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L’esonero contributivo parità di genere 2024 è uno sgravio dell’1% sul versamento dei contributi complessivi riconosciuto ai datori di lavoro privati fino a un valore massimo di 50.000 euro.

Istituito con la Legge sulla parità salariale, lo sgravio è dedicato alle aziende che ogni anno promuovono la parità tra uomini e donne nel lavoro e ottengono la certificazione nell’anno precedente.

Per ottenerlo nell’anno in corso, bisognava presentare domanda entro il 30 Aprile 2024. Ma INPS, per via di alcuni errori comuni riscontrati nelle domande, ha prorogato le richieste al 15 Ottobre 2024.

In questa guida vi spieghiamo nel dettaglio cos’è l’esonero contributivo parità di genere, a chi spetta, come funziona, a quanto ammonta e come ottenerlo entro la nuova scadenza.

COS’È L’ESONERO CONTRIBUTIVO PARITÀ DI GENERE

L’esonero contributivo per la parità di genere 2024 è uno sgravio dell’1% del versamento dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro.

Lo sgravio è concesso solo alle aziende private e altri Enti che abbiano ottenuto la certificazione della parità di genere entro il 31 Dicembre dell’anno precedente a quello di richiesta, secondo quanto previsto dalla Legge sulla parità salariale che ha istituito questa stessa agevolazione.

L’esonero non può superare l’1% dei contributi dovuti entro il limite massimo di 50.000 euro annui per ciascuna azienda (riparametrato su base mensile).

Disciplinato nella sua attuazione dal Decreto interministeriale del 20 ottobre 2022è gestito dall’INPS, in collaborazione con il Ministero del Lavoro, con l’Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche (INAPP) e con il Dipartimento per le Pari Opportunità che ne assicura la coerenza rispetto al Piano strategico nazionale per la parità di genere.

Le istruzioni operative sono state rese note dall’INPS prima con il Messaggio n. 2844 del 13-08-2024 e poi aggiornate con il Messaggio n. 2844 del 13-08-2024, per consentire ai datori di lavoro che abbiano conseguito la certificazione della parità di genere entro il 31 Dicembre 2023 di accedere alla misura di esonero oppure ancora di integrarla o correggerla.

Ma vediamo tutti i dettagli.

CHI HA DIRITTO ALL’ESONERO CONTRIBUTIVO 2024

L’esonero contributivo parità di genere 2024 spetta ai datori di lavoro delle aziende private (anche non imprenditori) che entro il 31 Dicembre 2023 abbiano conseguito la certificazione di parità di genere, di cui vi abbiamo parlato in questa guida dedicata.

Si tratta di un documento che mira ad attestare le politiche e le misure concrete adottate dai datori di lavoro per ridurre il divario di genere per quanto riguarda le opportunità di crescita in azienda, la parità salariale e nelle mansioni, le politiche di gestione delle differenze di genere e la tutela della maternità.

Come chiarito dall’INPS oltre ai datori di lavoro privato hanno diritto al riconoscimento del beneficio anche:


  • Istituti autonomi case popolari trasformati in base alle diverse leggi regionali in Enti pubblici economici. Esclusi, invece, gli IACP e le Aziende territoriali per l’edilizia residenziale pubblica (ATER), comunque denominate, che non siano qualificate dalla legge istitutiva quali Enti pubblici economici;

  • Enti che per effetto dei processi di privatizzazione si sono trasformati in società di capitali, ancorché a capitale interamente pubblico;

  • ex Istituti pubblici di assistenza e beneficenza (IPAB) trasformati in associazioni o fondazioni di diritto privato, in quanto privi dei requisiti per trasformarsi in ASP, e iscritti nel registro delle persone giuridiche. Non possono fruire del beneficio quelle, invece, quelle derivanti dal processo generale di trasformazione di cui al Decreto Legislativo 4 maggio 2001, n. 207, in presenza di determinati requisiti previsti dallo stesso Decreto;


  • consorzi di bonifica e consorzi industriali;

  • Enti morali ed Enti ecclesiastici.

