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Ultim’ora news 21 agosto ore 20


La rodigina Grandi Molini Italiani (Gmi), azienda storica nel settore della molitoria italiana, fondata nel 1800 dalla famiglia Costato, con un volume d’affari nel 2023 di 241 milioni di euro e 228 dipendenti, può uscire dalla crisi dopo un accordo di ristrutturazione dei debiti siglato lo scorso 8 agosto fra l’azienda guidata e controllata dal presidente Antonio Costato da una parte e dall’altra i creditori Amco, Banca Ifis, Clessidra Capital Credit sgr, Finint Investment sgr e Intesa Sanpaolo.

L’accordo è supportato da un piano economico-finanziario 2024-2028 redatto da Kmpg Advisory e da una manovra finanziaria redatta da Mediobanca, mentre Massimiliano Bonamini è l’attestatore del piano e Gitti & Partners lo studio legale incaricato. Il tribunale di Rovigo ha quindi nominato commissario Giovanni Tibaldo, che ha tempo fino al 12 settembre per esprimersi sul piano e sull’eventuale omologa dell’accordo.

L’azienda, specializzata nella produzione di farine e semole in cinque stabilimenti, ha un capitale di 60 milioni e vede in consiglio d’amministrazione anche Carlo Francesco Frau e Roberto Testore, ex ad di Fiat Auto. La crisi aziendale è iniziata nel 2014 per l’innalzamento dei costi delle materie prime e Gmi ha subito avviato una procedura di concordato preventivo in continuità aziendale omologata nel 2017, procedura cui è seguita la pandemia e che è stata successivamente modificata nel 2022 con pre-accordo di ristrutturazione dei debiti accompagnato da un finanziamento di 13 milioni erogato da Muzinich e una linea di credito di 3 milioni aperta da Sanfelice 1893 Banca Popolare, seguiti a inizio del 2023 da un finanziamento di 30 milioni erogato da Invitalia.

I debiti con le banche

Ora il nuovo piano industriale alla base dell’accordo appena firmato prevede fra l’altro il recupero di clientela, il rafforzamento delle vendite, l’ampliamento della gamma di prodotto e investimenti di mantenimento sugli impianti per 17,5 milioni. La manovra finanziaria contempla, a fronte di 116,3 milioni di debiti di cui 80 milioni verso banche e finanziarie (Amco, Banca Ifis, Clessidra, Finint, Invitalia), diverse modalità di rimborso secondo le diverse classe di creditori e il mantenimento da parte di Intesa Sanpaolo delle linee di credito a breve per 7 milioni, mentre Amco e Finint hanno espresso la disponibilità a essere rimborsati dopo il 15 settembre 2029. Saranno postergati invece i crediti vantati verso l’azienda dal proprietario Costato. (riproduzione riservata)

 

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