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Il Giudice per le indagini preliminari della Procura di Genova, Paola Faggioni, ha rinviato a giudizio e accettato il rito immediato, cioè il passaggio diretto al dibattimento saltando l’udienza preliminare, per l’ormai ex governatore della Liguria Giovanni Toti. Dimessosi lo scorso 26 luglio da Presidente della sua regione in seguito alle vicende giudiziarie che recentemente lo hanno visto sottoposto a misura cautelare nella sua villa di Ameglia (La Spezia), Giovanni Toti è infatti iscritto nel registro degli indagati dalla stessa Procura del capoluogo ligure, nel merito delle indagini per corruzione e finanziamento illecito. L’inchiesta, aveva coinvolto anche Matteo Cozzani, il capo di gabinetto del governatore e facente parte della lista civica di Toti. Anche il presunto principale corruttore del politico, il magnate dello shipping Aldo Spinelli, e l’altro presunto pubblico ufficiale corrotto, l’ex presidente dell’Autorità portuale genovese Paolo Emilio Signorini, saranno imputati davanti alla Prima sezione penale del Tribunale di Genova. Il collegio dei giudici, come da prassi in questi casi, viene stabilito mediante tabelle automatiche e sarà dunque così composto dai Roberto Cascini, Valentina Vinelli e Riccardo Crucioli: quest’ultimo, pur avendo fama di giudice di destra, è fratello di Mattia Crucioli, ex senatore del Movimento 5 stelle (poi passato ad “Alternativa”) e attualmente consigliere comunale di opposizione a Genova. Il processo, inizierà il 5 novembre di quest’anno.

La accuse a carico degli indagati

Il processo riguarderà le accuse di presunta corruzione contro Signorini e Toti, per aver ricevuto tangenti da Spinelli al fine di agevolare pratiche amministrative in suo favore, in particolare riguardanti le concessioni portuali. Inoltre, il processo affronterà un altro presunto accordo corruttivo tra Toti e il gruppo Esselunga: secondo l’accusa, la catena di supermercati avrebbe finanziato la campagna elettorale del governatore tramite il pagamento nascosto di spot pubblicitari, in cambio di un’accelerazione delle procedure per l’apertura di nuovi punti vendita nella regione. In relazione a quest’ultima accusa, Toti è stato recentemente sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari, successivamente revocata insieme alla precedente dopo le sue dimissioni dalla carica di Presidente della Regione Liguria, in una lettera dello scorso 26 luglio. Resterà invece fuori dal processo il filone d’inchiesta riguardante Toti e il suo ex capo di gabinetto, Matteo Cozzani, relativo alla presunta corruzione elettorale per la promessa di posti di lavoro in cambio di voti alla comunità originaria di Riesi (Caltanissetta), residente nel quartiere genovese di Certosa. In questo caso, infatti, non sono state emesse misure cautelari, ovvero condizione necessaria per richiedere il giudizio immediato e probabilmente le indagini verranno archiviate.

La prima udienza dopo le elezioni regionali salvo decreto governativo su election-day

Dunque la prima udienza si dovrebbe tenere dopo il voto delle Regionali anticipate in Liguria, convocate dopo le dimissioni di Toti e attualmente fissate per il 27 e 28 ottobre (a meno che il governo non decida con decreto di accorparle in un election-day insieme a quelle di Emilia-Romagna e in Umbria, previste per il 17 e 18 novembre). Questa la decisione della Gip Faggioni, anche se ora, entro 15 giorni dalla notifica del decreto di giudizio immediato, gli avvocati degli imputati dovranno decidere se chiedere il giudizio abbreviato o il patteggiamento: quelli di Toti e di Spinelli hanno già detto di voler optare per il rito ordinario, mentre Signorini (l’imputato dalla posizione più difficile, tanto che per lui era stata disposta la custodia cautelare in carcere) potrebbe scegliere l’abbreviato, assicurandosi così uno sconto di un terzo della pena prevista dalla legge. Lunedì anche Spinelli, arrestato insieme a Toti, è potuto uscire dai domiciliari: la misura cautelare è stata convertita nell’interdizione a esercitare attività imprenditoriali per la durata di un anno, risultando in questo caso decisiva la sua cessione delle quote di maggioranza della holding di famiglia, la Spininvest, al figlio Roberto (anche lui indagato e sottoposto a interdittiva).



 

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