Marco Rizzo si candida alla presidenza della Regione Umbria. Il coordinatore nazionale di Democrazia sovrana e popolare ha, infatti, «accettato» di correre per Palazzo Donini e per il 26 luglio prossimo ha convocato una conferenza programmatica «per la costruzione dal basso, attraverso un capillare e attento ascolto delle istanze sociali, del nostro programma di governo». Rizzo in Umbria ambisce a formare «un ampio fronte di alleanze sociali sotto un ‘area di dissenso definita ‘Umbria Sovrana nel cuore». In particolare, il coordinatore nazionale di Democrazia sovrana e popolare ha annunciato che «nei prossimi giorni saranno presentati gli esponenti del mondo del lavoro, dell’ associazionismo e della cultura che hanno scelto di impegnarsi con noi in questo progetto».
Elezioni regionali in Umbria Per le elezioni regionali in Umbria, che dovrebbero tenersi tra la fine di novembre e l’inizio di gennaio, è stata già ufficializzata anche la corsa del sindaco di Terni, Stefano Bandecchi, che guida a livello nazionale Alternativa popolare. Resta invece da capire se in queste settimane verrà confermata la corsa al secondo mandato della governatrice in carica Donatella Tesei, così come c’è attesa sulla decisione della sindaca di Assisi, Stefania Proietti, su cui è pronto a convergere il campo largo o progressista dell’Umbria.
Marco Rizzo candidato presidente in Umbria Intanto Rizzo ha compiuto il passo in avanti nell’ambito dell’assemblea umbra del movimento sovranista, che si è svolta sabato a Perugia. In una nota, il candidato alla presidenza della Regione Umbria dice che «La battaglia per le regionali oggi è decisiva per ribadire il nostro contrasto ad una deriva verticista della politica attuale, distante dalle esigenze e dai bisogni concreti del popolo». E poi: «Oggi è in atto un doppio furto di sovranità, la svendita dello Stato e dei territori. Il primo, per pochi spiccioli, si fa sottrarre dalla grande finanza privata Tim, ormai in mano allo statunitense Kkr, consegnando il cuore delle telecomunicazioni e le nostre telefonate ad un fondo americano. Le regioni e i comuni hanno subito un vero e proprio saccheggio: Ue e Bce negli ultimi decenni hanno imposto i voleri dei grandi monopolisti, tramite tutti i partiti di governo, anche al livello degli enti locali. Questi ultimi, sottoposti all’imposizione del pareggio di bilancio hanno privatizzato i settori economici pubblici ed i servizi essenziali, come quello sanitario, rendendo il diritto alla salute, alla cura e all’assistenza, un privilegio di pochi».
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