diMarina Amaduzzi
Il candidato dem alle Regionali: «Quel che ha detto la Fimmg non è infondato, i Cau sono andati più sulla medicina generale che sull’emergenza». L’assessore Donini: «Le critiche fanno solo bene, ma i cittadini sono contenti, non spetta a me convincerli»
Metterà mano ai Cau, i Centri di assistenza e urgenza, se verrà eletto presidente della Regione il 17 e 18 novembre. Il candidato dem Michele de Pascale ha assicurato fin dal primo giorno della sua discesa in campo che la sanità sarà una priorità di governo e ieri, venerdì 26 luglio, nell’annunciare le dieci proposte in questo settore, ha detto che ci sono «correzioni» da fare sull’organizzazione degli ambulatori per i codici bianchi e verdi messi in campo dalla seconda giunta Bonaccini.
«Alcune critiche sono fondate»
«Dietro il nome Cau — premette il sindaco di Ravenna — ci sono tante cose diverse. Il primo è stato fatto a Cervia, anche se ancora non si chiamava così, e io ne fui fautore. In quel caso il modello del Cau ha evitato la chiusura del punto di primo intervento ed è stato salvifico. Oggi molti centri senza il Cau non avrebbero niente». Insomma «alcune critiche sono fondate e devono vedere un aggiornamento — prosegue —, mentre nei piccoli centri i Cau hanno evitato che tutto si caricasse sui Pronto soccorso, per quanto riguarda le città le cose che ha detto la Fimmg non sono infondate: i Cau sono andati più sulla medicina generale che sull’emergenza».
La nota della Fimmg contro la Regione
Due giorni fa infatti la Fimmg, il principale sindacato dei medici di medicina generale che aveva firmato l’accordo con la Regione per l’avvio dei Cau, ha firmato una nota durissima contro Viale Aldo Moro per come ha attuato questa riforma, con strategie «che porteranno a “smontare” la medicina di famiglia creando un modello di sanità territoriale on demand che favorirebbe un atteggiamento consumistico delle prestazioni sanitarie». Critiche a cui aveva replicato l’assessore regionale alla Sanità Raffaele Donini ricordando che «mentre i Cau continuano ad essere attaccati per motivazioni politiche o sindacali, assolutamente legittime e degne di massimo rispetto, i Cau continuano per fortuna a fare benissimo il loro mestiere», cioè offrire risposte assistenziali che tolgono «di media il 15% dei codici bianchi ai pronto soccorso».
Donini: superati i 250 mila accessi
Per de Pascale però «ci sono elementi da correggere», i medici di medicina generale devono «avere gli stessi percorsi facilitati di accesso alle specialistiche che hanno i Cau». I quali, sottolinea ancora il candidato Pd, «non devono esser raccontati come una via preferenziale e maggiormente orientati allo sgravio dei Pronto soccorso». «Le critiche fanno solo bene — ribadisce Donini —, aiutano a crescere, aiutano a far meglio. I cittadini sono contenti dei Cau, non spetta a me convincerli, già abbiamo superato i 250 mila accessi».
Il decalogo sulla sanità
È chiaro che questa riforma continuerà a far discutere e se de Pascale verrà eletto qualcosa cambierà. Nella sua visione infatti i medici di medicina generale, di cui è pronto a incontrare i rappresentanti sindacali, devono tornare ad avere un ruolo centrale. «Per me è fondamentale il confronto coi medici di medicina generale — conclude —, perché se non funziona la porta d’ingresso al sistema non funziona nient’altro». Intanto è pronto a portare in tour il suo decalogo sulla sanità, un documento «aperto» di una decina di cartelle che vuole essere un «contributo alla discussione». Parte da Reggio Emilia il 5 agosto, il 7 sarà la volta di Forlì, l’8 di Ferrara e dopo Ferragosto tocca a Bologna.
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