Nel Messaggio n. 4614 del 21-12-2023, l’INPS chiarisce anche chi sono gli esclusi dall’applicazione del bonus contributivo parità di genere.

COME FUNZIONA LO SGRAVIO CONTRIBUTIVO PARITÀ DI GENERE

L’esonero contributivo parità di genere viene riconosciuto sotto forma di sgravio pari all’1% dei contributi previdenziali e assistenziali a carico del datore di lavoro avente diritto.

Tali datori di lavoro possono fruire del beneficio, parametrato su base mensile, in relazione alle mensilità di validità della certificazione della parità di genere. Cioè, solo nei mesi in cui l’hanno ottenuta e per l’intera durata della sua validità.

Inoltre:

  • l’INPS concederà l’esonero in subordine al rispetto della regolarità contributiva e all’assenza di provvedimenti di sospensione dei benefici contributivi adottati dall’Ispettorato nazionale del lavoro;

  • l’Istituto, nel Messaggio n. 4614 del 21-12-2023, ha ricordato anche che ai sensi dell’articolo 46 del Codice per le pari opportunità tra uomo e donna, le aziende pubbliche e private che occupano oltre 50 dipendenti sono tenute ogni due anni a redigere un rapporto sulla situazione del personale maschile e femminile. Se una di queste aziende ha diritto all’esonero e non consegna il rapporto entro 12 mesi dalla scadenza dei termini, potrebbe perdere il bonus. Inoltre, andrà anche incontro alle sanzioni già previste dal Codice;

  • in caso di revoca della certificazione le imprese interessate sono tenute a darne tempestiva comunicazione all’INPS e al Dipartimento per le pari opportunità.

Ma per quali contributi spetta? Scopriamolo insieme.

CONTRIBUTI ESCLUSI DALL’ESONERO

L’INPS, nel Messaggio n. 4614 del 21-12-2023, ha specificato che è soggetta all’esonero solo la contribuzione datoriale.

Sono, perciò, esclusi:

  • i premi e i contributi dovuti all’INAIL;

  • il contributo, ove dovuto, al “Fondo per l’erogazione ai lavoratori dipendenti del settore privato dei trattamenti di fine rapporto di cui all’articolo 2120 del codice civile” (articolo 1, comma 755, della Legge 27 dicembre 2006, n. 296);


  • il contributo, se dovuto, al Fondo di solidarietà territoriale intersettoriale del Trentino o al Fondo di Bolzano – Alto Adige di cui all’articolo 40 del Decreto Legislativo n. 148 del 2015;


  • il contributo previsto dall’articolo 25, quarto comma, della Legge 21 dicembre 1978, n. 845, in misura pari allo 0,30% della retribuzione imponibile, destinato, o comunque destinabile, al finanziamento dei Fondi interprofessionali per la formazione continua;

  • le contribuzioni che non hanno natura previdenziale e quelle concepite allo scopo di apportare elementi di solidarietà alle gestioni previdenziali di riferimento. Per queste contribuzioni, si rinvia a quanto già previsto dalla Circolare n. 40 del 2018.

A QUANTO AMMONTA

L’esonero contributivo parità di genere è pari a uno sgravio nella misura dell’1% del versamento dei complessivi contributi previdenziali a carico del datore di lavoro, fermo restando il limite massimo di 50.000 euro annui (ricalcolati su base mensile).

Può essere fruito dai datori di lavoro solo in relazione alle mensilità di validità della certificazione della parità di genere conseguita entro il 31 Dicembre 2023. La soglia massima di esonero della contribuzione datoriale riferita al periodo di paga mensile è, pertanto, pari a 4.166,66 euro al mese (50.000 euro / 12 mensilità).

L’INPS nel Messaggio n. 4614 del 21-12-2023, ha chiarito che l’esonero contributivo parità di genere:


  • è cumulabile con altri esoneri (salvo specifici divieti previsti dalle altre agevolazioni) o riduzioni delle aliquote di finanziamento previsti dalla normativa vigente, nei limiti della contribuzione previdenziale dovuta.

