Il tasso medio sui nuovi mutui per l’acquisto di case è salito al 4,29% ad agosto 2023, raggiungendo il massimo dall’aprile del 2012. Il tasso medio precedente, praticato dalle banche, era al 4,19%. L’ultimo rapporto mensile dell’Abi, l’Associazione bancaria italiana, segnala anche un ulteriore aumento dei tassi sui prestiti, che passano al 4,48% sul totale rispetto al 4,42% di luglio. Mentre il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese registra una lieve riduzione al 5,03% dal 5,09% di luglio.
Il tasso sui depositi
Aumenta anche il tasso medio sul totale dei depositi (certificati di deposito, depositi a risparmio e conti correnti) allo 0,80% dallo 0,76% di luglio. I tassi praticati sui nuovi depositi a durata prestabilita (certificati di deposito e depositi vincolati) sono saliti al 3,36% rispetto al 3,28% di luglio. Mentre il tasso sui soli depositi in conto corrente è cresciuto allo 0,40%, rispetto allo 0,38% di luglio.
I prestiti continuano a diminuire
Sulla scia della stretta monetaria della Bce, ad agosto, si è accentuata la contrazione dei prestiti a imprese e famiglie, che sono scesi del 3,3% rispetto a un anno prima, mentre a luglio 2023 avevano registrato un calo del 2,2%. Agosto segna il quinto mese consecutivo di contrazione su base annua: l’ultima variazione positiva risale infatti a marzo (+0,4%), secondo il rapporto dell’Abi. I dati disaggregati più recenti risalgono a luglio ed evidenziano che i prestiti alle imprese sono diminuiti del 4% e quelli alle famiglie dello 0,3%. Secondo l’Associazione bancaria italiana il calo dei volumi di credito è coerente con il rallentamento della crescita economica, che deprime la domanda di prestiti. Le sofferenze nette per il sistema bancario sono rimaste stabili nel mese di luglio, ma è probabile che nei prossimi mesi tornino a crescere sulla scia degli effetti delle politiche monetarie restrittive della Bce. «Il dato delle sofferenze a luglio 2023 è di 16,5 miliardi di euro, praticamente invariato da giugno, mentre da dicembre 2022 l’aumento è di 2,2 miliardi di euro – spiega l’Abi – . Il rapporto tra sofferenze nette e impieghi passa da 0,96 a 0,97 (luglio su giugno), era 0,81% a dicembre 2022».
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