portale del ministero della Giustizia dedicato alla raccolta delle firme digitali. «L’approvazione della legge sull’autonomia differenziata — così è giustificata l’iniziativa pro referendum — è un grave attacco all’impianto costituzionale del nostro Paese. Nel proporre differenti livelli di autonomia tra le Regioni a statuto ordinario, divide l’Italia e danneggia sia il Sud che il Nord, impoverisce il lavoro, compromette le politiche ambientali, colpisce l’istruzione e la sanità pubblica, smantella il welfare universalistico, penalizza i comuni e le aree interne, aumenta la burocrazia e complica la vita alle imprese, frena lo sviluppo». E ancora: «Per tali ragioni l’abrogazione della legge si rende necessaria ed è a difesa dell’unità del Paese».

Sull’isola verde

«Ieri presso la spiaggia della Chiaia, a Forio d’Ischia si è svolta la raccolta firme tra i bagnanti per chiedere il referendum abrogativo dell’autonomia differenziata». C’erano — informa una nota — il deputato dell’Alleanza Verdi Sinistra Francesco Emilio Borrelli, la portavoce isolana di Europa Verde Mariarosaria Urraro e il consigliere comunale Mimmo Loffredo. «Oltre 200 le adesioni raccolte in sole 2 ore». Nonostante «sia stato raggiunto il quorum della 500 mila firme digitali la gente continua a firmare. I turisti non campani prevalentemente provenienti dal Centronord sono risultati incredibilmente i più partecipi, poi i napoletani e poi gli abitanti del posto. Sembra che il paese abbia compreso che questa legge non danneggerà solo il Mezzogiorno e le Isole ma tutta l’Italia».

I ricorsi alla Consulta

«L’autonomia differenziata mina la sussidiarietà del Paese». Sempre ieri la governatrice della Sardegna Alessandra Todde, ha commentato così la delibera approvata in giunta che formalizza il ricorso alla Consulta contro la legge voluta da Calderoli, dalla Lega e appoggiata da tutte le forze che sostengono il governo Meloni. La Campania lo farà entro il 27 agosto prossimo (se ne sta occupando il costituzionalista Francesco Marone).

22 agosto 2024

 

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