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Ora gli statali in pensione che chiedono a una banca convenzionata con l’Abi l’anticipo della liquidazione di 45mila euro devono pagare di interessi 1.300 euro. Colpa del “rendistato” che continua a salire e che sulle scadenze brevi (un anno) ha superato la soglia del 2,5%, mentre su quelle lunghe è oltre il 3%. Sommando al rendistato uno 0,4% di spread, si ottiene il tasso di interesse applicato sui prestiti agevolati ai dipendenti pubblici a riposo per il Tfs/Tfr. I dati di Bankitalia di novembre: il rendistato a un anno è arrivato al 2,658% dal 2,640% di ottobre. Ad aprile, quando il rendistato orbitava attorno allo 0,05%, il tasso di interesse sui prestiti di 45mila euro per i dipendenti pubblici erodeva appena 200-300 euro. Per le scadenze più lunghe va ancora peggio. Il rendistato a tre anni, segnala via Nazionale, resta sopra al 3% (a gennaio 0,345%) mentre quello a 6 anni è passato in undici mesi dallo 0,893% al 3,721%. Il rendistato, insomma, è fondamentale nel determinare il tasso di interesse per l’anticipo del Tfs/Tfr a tasso agevolato. Il tasso finale del finanziamento è il risultato dalla somma del rendistato e dello spread che è dello 0,4%.
Ma che cos’è il redistato? In breve, è il rendimento di un insieme di titoli pubblici a tasso fisso: fino al 1995 erano inclusi nel paniere Btp e bond emessi da aziende, enti pubblici, soggetti a imposta e con vita residua superiore a un anno, poi però il paniere è stato ristretto ai soli Btp con vita residua superiore a un anno.
IL CALCOLO
Il valore è aggiornato ogni mese da Bankitalia per fornire a enti di credito e consumatori un valore sempre coerente con il panorama finanziario attuale.
L’ANTICIPO
L’anticipo dovrebbe essere concesso in ordine cronologico e fino all’esaurimento dei fondi a disposizione. Resta da vedere come reagiranno gli istituti di credito che hanno aderito all’accordo Abi. In molti in questi anni si sono tirati fuori. L’unica grande banca presente nella lista è Unicredit, che ha aderito a marzo dell’anno scorso. In tutto sono 8 gli istituti di credito che concedono prestiti agevolati agli statali. Oltre a Unicredit sono presenti nell’elenco, tra gli altri, Banca Sella, Banca Imola e la Cassa di Ravenna. Sono una dozzina invece gli istituti che strada facendo si sono tirati fuori, tra cui diverse banche di credito cooperativo.
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