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L’AQUILA. Ultimi mesi per usufruire dei bonus casa. Con la fine dell’anno, infatti, alcune misure edilizie non saranno più disponibili o verranno depotenziate: è il caso del Superbonus, che scenderà al 65% e dell’Ecobonus, quasi in scadenza. Termina anche il tempo a disposizione per accedere al bonus verde. Mentre il bonus ristrutturazione resta in vigore anche per il 2025 ma sarà depotenziato a partire dal 1° gennaio.
ECOBONUS E SUPERBONUS.
A fine anno scadrà l’Ecobonus, che prevede agevolazioni fino al 75% delle spese, da spalmare in 10 anni, sulle parti comuni e sui tetti, variabili a seconda dei lavori. Si tratta di una detrazione fiscale valida ai fini Irpef, relativa a interventi di riqualificazione energetica, riduzione del rischio sismico, installazione di impianti fotovoltaici e installazione di colonnine per la ricarica di veicoli elettrici. La spesa non deve superare i 136mila euro. Non si tratta, tuttavia, dell’unica agevolazione relativa all’edilizia che con la fine del 2024 andrà incontro alla cancellazione o ad alcune modifiche sostanziali. Il Superbonus è confermato per tutto il 2025, ma in forma ridotta: scenderà, infatti, al 65%. Per il 2024, invece, viene agevolato il 70% delle spese. La cessione del credito è consentita solo per le operazioni di condominio approvate e comunicate tramite Cilas entro il 17 febbraio 2023. Un’altra condizione è che, entro il 29 marzo 2024, siano state sostenute le spese per i lavori avviati e che queste siano documentabili con fatture.
Nella sua prima applicazione, il Superbonus consisteva in una detrazione del 110% delle spese sostenute a partire dal 1° luglio 2020 per la realizzazione di specifici interventi finalizzati all’efficienza energetica e al consolidamento statico o alla riduzione del rischio sismico degli edifici. Tra gli interventi agevolati rientra anche l’installazione di impianti fotovoltaici e delle infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici negli edifici.
CREDITI D’IMPOSTA.
Eurostat, in un parere diffuso lo scorso 5 luglio, ha fornito la propria opinione sulla classificazione del Superbonus nel conto consolidato delle amministrazioni pubbliche per gli anni 2020-2023 e per il 2024. Per quanto riguarda il credito maturato nel 2024, relativo alle spese per interventi edilizi effettuati nello stesso anno, Eurostat ritiene che il «Superbonus maturato dopo l’adozione della nuova normativa abbia le caratteristiche del credito d’imposta non pagabile e che debba essere registrato nei conti delle Amministrazioni pubbliche in riduzione delle entrate tributarie, con un profilo di impatto sull’indebitamento netto in linea con l’utilizzo del credito stesso», come ha spiegato l’Istat in una nota.
L’Istat ha anche ricordato che con un precedente parere del febbraio 2023 aveva concordato con Eurostat una classificazione del Superbonus come credito di imposta di tipo «pagabile e, quindi, registrato nei conti delle amministrazioni pubbliche come spesa nel momento in cui il beneficio è maturato ovvero nel momento in cui viene sostenuta la spesa di investimento agevolata, e per il suo intero ammontare».
SISMABONUS AL TERMINE.
A fine anno scade anche il Sismabonus fino all’80%, applicato agli interventi da cui deriva la diminuzione di una classe di rischio, e fino all’85%, se è garantita una diminuzione di due classi di rischio. La stessa misura prevede una detrazione del 50% per le spese sostenute dal 1° gennaio 2017 al 31 dicembre 2024 e va calcolata su un ammontare massimo di 96mila euro per unità immobiliare. La detrazione deve essere suddivisa in dieci quote annuali dello stesso importo.
La stessa detrazione è prevista anche per chi acquista immobili a uso abitativo, che fanno parte di edifici interamente ristrutturati. Spetta nel caso di interventi di restauro e risanamento conservativo e di ristrutturazione edilizia eseguiti da imprese di costruzione o ristrutturazione immobiliare e da cooperative edilizie, che entro 18 mesi dal termine dei lavori vendono o assegnano l’immobile. Il bonus ristrutturazione resta in vigore anche per il 2025: viene, però, depotenziato a partire dal primo gennaio: passa al 36% con un tetto di spesa di 48mila euro dal 50% con un totale di spesa di 96mila euro. Al momento si prevede di scendere al 30% dal 2028, fino al 2033. L’agevolazione è rivolta ai contribuenti soggetti all’Irpef, residenti o meno nel territorio dello Stato, che sostengono le spese di ristrutturazione. Tra gli altri riguarda: i proprietari degli immobili oggetto dell’intervento, i titolari di diritti reali o personali di godimento sugli immobili; gli inquilini; il familiare convivente con il possessore o il detentore dell’immobile oggetto dell’intervento (coniuge, componente dell’unione civile, parenti entro il terzo grado e affini entro il secondo grado); il convivente more uxorio (per le spese sostenute a partire dal 1° gennaio 2016).
BONUS ARREDI E VERDE.
Scadrà anche il bonus arredi ed elettrodomestici. In questo caso si tratta di una detrazione Irpef rivolta all’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici destinati ad arredare un immobile oggetto di ristrutturazione. La detrazione, come ricorda il sito dell’Agenzia delle Entrate, è stata calcolata su un importo massimo di 8mila euro per l’anno 2023 e di 5mila euro per il 2024, comprensivi delle eventuali spese di trasporto e montaggio, e deve essere ripartita in dieci quote annuali di pari importo.
Finisce anche il tempo a disposizione per accedere al bonus verde, che consiste in una detrazione Irpef del 36% sulle spese fino a 5mila euro sostenute per alcuni interventi. Fra questi figurano la sistemazione a verde di aree scoperte private di edifici esistenti, unità immobiliari, pertinenze o recinzioni, impianti di irrigazione e realizzazione pozzi e la realizzazione di coperture a verde e di giardini pensili. Danno diritto all’agevolazione anche le spese di progettazione e manutenzione, se connesse all’esecuzione di questi interventi. Il pagamento delle spese deve avvenire attraverso strumenti che ne consentano la tracciabilità come il bonifico bancario e postale.
©RIPRODUZIONE RISERVATA



 

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