COME RICHIEDERE IL BONUS CONTRIBUTIVO PARITÀ DI GENERE

Per ottenere l’esonero contributivo, i datori di lavoro che hanno ottenuto la certificazione di genere entro il 31 Dicembre 2023 possono presentare domanda tramite il rappresentante legale, un suo delegato o un consulente del lavoro. L’istanza va presentata all’INPS esclusivamente con il modulo di istanza on-line “PAR_GEN” appositamente predisposto dall’Istituto sul sito internet INPS, nella sezione denominata “Portale delle Agevolazioni (ex DiResCo)”. 

Per ottenere il modulo, bisogna accedere al “Portale delle Agevolazioni” mediante i consueti canali INPS online dedicati alle imprese, a cui accedere con le proprie credenziali mediante:

  • Carta nazionale dei servizi o CNS;


Altre informazioni su come compilare la parte la domanda, le trovate nel Messaggio n. 2844 del 13-08-2024. Poi, come si fa a sapere se si ha l’esonero oppure no? Il datore di lavoro deve controllare lo sgravio acquisito nella sua sezione dedicata nel “Portale delle Agevolazioni (ex DiResCo)” sul sito INPS da questa pagina. Il lavoratore può riscontrare l’esonero a lui connesso, invece, dalla specifica voce presente in busta paga.

SCADENZA DOMANDE

Per i datori di lavoro che hanno conseguito la certificazione parità di genere entro il 31 Dicembre 2023, le domande per il bonus potevano possono essere presentate fino al 15 ottobre 2024.

Inizialmente la scadenza era stata fissata al 30 Aprile 2024 ma, a causa di alcuni problemi riscontrati, INPS con il Messaggio n. 2844 del 13-08-2024 ha annunciato la proroga della scadenza per l’anno in corso

Inoltre, l’Istituto ha chiarito che:

  • i datori di lavoro che abbiano conseguito la certificazione parità di genere entro il 31 Dicembre 2023 e che abbiano erroneamente compilato il campo relativo alla retribuzione media mensile globale stimata, possono rettificare i dati inseriti previa rinuncia alla domanda presentata contenente le informazioni erronee;

  • a seguito di tale rinuncia, i datori di lavoro potranno presentare una nuova domanda entro il 15 Ottobre 2024, con l’esatta indicazione delle informazioni e, in particolare, della retribuzione media mensile globale, da calcolare secondo le indicazioni sopra specificate.

CONTROLLI E SANZIONI

Le domande saranno verificate dall’INPS sulla base delle informazioni fornite e sono ammesse con riferimento all’intero periodo di validità della certificazione di parità di genere.

I datori di lavoro che hanno beneficiato indebitamente dell’esonero contributivo sono tenuti al versamento dei contributi dovuti, nonché al pagamento delle sanzioni previste dalle vigenti disposizioni di legge in materia. Resta salva l’eventuale responsabilità penale, ove il fatto costituisca reato.

LA GUIDA ALLA CERTIFICAZIONE PARITÀ DI GENERE

Se volete sapere quali sono i vantaggi della certificazione della parità di genere, potete leggere la nostra guida in cui vi spieghiamo cos’è, a chi si rivolge, come funziona e a quali premialità dà diritto. Oltre all’esonero contributivo, infatti, le aziende interessate possono avere diritto ai contributi per la certificazione per la parità di genere, grazie a bandi rinnovati di anno in anno.

RIFERIMENTI NORMATIVI E DI PRASSI

ALTRI APPROFONDIMENTI E AGGIORNAMENTI

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ALTRI AIUTI E AGGIORNAMENTI

Mettiamo a nostra disposizione la guida con l’elenco aggiornato dei bonus imprese 2024.

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Potrebbe interessarvi anche il nostro articolo che riassume i bonus e le agevolazioni per lavoratori, imprese e famiglie nel 2024.

Potete inoltre conoscere altre agevolazioni per aziende consultando questa pagina e gli aiuti disponibili per disoccupati e famiglie consultando questa pagina.

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di Valeria C.


Giornalista, esperta di leggi, politica e lavoro pubblico.

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